Catanzaro-Catania 0-0: Sulla scia della mediocrità

Davide Agazzi, l'ombra del giocatore ammirato a inizio stagione

Davide Agazzi, l'ombra del giocatore ammirato a inizio stagione 

Il pari conferma un andamento in controtendenza rispetto alle aspettative sventolate dalla società.

Per come si sta mettendo la stagione del Catania, ormai a distanza siderale dalla parte alta della classifica e a pieno titolo impelagato nella lotta per evitare i playout, il punto conquistato al “Ceravolo”, contro una diretta concorrente, nelle condizioni atmosferiche al limite in cui si è disputato il match odierno, potrebbe anche rappresentare un buon risultato per la formazione di Pancaro. Ma il condizionale è d'obbligo, se andiamo a guardare gli altri risultati di giornata: il Melfi si è rilanciato battendo l'Ischia e portandosi a -3 dagli etnei; la Juve Stabia ha sepolto il Martina e può respirare, pur momentaneamente; l'Akragas è giunto alla quarta vittoria in quattro partite sotto la gestione Rigoli e sembra lanciato verso un tranquillo finale di stagione. Mentre scriviamo queste righe si sta disputando l'ultima partita di giornata, quella tra il Monopoli, attualmente 14° e un gradino sotto il Catania, e la capolista Benevento. Se i pugliesi dovessero compiere l'impresa e battere la formazione di Auteri, scavalcherebbero i rossazzurri condannandoli a precipitare nella fatidica zona playout. E i prossimi incontri in programma per gli etnei, a cominciare dalla sfida in programma al “Massimino” contro “l'arrabbiata” Casertana, non sono per nulla incoraggianti...

Mini-rivoluzione di Pancaro, ma ogni reparto palesa dei limiti
Una tantum Pippo Pancaro sorprende, e pur confermando il solito 4-3-3 opera una serie di cambi, in parte perché condizionato dal precario stato di forma di alcuni titolari (come Calil) in parte per scelte tecniche pubblicamente riconosciute (vedi l'esclusione di Nunzella, alla prima “presenza in panchina” in campionato). Colpisce in particolar modo la rivoluzione operata nel reparto arretrato, dove Pelagatti viene schierato nel ruolo di terzino destro e Parisi sul versante opposto. La scelta di non prendere un vice-Nunzella a Gennaio e affidarsi al reintegro di Ramos, poi sfumato per disaccordi col giocatore, a posteriori non si è rivelata felice: Parisi ha fatto quel che ha potuto in fase difensiva, a volte coprendo, altre volte subendo; ma trovandosi sulla fascia opposta rispetto al piede di calcio non ha potuto aggredire il campo in proiezione offensiva come ha dimostrato di poter fare sull'out di destra. Pelagatti da par suo è parso ancora più in difficoltà sull'attivissimo Squillace, tant'è che il reparto difensivo ha retto unicamente grazie alla classe ed esperienza di Bergamelli e all'attenzione di Liverani sui – peraltro non trascendentali – tentativi degli attaccanti giallorossi. Il centrocampo ha palesato per l'ennesima volta i limiti della soluzione “triplo mediano” ormai puntualmente adottata da Pancaro. In attacco, senza una vera e propria prima punta al 100%, il tecnico di Acri ha puntato sul dinamismo del tridente Russotto-Calderini-Falcone, ma neanche il vento a favore nella prima frazione di gioco ha fatto sì che i tre riuscissero a imbastire occasioni degne di questo nome. Particolarmente negativa la prova di Calderini, che in altre occasioni da centravanti aveva fatto decisamente meglio. L'ex Cosenza si è parzialmente riscattato nel finale quando, dopo l'ingresso di Lupoli, è tornato al suo ruolo preferito, quello di esterno offensivo.

Bombagi e Lupoli scelte di mercato ancora da decifrare
Poche le note liete di giornata. Detto della sicurezza e affidabilità di Bergamelli, leader della difesa, da segnalare il rientro di Russotto dopo oltre un mese di distanza dall'infortunio rimediato contro il Monopoli. L'ex di turno ha disputato un buon match in particolar modo nel primo tempo, ma il suo lavoro sulle fasce non è stato concretizzato a dovere dai compagni, in particolar modo da Agazzi, evanescente in occasione degli inserimenti in area sui traversoni del compagno. Il Pessina ammirato nei primi 45' di Ischia attualmente merita più dell'ex Lanciano e di Musacci una maglia da titolare. Lo stesso non si può ancora dire di Bombagi e Lupoli, fin qui ingiudicabili, anche se l'ex Juve Stabia stava quasi per risolvere la partita con la conclusione di testa su cross di Calderini nel finale. Acquistato per rimpiazzare Scarsella nel ruolo di mezzala offensiva, in realtà nello spezzone contro il Lecce e anche oggi ha dimostrato di possedere colpi da esterno offensivo che è poi il ruolo che ha quasi sempre ricoperto in carriera. Un potenziale doppione, quindi, che se non dovesse essere rilanciato a dovere da Pancaro nel nuovo ruolo rischierebbe di bruciare l'investimento operato dalla società. Lupoli invece è reduce dalle noie fisiche patite in settimana, al pari di Calil. Al riguardo, sull'ex Pisa un interrogativo sorge spontaneo: se si cercava un attaccante in grado di sopperire all'infortunio di Plasmati e al contempo di fare da spalla a Calil, perché si è puntato su un giocatore che nel girone d'andata non ha certo brillato dal punto di vista della condizione fisica? Qualunque risposta si possa dare agli interrogativi di mercato, quel che è certo è che ormai questi sono gli uomini a disposizione e con questi il Catania dovrà raggiungere il proprio obiettivo di stagione, anche se viene da chiedersi perché la società di via Magenta non prenda esempio da tutte quelle squadre (come Akragas, Matera, Lecce, lo stesso Catanzaro) che dopo il cambio di allenatore hanno cambiato finalmente anche il passo.

Polemiche fragorose introducono una sfida al cardiopalmo
Sabato prossimo alle ore 15 è fissato l'appuntamento con l'orgoglio. Non tanto della piazza, che continua a manifestare il proprio attaccamento viscerale ai colori da inizio stagione, quanto del gruppo e soprattutto dell'allenatore. Quella con la Casertana è una sfida delicatissima, sotto vari punti di vista. Una mancata vittoria potrebbe far precipitare definitivamente la squadra in zona playout, con tutte le scorie negative che potrebbero seguire. I campani sono in fase calante ma lamentano arbitraggi a sfavore (anche in modo pittoresco, come dimostrato dal patron Lombardi che ha invitato i propri giocatori ad abbandonare il campo a pochi minuti dal termine dell'incontro poi perso contro il Cosenza). Non sorprenderebbe dunque una partita basata sull'intensità da parte della formazione di Romaniello, alla quale bisogna rispondere con altrettanta grinta e con qualche idea tattica differente, ma forse una richiesta del genere per Pancaro è di troppo. Resta il fatto che la quarta partita consecutiva senza reti e senza i tre punti dovrebbe essere considerata di troppo anche da parte di quella stessa dirigenza che, a mercato finito, dichiarava con fierezza ai microfoni delle tv nazionali di puntare a vincere tutte le partite rimaste.