Generazione (Z)eoli

Michele Zeoli e Ciccio Lodi: legame fra ''vecchio'' e ''nuovo''

Michele Zeoli e Ciccio Lodi: legame fra ''vecchio'' e ''nuovo'' 

Max Licari sulla ripartenza di un percorso storico rossazzurro mai interrotto da quasi cent'anni...

No. Purtroppo, non appartengo alla cosiddetta "Generazione Z", quella dei ragazzini "digitali" nati dopo il 2012. E neppure alla "Generazione X", quella dei padri (o nonni?) degli "Z", dei "boomer", alla quale, pure, dovrei far riferimento, essendo un vecchio "classe '68".

Io appartengo alla "Generazione Zeoli", una particolare sottocategoria tutta catanese; ai più distratti, magari, potrà apparire un po' retrò, ma in realtà forse la più moderna, la più proiettata nel futuro. Una generazione inzuppata nell'amaro fango dei campetti di periferia, esaltata da gambe escoriate da tackle "omicidi", da teste spaccate in scontri belluini e malamente suturate da improvvisati kit medici da campeggio, e contestualmente (e più o meno episodicamente) nel dolce profumo d'erba "de luxe" (non equivochiamo...🙂) dei manti erbosi dell'Olimpico o del "Meazza", inebriata dall'orgoglio di poter vivere quei momenti unici nel modo più sfrenato possibile.

Proprio il nostro nuovo tecnico in seconda, Michele Zeoli, rappresenta l'anello di congiunzione tra queste due caratteristiche essenziali per definire coloro che appartengono alla mia generazione. Feroce determinazione, oltre i propri limiti tecnici, al fine di venir fuori dalla melma delle categorie inferiori, che mai dovrebbero essere pertinenti a una città come la nostra, unita a grande amore per i colori rossazzurri, a infinito orgoglio di rappresentarli, a spirito vincente. Una miscela "letale" capace di condurre l'Elefante a trionfi inaspettati e a latitudini sportive più consone alla sua valenza.

Ebbene, la mia generazione, adesso, è pronta a ricominciare. Oggi, ufficialmente, ritorna in campo il Catania. Non il Catania 2022, nemmeno il Catania 1946 e neppure il Catania 1929. Semplicemente, il Catania, la materializzazione calcistica di un concetto, di un'idea, di una fede, di un popolo che si riconosce nella storia e nelle tradizioni di un territorio benedetto dai Numi, tanto prodighi da averlo affidato alle amorevoli (e talora terribili) cure della genitrice Etna.

Michele Zeoli, il primo da destra fra quelli in piedi 



Il Catania che, per la prima volta dopo il definitivo fallimento, scenderà in campo a San Cataldo è un compendio del '29, del '46, del '22. E chi, come quelli della mia generazione, ha lottato per la sua sopravvivenza oltre anche ai limiti della ragione, può serenamente ricominciare a onorarlo come dalla Storia è dovuto. Il sottoscritto ha lottato con tutte le sue forze affinché quel percorso, ricominciato nel 1946 dalle ceneri del 1929, rimanesse in vita. E lo rifarebbe non una, ma mille volte. È stata la battaglia più bella, anche sotto il profilo estetico, che abbia mai combattuto. E il valore profondamente storico di quella data, forgiato dalle battaglie cominciate nel 1993, non può essere né disconosciuto né liquidato come "distorsione", perché la Storia parla, con fonti e documenti, con vite e passioni. E di vite e passioni travolgenti, discriminanti, quella storia ne ha consegnate al mito molte, alcune di esse paradigmatiche, dal Presidentissimo ai fratelli rossazzurri deceduti al seguito della propria grande Fede. Era una storia da difendere e l'abbiamo fatto fino in fondo. Abbiamo combattuto con onore e, per un pelo, non ci siamo riusciti.

Ora, è giusto riallacciare il filo mai spezzato di questa Storia con la "s" maiuscola, consapevoli della fortuna, quasi insperata, capitataci: una società seria, solida, desiderosa di avviare nei prossimi anni un progetto solido e duraturo, coinvolgendo il nostro territorio. Questa autentica fortuna, ora, adesso, subito, dobbiamo fare di tutto per meritarcela. Sosteniamo il Liotru, abboniamoci, acquistiamo la nuova maglietta e coloriamo di rossazzurro le nostre vite. Come sempre.