ESCL- Ribonetto: "Vi racconto di mio cugino Peruzzi, è l'erede di Zanetti"

Gino Peruzzi, terzino del Catania e della Nazionale argentina

Gino Peruzzi, terzino del Catania e della Nazionale argentina 

Intervista esclusiva all'ex calciatore argentino Walter Ribonetto, cugino del terzino del Catania Gino Peruzzi. Insieme a Ribonetto conosciamo meglio il talento argentino, calciatore del momento in casa rossazzurra.

Gino Peruzzi Lucchetti, è lui il calciatore del momento in casa Catania. Il 21enne terzino rossazzurro, partita dopo partita, è riuscito a sfoderare prestazioni sempre più positive fino a riconquistare la maglia della Nazionale maggiore argentina. La scorsa settimana infatti è arrivata la notizia della convocazione di Peruzzi per l’impegno del 5 marzo prossimo che vedrà l’Argentina di Sabella di fronte alla Romania. Peruzzi, numeri alla mano, è uno dei migliori difensori del Catania per rendimento fino a questo momento. L’argentino ha una media voto (media quotidiani sportivi nazionali) del 6,05 ed è secondo solo a Rolin che ha una media del 6,06. Il gol realizzato contro la Lazio è solo la conferma della bontà del calciatore in termini di impegno, sacrificio e precisione. Va dato atto a chi lo ha portato a Catania, vale a dire il vice-presidente Pablo Cosentino, di aver saputo bruciare la concorrenza di importanti club tra cui il Manchester City per assicurarsi uno dei migliori talenti classe ’92 in circolazione.

Per commentare lo strepitoso momento di Peruzzi e per conoscere meglio l’uomo e il calciatore rossazzurro, la redazione di “CalcioCatania.Com” in esclusiva assoluta è riuscita a rintracciare in Argentina e ad intervistare il cugino di Gino Peruzzi, Walter Ribonetto. Ribonetto è stato anche lui un difensore e in carriera ha giocato con Lanus, Rosario Central e Quilmes. "Tino" come viene chiamato in Argentina Ribonetto, ha visto crescere Peruzzi umanamente e calcisticamente ed oggi si dice ancora più convinto sul brillante futuro del cugino.

Hola Walter, puoi spiegarci come siete cugini con Gino Peruzzi e ci racconti la storia della vostra famiglia

“Mia mamma con il nonno di Gino sono fratelli. Io e mio cugino abbiamo sempre vissuto a Corral de Bustos, siamo cresciuti in questa città così come le nostre famiglie. Quella di Gino è una famiglia unita. Sia il padre che la madre sono umili lavoratori. Lui è figlio unico e i suoi genitori lo hanno sempre sostenuto nella sua carriera calcistica fino a seguirlo a Buenos Aires quando giocava nel Velez. Lui è cresciuto ed è diventato un calciatore professionista seguendo i valori e le esperienze che gli hanno insegnato i suoi genitori. Avere al fianco una famiglia come quella di Gino è sempre di grande aiuto per un ragazzo che vuole intraprendere la carriera di calciatore”.

Entrambi avete iniziato a dare i primi calci nel Club Corralense. Possiamo dire che rappresenta il vostro marchio di famiglia da un punto di vista calcistico?

“La carriera di Gino è iniziata presto giocando nel Corralense, club della nostra città. Da giovanissimo è stato tesserato dal Velez Sarsfield dove ha giocato in tutte le formazioni giovanili e con cui ha debuttato nella Primera Division. E' vero che il Corralense ha segnato la storia calcistica della nostra famiglia, infatti il padre di Gino è stato il mio tecnico nella prima squadra ed oggi casualmente è nuovamente allenatore del Corralense. La nostra è stata sempre una famiglia 'futbolera'”.

In poche parole come descriveresti sul piano caratteriale ed umano tuo cugino Peruzzi?

“Gino è un ragazzo molto buono e molto umile. Come ho già detto è cresciuto in un ambiente di sani principi. Quello che mi preme maggiormente sottolineare è la serietà e la responsabilità di mio cugino. Quando è stato chiamato dal Velez per andare a giocare a Buenos Aires non si è montato la testa. Con grande umiltà è andato lì con l'obiettivo di giocare nel calcio professionistico. Ci è riuscito e il merito oggi è tutto suo”.

