Fabio Pagliara: 'Bisogna pensare ad un modello di calcio diverso'

Fabio Pagliara rappresentante del  'Comitato Promotore'

Fabio Pagliara rappresentante del 'Comitato Promotore' 

Il contributo vocale di Fabio Pagliara riprodotto nel corso della trasmissione Pianeta Catania di oggi

Le idee e la voglia di fare non mancano
“Sono ancora positivo al Covid-19 ma sto molto meglio, anche se devo stare molto cauto nella ripresa. In questi giorni, tramite Max e Paolo (Di Caro, ndr), vi ho sentiti molto vicini, così come l’affetto della città”. Queste le parole di Fabio Pagliara, rappresentante del ‘Comitato Promotore per l’acquisto del Catania Calcio’, estrapolate dal vocale riprodotto nel corso della trasmissione odierna di “Pianeta Catania”, condotta da Max Licari e da Alfio Lombardo. “Le idee e la voglia di fare non mancano – ha proseguito Fabio Pagliara – ribadisco quanto scritto quest’oggi da Giovanni Finocchiaro su “La Sicilia”: credo che, innanzitutto, vada dato un ringraziamento a chi della Cordata ha portato avanti questa trattativa che al di là della realizzazione finale era ed è seria. Questo è dimostrato dal fatto che è ancora in piedi, oltre ad essere l’unica che sta andando avanti, con passione e professionalità, grazie al contributo di Maurizio Pellegrino e degli altri componenti”.

L’attuale presidente della FIDAL ha sottolineato l’importanza di un modello di calcio diverso: “Dobbiamo immaginare, per forza, un modello diverso in un calcio che sarà probabilmente diverso. Un modello economico di marketing territoriale, che tenga conto di quelle che sono le esigenze glocal, radicate sul territorio, ma allo stesso tempo internazionali, con forme probabilmente di finanziamento che cambieranno, che tenderanno davvero sempre più a forme di partecipazione societaria in cambio di servizi legati al ticketing, a sistemi digitali ed a sistemi di engagement. A prescindere dall’esito finale della trattativa credo sia fondamentale per il bene del Calcio Catania capire questo messaggio e capire che andiamo verso una società diversa e verso un mondo del calcio diverso. Chi lo capirà per primo avrà dei vantaggi, indiscutibilmente. La trattativa deve tenere conto che il modello organizzativo sarà diverso, verso una società basata sempre più sull’azionariato diffuso, se non addirittura arrivare a quello popolare. Il modello, inoltre, deve essere con delle competenze ben divise: chi si deve occupare di calcio, alle competenze tecniche, e chi deve pensare a una best practice vera, ipotizzare quali possono essere le società del futuro, le contaminazioni con l’entertaiment, le contaminazioni con la città e altro. Questo tipo di scommessa credo che sia quella che una città come Catania, i tifosi del Catania, deve fare”.

L’importanza di Torre del Grifo: “Bisogna pensare che l’asset di Torre del Grifo, al di là del peso economico, è una grandissima opportunità gestionale per tutti, è un valore aggiunto. Un ruolo all’interno della società in caso di esito positivo della trattativa? Sono molto grato a tutto il coordinamento, al comitato, e quindi, chiaramente, se la trattativa dovesse andare a buon fine se ne riparlerà. Adesso, però, credo sia giusto ragionare su idee, prospettive e modelli di sviluppo reali”.