Catania-Perugia: in cerca di conferme
- di Salvatore Emanuele
- 30 Jan 2015 7:40
La presentazione della gara tra etnei ed umbri, in programma sabato 31 gennaio al "Massimino"
Testa bassa e pedalare
Secondo impegno casalingo per il rinnovato Catania di Dario Marcolin. A otto giorni dalla goleada rifilata alla malcapitata Pro Vercelli i rossazzurri ricevono al “Massimino” il Perugia di Camplone, altra matricola. Così come i vercellesi, anche i perugini, sono reduci da una brillante prima parte di campionato, nella quale hanno ottenuto numerosi consensi, punti importanti e una posizione di classifica ragguardevole per una neopromossa: 30 punti in 23 gare, a solo un punto dalla zona play-off. Una zona promozione che, nel corso del girone d’andata, ha visto gli umbri assidui frequentatori. Sei lunghezze più giù rispetto al Grifone – reduce dal pareggio casalingo contro il Bari – ecco un “nuovo” Elefante, rivoluzionato dalla testa ai piedi, in ogni aspetto tecnico e caratteriale. Tanti i volti nuovi visti in campo contro i piemontesi, incredibilmente in sintonia tra loro, con meccanismi che sembravano rodati da chissà quante partite di campionato alle spalle. Prestazione convincente che ha riportato cenni di soddisfazione all’esausto e deluso Popolo Rossazzurro. Segnale importante, che si spera sia solo il primo di una lunghissima serie.
Una rondine non fa primavera, questo è chiaro. Proprio per questo occorre confermare contro l’ostico Perugia l’ottima performance avuta contro la Pro Vercelli. Nel corso del girone d’andata le prestazioni positive, seppur poche, ci sono state – Vicenza, Virtus Entella, il secondo tempo di Trapani, Latina, tanto per citare le più significative – ma puntualmente i rossazzurri hanno sempre fallito la successiva prova del nove: dopo le due vittorie di fila contro veneti e liguri, infatti, gli etnei rimediarono un’incredibile sconfitta ad Avellino, vanificando quanto di buono fatto tra le mura amiche. Ecco perché bisogna battere il Perugia e, successivamente, confermarsi a Modena. Vincere, perché vincere aiuta a vincere, a cimentare gruppo e consapevolezze. L’attuale situazione di classifica, poi, non concede altre scelte: quintultimo posto a quota 24 (in coabitazione col Crotone) ad una lunghezza dal diciassettesimo posto (occupato dall’Entella) che, scaramanzia a parte, equivale alla salvezza. Proprio così, la salvezza. Perché prima di provare a correre bisogna saper camminare, bene.
Testa bassa e pedalare. Come il più umile dei gregari. Perché per proseguire la scalata sul monte cadetto la ricetta giusta è proprio questa. Come Gino Bartali che passa la borraccia a Fausto Coppi, insomma: le “prime donne” non servono più. In questo momento bisogna metter dentro testa, cuore, muscoli e cervello. Uscire quanto prima dai vortici retrocessione per avvicinarsi sempre di più ad un sole che, dopo la vittoria sulla Pro, è meno lontano. La scalata continua: “Siate folli, siate affamati, siate umili, siate Elefanti!”