Come avete vissuto il giorno della prima convocazione di Peruzzi nella nazionale maggiore argentina e secondo te quante chance ha oggi di andare a giocare il prossimo Mondiale?

“Il debutto nella Seleccion è qualcosa di fantastico per qualsiasi calciatore. Per noi è stata una bellissima sorpresa e un grande motivo di orgoglio. Se pensiamo che ha debuttato in Nazionale in età giovanissima è ancor più gratificante. Gino si è guadagnato la Nazionale argentina con merito. In un primo momento infatti aveva giocato poche partite nel calcio professionistico e si poteva pensare che fosse un giocatore con poca esperienza. Non è stato però un problema perchè ha dimostrato con i fatti di poter meritare un posto in Nazionale. Oggi ha molte chance di giocare la prossima Coppa del Mondo in Brasile perchè ci sono pochi giocatori in Argentina con le sue stesse caratteristiche”.

Javier Zanetti ha definito Peruzzi il suo erede. Sei d'accordo con il pensiero del giocatore interista e che futuro prevedi per tuo cugino?

“Gino è giovane ed ha un grande futuro di fronte a se. Sicuramente ancora deve migliorare tanto. L'esperienza la guadagnerà di anno in anno, di partita in partita. Oggi gioca in un campionato molto competitivo come quello italiano in cui può confrontarsi con importanti calciatori e Zanetti è uno di quei campioni da cui può imparare tanto. Nel suo ruolo ha già dimostrato di essere molto bravo. Anche io lo vedo come erede del capitano dell'Inter. Peruzzi ha tutto quello che serve ad un terzino: piedi buoni, velocità, buona proiezione e sa difendere molto bene. E' un giocatore completo. Il futuro? Nel calcio non si sa mai cosa può accadere. Era andato a giocare al Velez con l'obiettivo di fare esperienza nella Primera Division ma poco dopo si è ritrovato a giocare nel calcio europeo. Ha ottenuto sempre l'obiettivo che si era prefissato e quindi sono sicuro conoscendo mio cugino che un giorno diventerà un grande calciatore”.

In famiglia seguite tutte le partite di Gino e quindi fate anche il tifo per il Catania?

“Seguiamo sempre le partite di Gino. Io sono un appassionato di calcio e cerco di guardare quante più partite possibili del campionato italiano. In ogni caso anche quando non posso cerco di aggiornarmi sui risultati e sono lì in attesa di avere notizie del Catania e di Gino. Ho visto la partita con la Lazio e ho gioito per il gol di mio cugino. Mi dispiace che la squadra sta lottando per non retrocedere. A mio avviso l'organico è buono e non merita quella posizione di classifica. Conosco la maggior parte degli argentini del Catania, posso citare Spolli, Andujar, Bergessio, Izco, Rinaudo, Leto, Casto, Pablo Alvarez e non vorrei rischiare di dimenticarne altri”.

Walter, ti do la possibilità di salutare tuo cugino e di mandare a lui un messaggio.

“Sono un ex calciatore e sono felice quando viene data ai giovani l'opportunità di mettersi in mostra nel calcio professionistico, sia in Argentina come in qualsiasi altra parte del mondo. Io e Gino siamo nati nella stessa città e siamo cresciuti insieme, quindi sono felice per ciò che sta facendo e lo sarei ancora di più se giocasse la Coppa del Mondo. Mio cugino ha enormi potenzialità, non deve allentare ma deve continuare a crescere dando ascolto a quella gente che lo vuole bene e che lo indirizza nella strada giusta. Mi auguro per lui tante soddisfazioni personali e con il suo club. Gino nella sua breve carriera ha già dimostrato grandi cose. Sono sicuro che si parlerà a lungo di lui e bene. Mando un affettuoso saluto a distanza a mio cugino e a tutta la gente di Catania con la speranza di vivere sempre momenti felici, oggi e in futuro”.