Cosi di Catania (calcio): la prima volta (in serie A)

Piero Andreoli, tecnico del Catania anni cinquanta

Piero Andreoli, tecnico del Catania anni cinquanta 

Nuovo appuntamento con i 'cosi catanisi' di Alessandro Russo

Buongiorno, buongiorno.
Oggi si parte con la “confessione preliminare” d’un giornalista siculo che stimo e che si chiama Mario Barresi: «Ogni volta che si parla dei ‘bei vecchi tempi andati’ c’è una robusta dose di tristezza da inghiottire. No, non è affatto nostalgia, soprattutto per chi non li ha vissuti, quegli anni.»

Ordunque, arrivati a questo punto, con un semplice rimbalzo all’incontrario di sessantaquattr’anni non ci resta che tornare immediatamente in serie A, ma soprattutto ci tocca di prepararci a parlar di “prima volta”. Il Catania calcio non appartiene ora al romano Arturo Michisanti e non è sull’orlo di un baratro: niente più crisi e nemmeno neri presentimenti. Il nuovo numero uno è Giuseppe Rizzo, un catanese ben ammanigliato con CISL e Democrazia Cristiana e pure vicepresidente nazionale dell’Azione Cattolica. Accanto al Rizzo son bravi a far quadrar i conti e risolvere un’immane situazione debitoria i signori Giuseppe Galli e Sebastiano D’amico, entrambi avvocati: il primo è vulcanico e impetuoso, l’altro saggio e ponderato. Il mister è Piero Andreoli ed è veneto: ha il polso fermo e ama il dialogo. Il suo pedigree è quello d’un calciatore talentuoso con lo scudetto al petto.
La squadra è forte in ogni reparto e l’asso è Michele Manenti, una mezzala che flirta con il gol. In porta c’è Seveso che viene dal Milan, con cui s’alterna di tanto in tanto Pattini; in difesa ecco Pirola, Baccarini, Bravetti e Santamaria, ma il pezzo forte rimane un centrocampo dai meccanismi perfettamente oliati. Lo comanda a menadito il direttore d’orchestra Enzo Bearzot e con lui giostrano Biancardi, Marin, Cattaneo, Pirola, Fusco e Perni. In attacco i quattro assi sono Bassetti, Micheloni, Klein e Quoiani. Una istituzione dell’intera cumacca è il mago dei muscoli Ferruccio Pallotta: massaggiatore, infermiere, consigliere e factotum dal cuore d’oro.

Festeggiamenti in Piazza Duomo(Foto: Tutto il Catania minuto per minuto) 



Domenica ventitré maggio millenovecentocinquantaquattro il liotru è allo stadio Sinigaglia di Como dove gli basterebbe un sol punto per volare in A. Il tema tattico del match è uno: la truppa etnea sta guardinga e quella comasca va all’attacco. I ragazzi di Andreoli interpretano correttamente l’incontro; per prima cosa innalzano un muro a metà campo e poi lo chiudono a chiave serrandolo col catenaccio. A quel punto il Como si disorienta e comincia a girare a vuoto perdendo lucidità. Nella ripresa il copione cambia, giacché il Catania allenta il catenaccio e azzarda alcune sortite in avanti. Codeste puntate a rete rossazzurre tengono in apprensione la difesa lombarda, epperò lo zero a zero non si schioda. D’incanto, il triplice fischio del signor Francesco Canepa di Genova sancisce la prima storica promozione nell’Olimpo del calcio, magnifico coronamento d’una stagione
memorabile.

«Il Catania è in serie A. -scrive Ezio De Cesari sul Corriere dello Sport- Con la cocciutaggine di buoni siciliani di tempra antica è risorto dopo una scossa come quella del famoso spareggio di Firenze che avrebbe fatto crollare chiunque; ha ricostruito pietra su pietra il suo edificio mal ridotto, si è preso la sua rivincita. Un trionfo meritato, frutto di tanti anni di passione e di sacrifici, premio per una folla innamorata della sua squadra come poche.»
Nulla lascia al caso l‘apposito comitato per i festeggiamenti; in città c’è un entusiasmo esagerato per un’accoglienza stratosferica. Il programma è variegato e comprende curiosi eventi di contorno; per stabilire il negozio del centro con le più belle vetrine ornate di rossazzurro si bandisce un concorso.
I premi ? Un abbonamento di tribuna A e uno di B per il prossimo campionato.

