Cosi di Catania (Calcio): L'urlo disperato di un innamorato tradito

Gaetano Nicolosi e Giovanni Ferraù

Gaetano Nicolosi e Giovanni Ferraù  

Nuovo appuntamento con la rubrica del nostro Alessandro Russo

La partita è finita, noi l’abbiamo persa e si tratta d’una sconfitta assai amara: shalom.
All’interno del campo sportivo Domenico Francioni, in mezzo a molto nervosismo e all’ennesima prestazione negativa, una cosa si è vista bene: la squadra rossazzurra è più morta che viva, per tacere poi della società. A Latina in teoria dovevamo riprenderci i punti che in pratica ci eravamo tolti da soli, ma invece le cose sono andate in modo quasi del tutto storto.

Perdindirindina, in occasione della scorsa partita, uno dei nostri calciatori più in palla manco convocato fu. Vero è che mister Baldini ha parlato di semplici “motivi personali” ma le voci di corridoio e un pizzico d’intuito ci dicono altro. In sintesi, la verità è che dalle nostre parti succedono delle cose che capitano nei tornei aziendali-dopolavoristici. In campo i giocatori sono confusi e sfilacciati ma è fuori dal rettangolo verde che le cose vanno peggio e pertanto mi chiedo quale sia la logica di ciò.

In sostanza, durante la gara è mancata la cattiveria e invece dopo hanno ripreso ad abbondare parecchio finto buonismo e poco altro ancora. Attualmente il Calcio Catania non è in grado di attaccare la profondità ma solo di calare a picco e toccare il fondo. Non ci sono tracce di validi schemi né strategie tattiche che funzionino a eccezione di quelle che consistono nel far disinnamorare i supporter dell’elefante facendogli passare la voglia di far il tifo per il club del cuore: uno strazio.

La situazione è terribile e va oltre questa agonia continua degli ultimi sei mesi dell’anno di grazia duemilaventuno: non ci sono parole né giustificazioni.

Siamo provinciali ed è per questo che la società Calcio Catania, lei proprio lei, proprio quella della matricola storica, non favella più e non dà alcuna risposta. Non va dimenticato però il fatto che quasi nessuno alla dirigenza rossazzurra porge, magari una volta ogni tanto, delle domande serie e sensate.

Delusione rossazzurra: un'immagine vista troppe volte 




Ogni sette giorni, per lo più di domenica, c’è la partita di pallone e chi vuole la può guardare tranquillamente dagli spalti o in tivù oppure sul proprio telefonino, nel caso in cui non abbia ancora scaricato il super green-pass oppure abbia perso la voglia di andare allo stadio. Ci sono in ballo penalizzazioni a go-go, istanze di fallimento, messe in mora, soldi da rimborsare ai tifosi e tante altre cose spiacevoli ancora, epperò nessuno sa cosa stia succedendo davvero all’infuori del campo di gioco, negli spogliatoi e nelle stanze dei bottoni. Stiamo parlando di calcio, ma a me pare invece di scrivere di pugilato e di un boxeur in casacca rossazzurra che giace e stramazza a terra. Si aspetta però ancora il gong e l’importante è non disturbare i manovratori.

Nelle casse societarie non c’è un euro e non ci sono manco cento lire, però siamo pieni zeppi di sponsorizzazioni e abbondiamo d’interlocuzioni. In più, da un paio di settimane, tre al massimo, ci sono perfino dei tecnici nominati dal Tribunale e questi signori hanno un compito, sarebbe a dire quello di passare al setaccio ognuna delle nostre operazioni economiche-finanziarie.

Coloro che si domandano per quale benedetta ragione ci è stata concessa la grazia di partecipare a codesto mediocre campionato nazionale di terza serie, dimenticano che ventott’anni fa la Federazione Italiana Giuoco Calcio doveva invece iscriverci e non lo ha fatto.

In breve, quindi, ora, siccome si dice in giro che nella vita tutto torna, siamo pari o forse ancora no: chissà.
Certuni, però, vanno oltre quando sostengono che i nostri calciatori abbiano mollato falsando di fatto il campionato. Qualcuno dei nostri atleti potrebbe avere il mal di pancia, un altro soffrirebbe il mal d’Africa, uno di loro probabilmente si sarebbe rotto le scatole. Potrebbe insomma essere, secondo costoro, che una parte dell’intera rosa rossazzurra aspetterebbe con ansia il duemilaventidue per cambiare aria, visto che il clima a Torre del Grifo si sarebbe fatto irrespirabile e insopportabile.

Questa è la settimana che precede il derby col Palermo e a chi sorridendo si permette di ricordarmi che quello che affronteremo tra poco non è il vero e blasonato sodalizio rosanero rispondo che c’è molto poco di tangibile e di reale pure nel Calcio Catania di oggi. Coloro i quali oggi dirigono la società rossazzurra sono propriamente gli stessi che non hanno infatti bisogno di alcun piano B, perché coi fatti hanno dimostrato all’intero pianeta di non avere in testa manco il piano A.

È già il sei dicembre, e questo significa che tra quindici giorni ne avremo ventuno e il tribunale ci dirà di più circa il futuro del Calcio Catania.
Oggi io, purtroppo, non sono ottimista, né sereno e nemmanco fiducioso.
Saluti per tutti.
Alessandro Russo

Post Scriptum contenente una postilla e due interrogativi.
È una cosa orrenda fare fiasco ma è una cosa ancora più orrenda aggrapparsi a false verità, anche perché fallire nel calcio di oggi è normale, soprattutto se capisci che lo hai meritato. Alla fine concludi ma inizi di nuovo come, del resto, hanno fatto piazze più importanti della nostra.


Non sarebbe bello rifarsi una nuova identità e dimenticarsi di Attaguile &Proto, di treni del gol, di ex-presidenti ferrovieri, di ex-dirigenti dal marcato accento napoletano e infine pure della società per azioni Sport Italia Group Investement?
Siamo proprio sicuri che tagliare i ponti col passato significherebbe cancellare i meriti di Ignazio Marcoccio di Angelo Massimino, di Grazia Codiglione e di pochi altri ?
Inshallah


17. giornata serie C girone C- 05 dicembre 2021
LATINA-CATANIA 1-0
Latina Cardinali, Carissoni (46' Nicolao), Esposito, Giorgini, Ercolano (69' Teraschi), Tessiore (83' Marcucci), Amadio, Di Livio (58' Barberini), De Santis, Carletti (83' Jefferson), Sane. All. Di Donato
Catania Stancampiano, Calapai, Claiton (85' Albertini), Monteagudo, Ropolo (60' Pinto), Russotto, Rosaia (60' Maldonado), Greco, Russini (85' Biondi), Moro, Sipos (60' Piccolo). All. Baldini
Arbitro Scatena di Avezzano
Gol 29’ Sane



75 anni di storia