Ciao, Baffo Labrocca...

Mimmo Labrocca è il terzo da sx fra gli accosciati (Foto: Alessandro Russo)

Mimmo Labrocca è il terzo da sx fra gli accosciati (Foto: Alessandro Russo) 

Un omaggio a Mimmo Labrocca, scomparso nella giornata di ieri, a cura del nostro Alessandro Russo

Nel giorno del suo settantesimo anno, ieri, giovedì 18 agosto 2022, è venuto a mancare Mimmo Labrocca, in rossazzurro dal 1975 al 1981 e, dopo un'annata al Siracusa, dal 1982-83, anno del salto in Serie A dopo gli spareggi di Roma. Mimmo Labrocca ha indossato la maglia del Calcio Catania in 220 gare ufficiali, piazzandosi all'ottavo posto nella classifica fra i più presenti in rossazzurro, dal 1946 al 2022. Noi, di CalcioCatania.Com, lo vogliamo ricordare attraverso uno splendido ritratto, dipinto da Alessandro Russo, esposto nella galleria d'arte catanese dell'amico Mimmo Rapisarda.


"Grazie alla scrittura – lo sostiene la mia amica Giovanna Giordano - si entra in mondi sconosciuti e si trovano nuovi compagni di viaggio. Chi scrive è come se chiedesse al lettore: vuoi venire con me, per favore?”. Ordunque, quest’oggi invito ciascuno di voi a lasciar perder ogni cosa per qualche minuto. Se vi sta bene, al mio ‘tre’ si leva l'ancora e, di grazia, si salpa verso l’estate dell’anno del Signore 1975; a quel punto attraverseremo tutti insieme il mare magnum della memoria dell’elefante rossazzurro per veleggiare con brio verso un’icona del Catania a cavallo tra gli anni settanta e ottanta.

Mentre Bob Marley gorgheggia “No woman no cry” facendo esplodere la musica reggae nel pianeta Terra, mamma Rai stabilisce le nuove denominazioni di Rete 1 e Rete 2 per i canali della tivù nazionale. Nel nostro Belpaese un quotidiano costa 150 lire e la tazzina di caffè 120; con 300 lire invece ci si assicura un litro di benzina super. Intanto un giovanotto con baffoni da guerriero indossa per la prima volta una casacca a strisce verticali rosse e azzurre con un enorme “2“ cucito sulle spalle. Esteticamente poco raffinato, ma dotato di grande carica agonistica, è un arcigno difensore alto 170 centimetri per 68 chilogrammi di peso. Nato ventitre anni prima all’Asmara, in Eritrea, possiede una muscolatura possente, grinta a volontà e tanta smania di affermarsi. Ama spaziare sulle fasce laterali e rende al massimo su quella di destra, dove a più riprese parte impetuoso al galoppo. Epperò, allorquando le esigenze tattiche lo richiedano, si adatta anche a compiti di marcatura. Ha il temperamento di un vero combattente e l’instancabile falcata in progressione di un purosangue inglese mentre il suo hobby è andare al cinema.

“Ricordo per filo e per segno –parola di Mimmo Baffo Labrocca -il debutto in rossazzurro. Mercoledi 27 agosto ’75, stadio Sant’Elia di Cagliari: quel Catania aveva riconquistato la B due mesi prima e il mio sorvegliato speciale era il numero undici ‘Rombo di tuono’ Gigi Riva. Finì zero a zero e -seppur per una gara di Coppa Italia- mi ritenni soddisfatto della mia prestazione.

Ero giunto alle falde dell’Etna desideroso di diventar qualcuno in campo calcistico nazionale, dopo un bel campionato disputato nelle fila del Siracusa condito da otto reti realizzate. Del calore della mia nuova città sapevo già tutto; di fuochi d’artificio, tric-trac, frizzi e lazzi sin a notte da San Cristoforo a Picanello all’indomani della promozione nella stagione precedente, mi raccontavano sera per sera i Ciceri e i Malaman. Tra i cadetti avevo debuttato con la Casertana e, se vogliamo, nel mio palmarès personale c’era persino uno scudetto.

Proprio così; pur senza esser mai schierato in incontri di campionato, nella stagione 1973-‘74 avevo fatto parte della rosa di prima squadra della Lazio che si era aggiudicata il titolo di campione d’Italia. Era il periodo in cui, in seguito all’ennesimo aumento del prezzo del petrolio, il governo aveva appena decretato i provvedimenti di austerità. Per diminuire i consumi di carburante i giorni festivi nelle strade non circolavano auto né motociclette. In breve, la domenica andavo allo stadio con il pullman della società che passava dove abitavo. Una volta non sono andato e abbiamo perso in casa. Morale, il martedì alla ripresa degli allenamenti la colpa della sconfitta fu addebitata proprio a me.

Tra campionato, spareggi e gare di Coppa Italia, la maglia del Catania l’ho indossata in più di duecento occasioni ufficiali. Non posso negare che i flashback che porterò sempre con me sono legati alle due promozioni conquistate ma ricordo con struggente nostalgia anche il presidentissimo Massimino. La partita di cui con maggior piacere conservo memoria è quella vinta negli spareggi all’Olimpico di Roma contro il Como.

Di tanto in tanto ripenso al gol contro il Campobasso con un bolide da fuori area dopo una cavalcata di sessanta metri in un Cibali strapieno o a quello che ho insaccato deviando il calcio d’angolo di Nicola Fusaro per battere con il minimo scarto il Modena nel gennaio del ’77. Pochi mesi dopo saremmo retrocessi in C e ancora oggi non so darmene una spiegazione."