Una foto del Catania 1953-54(Foto: Tutto il Catania minuto per minuto) 



Allorquando in piazza Duomo la squadra e le autorità politiche s’affacciaNo uno ad uno dai balconi del palazzo comunale, là sotto sotto c’è un’intera città che li abbraccia con un focoso slancio. Anche questa volta notevole è l’energia oratoria dl presidente Giuseppe Rizzo: «Miei cari amici sportivi: indimenticabile. Per quanto visto sin qui non si può usare altra parola. È lo sport che vive in tutto questo, ed è una constatazione che esalta: noi passiamo ma lo sport resta. Come testimone di civiltà e del livello d’una provincia. Lo abbiamo sofferto questo campionato, amici sportivi. Dovevamo festeggiarlo dopo la partita col Padova, ma forse dietro quel triste pomeriggio vegliava la volontà, l’essenza stessa dello sport che è combattimento sino in fondo. Io vi dico questo perché a Como ho visto una squadra battersi fino allo stremo delle forze, per raggiungere l’obiettivo che ha raggiunto e che è apparso ancora più bello. Indimenticabile, se voi pensate all’inizio di questo campionato: disagio, crisi, pessimismo. Abbiamo aperto una porta alla speranza d è venuta la più bella vittoria, la vostra vittoria. Il lavoro è stato molto duro. Vogliamo far delle cifre ? Di oltre duecento milioni di debiti, ne abbiamo pagati centosessanta Io ho mote persone da ringraziare. Piero Andreoli, un tecnico che alla modestia accoppia passione e generosità senza limiti. Generoso, onesto, amico di Catania sportiva. Devo ringraziare i giocatori tutti, in questo momento il mio pensiero va a Santamaria, trattenuto al capezzale della madre gravemente ammalata e che tuttavia aveva insistito perché il suo Ferruccio non mancasse a questa manifestazione che voi avete preparato. Ringrazio il sindaco La Ferlita che ci è venuto incontro in ogni circostanza, il segretario Zibana gli impiegati, i tecnici i dirigenti tutti e l’assemblea dei soci. Ma soprattutto ringrazio voi, amici sportivi che sempre ci siete stati vicini. Il Catania in A deve restar e per questo io vi dico: sottoscrivete il prestito rossazzurro che oggi è l’unico strumento valido per una degna campagna ingaggi. Viva gli sportivi di Catania, viva il Catania.»

Festeggiamenti rossazzurri per la prima promozione in A del Catania(Foto: Tutto il Catania minuto per minuto) 



«Consentitemi, o carissimi concittadini – parola ora al sindaco- di porgere, da questa storica piazza che assomma tutte le glorie della nostra città, il mio augurale saluto a questi nostri giovani atleti che portano a Catania una grande conquista che non è solo il vanto degli sportivi ma di Catania tutta. A questi cari ragazzi, che noi consideriamo concittadini, per l’ardore e per la tenacia che hanno profuso nella loro battaglia, io dò il benvenuto e porgo l’abbraccio affettuoso a nome di tutti voi. E in quest’ora per noi d’immensa gioia, consentitemi di formular l’augurio che anche la squadra della nostra città consorella Palermo possa restar in serie A. E insieme a Palermo, voglio formulare l’augurio a un’altra città isolana: Cagliari. All’augurio aggiungo una promessa. A nome dall’amministrazione comunale dichiaro che la società verrà assistita in ogni circostanza e che farò del mio meglio perché venga completato uno stadio degno della passione e dei meriti di Catania sportiva. La serie A è una conquista che ci esalta, è stata una aspirazione per generazioni di catanesi: ora che ci siamo occorre ad ogni costo difenderla. E se è vero che i dirigenti della società meritano riconoscenza dalla cittadinanza, è necessario anche aiutarli nel loro continuo duro lavoro. Per questo vi invito ad appoggiare ogni loro iniziativa e a dare il vostro apporto concreto alla vita del sodalizio. Non siamo in serie A e in serie A resteremo. E aggiungo che non è questa la nostra massima aspirazione: chi ha detto che Catania in un futuro più o meno lontano non si possa conquistare la gloria dello scudetto?»



23 maggio 1954 COMO-CATANIA 0-0
33. giornata campionato nazionale serie B

Como Rigamonti, Origgi, Brancaleone, Boniardi, Baucè, Mezzadri, Malighetti, Palazzoli, Ghiandi, Gritti, Caprile.

Catania: Pattini, Baccarini, Bravetti, Bearzot, Santamaria, Fusco, Pirola, Manenti, Quoiani, Klein, Micheloni.

Arbitro Canepa di Genova.

Il portiere lariano Rigamonti allontana coi pugni un cross di Klein (Foto: Tutto il Catania minuto per minuto)