È l'ambiente che deve crescere, non solo la società Catania FC

L'ultima immagine casalinga del Catania 2023

L'ultima immagine casalinga del Catania 2023 

Un'ampia riflessione di Max Licari sulla tabella del monte ingaggi della C pubblicata dalla ''Gazzetta dello Sport''

Questa è la fotografia del monte ingaggi della Serie C pubblicata dalla "Gazzetta dello Sport", non dal "Corriere del Sangeli" o dal profilo social di qualche improvvisato Vate del Vuoto Pneumatico. Il Catania risulta al sesto posto complessivo (terzo nel suo girone) con quasi 7.500.000 euro di spese di soli ingaggi più premi.

Adesso, facendo la doverosa premessa che, per esempio, Benevento (primo), Spal (terza) e Catania abbiano speso male o malissimo una mole così ingente di denaro (per la categoria, ovviamente), e che l'Avellino medesimo (secondo) si ritrovi attualmente a ben otto punti dalla capolista Juve Stabia (società virtuosa, in testa meritatamente al campionato con un budget di circa un milione e mezzo di euro), per cui il giudizio negativo riguardo alla composizione dei rispettivi organici permane intatto e adamantino, la domanda sorge spontanea: da quali misteriose fonti potevano giungere le notizie, date per sicure da alcuni, secondo cui il Catania FC avesse messo in campo un budget complessivo (quindi, non solo afferente agli ingaggi, ma addirittura a tutta la gestione della società) pari a circa 2.000.000 di euro, sottintendendo o la volontà di non investire del Gruppo Pelligra oppure, ancor più subdolamente, l'effettiva debolezza finanziaria dello stesso, quasi a insinuarne la caratura di "bluff" avallato da chi (il sindaco pro tempore) lo scelse dopo il fallimento del Catania 1946 (giustamente a furor di popolo, compresi gli accorati peana degli stessi diffusori di "incongruità" -utilizzo un eufemismo, in quanto il periodo natalizio deve in qualche modo renderci più gentili- in questione)?

La risposta è chiara: da nessuna fonte certa. Solo da voci inventate ad arte per rimestare nel torbido, per cavalcare l'onda dell'indignazione "tifosa" e racimolare da una parte qualche click sempre ben accetto al fine di raccattare qualche soldino in più (unica "politica" per determinate "realtà" che campano su questo e se ne fregano altamente, seppur legittimamente, della città e della maglia rossazzurra) oppure, dall'altra, per solleticare il proprio ego, millantando conoscenze ed "entrature" in ambito Calcio Catania (inteso come ambiente specifico degli "addetti ai lavori" e non come sporadica amicizia con questo o quel dirigente "ad interim" negli ultimi, tragici momenti di vita del Catania 1946) mai avute, proprio perché mai frequentato (e chi, come il sottoscritto, da più di vent'anni a seguito 24 ore su 24 del Catania lo può testimoniare incontrovertibilmente).

In un ambiente come il nostro, le scuse e le "spiegazioni" non si usano e, pertanto, non v'è da attendersele. Non si usa più, come fra persone intelligenti e in buona fede, ammettere i propri errori, come per esempio ha fatto il sottoscritto pubblicamente anche nel recente passato per sottovalutazioni o valutazioni non idonee dettate dallo sconforto e dall'infinito amore per il Catania 1946 che, financo, lo portarono a paventare un abbandono della professione. Le scuse non arriveranno per un motivo semplice: perché non potrebbe sussistere alcuna giustificazione plausibile alla diffusione di una cifra campata in aria che non ha il riscontro di alcun documento certo. Giornalisticamente, poi, risulta un autentico abominio diffondere o fornire la possibilità di diffusione a notizie del genere, non controllate o inventate sul momento, proprio per il danno incalcolabile che si arreca alla reputazione di una società che investe capitali sul territorio. E lo sarebbe anche nel caso inverso, qualora si pubblicassero notizie relative a fantasmagoriche cifre da Paperone attribuibili al budget destinato alla società rossazzurra o qualsiasi altra società.

La società Catania Fc ha fatto degli errori chiari sotto il profilo tecnico, errori che sono stati ammessi, un vero e proprio "unicum" dalle nostre parti. Errori che vanno sottolineati, duramente criticati e di cui va chiesta con forza un'opera di riparazione efficace. Si può sbagliare. Tutti nel lavoro di costruzione di un edificio solido possono fallire nella valutazione di un intervento, l'importante è far tesoro di quegli stessi errori e non commetterli più, progredire. Ma, esiste un "ma" enorme come le Montagne Rocciose, ed è il succo di tutto il discorso: la società etnea non ha commesso l'errore di non credere nell'investimento, non destinandogli le giuste risorse. Non ha "preso in giro" i tifosi, come qualcuno pretestuosamente ha voluto insinuare. Questa è la realtà dei fatti. Incontrovertibile.

Cosa deve insegnarci questa ulteriore dimostrazione di quanto siamo indietro nella costruzione di un ambiente calcistico in grado di supportare una corretta crescita societaria e ottenere in futuro risultati che non abbiamo mai ottenuto? Semplicemente che dobbiamo finalmente cambiare, smettere di fare "i catanesi", inteso come modello di approccio e supporto al calcio che storicamente non ci ha condotto a risultati soddisfacenti, se non in sporadici frangenti subito seguiti da rovinosissime cadute. Dobbiamo imparare ad affidarci a notizie certe e veicolate da soggetti credibili. Ad andare al di là di un titolo "acchiappaclick". Dobbiamo imparare ad avere un pizzico di pazienza in più, perché il "tutto e subito" non porta mai nulla di buono. Dobbiamo imparare a valutare secondo i parametri odierni e non quelli di cinquant'anni fa. Dobbiamo cercare con tutti i mezzi di avvicinarci al modello Atalanta, perché abbiamo le possibilità di poterlo fare, non abbiamo potenzialmente nulla di meno, sebbene le specificità del nostro comprensorio siano diverse e necessitino di adeguati "adattamenti". Serve solo tempo, anni. Anni. Ce lo dobbiamo ficcare in testa, anni. Se veramente questa è la società giusta (al momento, possiamo solo augurarcelo), la società in grado di approssimarci a quel modello e a quel livello, ci vorrà tempo, il tempo giusto. E il modo in cui il territorio di Bergamo ha supportato in più di vent'anni e continua a supportare la società orobica in questo processo è esattamente antitetico al nostro. Lo capiremo? Capiremo che serve un "salto" culturale in primis da parte nostra e contestualmente dalla società? Questa è la battaglia che, all'indomani del fallimento del mio, del nostro Amore targato 1946, mi sono ripromesso di combattere. Per me, è più importante, in questo preciso momento storico, degli stessi risultati del Catania Fc (pur fondamentali, intendiamoci). Non defletterò.