Catania-Inter(2-1): Inter rati!!!

Almiron apre la 'danza della pioggia'!

Almiron apre la 'danza della pioggia'!  

Il commento al match del "Massimino" tra rossazzurri e nerazzurri. I temi caldi: Catania "stile Mihajlovic"; Montella tritura Ranieri; Il vero Almiron; A Firenze stesso coraggio.

Catania "stile Mihajlovic"
Mi ha ricordato la vittoria dell'era Mihajlovic. E questo Catania di Montella, sfrontato e propositivo, ricorda molto "quel" Catania, con una variante in più: una maggiore qualità. A centrocampo, con gente come Almiron e Lodi, la musica è cambiata rispetto ai tempi "muscolari" dei pur gloriosi Carboni & co. Per tali motivi, non deve apparire strano che i rossazzurri si siano potuti permettere di massacrare tecnicamente una mediana composta da elementi come Cambiasso, Stankovic e Zanetti, nell'ambito di una gara stradominata e vinta meritatamente contro un team incapace, a parte il gol di Cambiasso al 5', di indirizzare un solo tiro nello specchio della porta dello sfaccendato Andujar. E sì, nessun "se" o "ma" sulla netta affermazione degli etnei, giunta al culmine di una ripresa al fulmicotone risolta da un uno-due micidiale firmato dalla rete capolavoro di Almiron e dal rigore procurato da Bergessio e trasformato da Lodi, un penalty dubbio che, tuttavia, come lo stesso Ranieri ha ammesso, a velocità reale quasi nessun arbitro si sarebbe potuto esimere dal concedere. Una vittoria, del resto, legittimata da almeno altre due occasioni nitide fallite da Delvecchio e Catellani a tu per tu con l'ottimo ex Castellazzi, alla fine migliore dei suoi. I tifosi catanesi, provati da 24 ore di acqua "piena" che non li ha risparmiati nemmeno durante il match "di cartello" in scena al "Massimino", hanno così potuto vivere un altro pomeriggio di gloria, l'ennesimo di questa fortunata "era Pulvirenti. E questa volta, mi sia consentito dirlo, senza nemmeno soffrire, quasi in maniera naturale, come se fosse scontato che si vincesse in maniera inequivocabile contro un'Inter, a onor del vero, mai così dimessa. I nerazzurri di Ranieri hanno fatto una figura pessima, firmando il peggior inizio di torneo della loro storia (a 4 punti la zona retrocessione rimane lì...) e lasciando un'impressione di "dismissione", di "fine di un ciclo" talmente chiara che, fossimo in Moratti, cominceremmo a prendere in seria considerazione in funzione di un radicale rinnovamento nel prossimo futuro. Nagatomo e Maicon, a parte qualche accensione, in difficoltà su Izco e Gomez; Samuel e Lucio, lentissimi, sommersi dalla velocità di Bergessio e Gomez; come detto, i centrocampisti "annegati" nell'oceano solcato dai velieri Almiron e Lodi, neppure scalfiti, inoltre, dalla "barchetta" Muntari, classica "ciliegina" sulla torta a far da valore aggiunto per gli avversari (veramente inguardabile il mediano ghanese, cui le maglie rossazzurre procurano evidenti allergie); Pazzini e Milito (e poi lo spaesato Zarate) a non prenderne una con Legrottaglie Spolli. Questa la fotografia del match in chiave nerazzurra. Nessun alibi.

Montella tritura Ranieri
Le difficoltà di formazione le avevano entrambi i trainer: gli esterni difensivi e Biagianti per Montella; Ranocchia, Snejder, Forlan e dintorni per Ranieri. Eppure, a meglio saper venir fuori da queste pastoie, a sorpresa, si è rivelato l'allenatore meno esperto, l'ex "aeroplanino", peraltro ex giocatore del tecnico testaccino ai tempi della Roma. La riproposizione del 3-5-2 di Novara è apparsa logica, anche se con qualche interprete diverso: capitan Izco, più indicato di Lanzafame a far da esterno destro; Marchese, in campo obbligatoriamente a causa del forfait in extremis di Capuano; Ricchiuti, inserito al posto del "caldo" Delvecchio, a comporre una mediana tutta qualità e tecnica. E in attacco ancora Bergessio al posto dell'idolo Lopez. Scelte coraggiose compiute dal condottiero del team più debole (sulla carta), scelte che fanno da contraltare allo scombinato 4-4-2 di Ranieri, impostato su un centrocampo solo muscolare "impreziosito" dallo sconvolgente Muntari e due attaccanti centrali che sanno solo pestarsi i piedi l'un l'altro. L'unica fortuna di Ranieri può essere considerata il gol a freddo di Cambiasso, su chiaro errore difenivo etneo (Marchese lontano da Maicon al momento del cross, Izco "smemorato" sul centrocampista della nazionale argentina in piena area), rete che ha condizionato il primo tempo dei rossazzurri, costretti a fare la partita contro una squadra di superiore blasone solidamente posizionata nelle retrovie e, per giunta, su un campo allentato dalla pioggia. Ma solo questo. Perché, per il resto, solo abulia, scarsa sostanza atletica, lentezza esasperante e confusione tecnico-tattica hanno albergato nelle file meneghine. Il merito di Montella è proprio quello di aver insistito sulle proprie idee anche a inizio ripresa, quando già qualche tifoso invocava il Maxi Lopez della situazione. E invece, Bergessio, in forma atletica strepitosa, ha spaccato la partita in 5': prima l'assist ad Almiron e poi il rigore procurato e trasformato da Lodi. Una "doppietta" da tramortire un toro. Anche le scelte in corsa risultano efficaci e logiche: Delvecchio per Ricchiuti a dare sostanza alla mediana; Maxi per lo stremato Bergessio; Catellani per l'altrettanto stanco "papu" Gomez . Insomma, personalità, coraggio, propositività, gioco, Montella sta convincendo in questo inizio di torneo in cui i rossazzurri assommano ben 9 punti in graduatoria, con un altro paio di lunghezze lasciate a Novara per motivazioni varie ed eventuali. E' un allenatore che pensa prima a giocare e poi a distruggere, non guarda in faccia nessuno, nemmeno il giocatore più famoso (Maxi docet) e si fa guidare da quello che vede in allenamento, tanto che finora quasi tutti hanno avuto chance dal primo minuto, da Lanzafame a Izco, da Delvecchio a Catellani, da Marchese a Ricchiuti, da Sciacca a Legrottaglie. Segno che sa gestire il gruppo e tutti accettano determinate decisioni. In più, pare avere il tocco magico: dà fiducia al contestato Delvecchio e Gennarone spacca tutto; mette dentro Bergessio e l'ex depresso di Saint Etienne esplode; getta nella mischia un Legrottaglie a mezzo servizio e "fratel Nicola" sfodera una prestazione eroica a Novara e una partita sontuosa contro l'Inter; fa esordire Izco e Marianito si spara il partitone. Cosa volere di più?

Il vero Almiron
L'avevo visto camminare in campo a VIttoria e Siracusa, agli albori della sua avventura catanese. E, camminando camminando, mi aveva fatto una grande impressione. Figuriamoci adesso che ha messo benzina nelle gambe. E' il centrocampista che mancava al Catania. Da sempre. Interdice, rilancia (addirittura d'esterno...), riparte palla al piede, sforna assist (Catellani) e segna gol d'autore. Mostruoso. Se gioca semrpe così, siamo a cavallo. Oltre tutto, pare aver trovato la sua dimensione accanto al preciso e geometrico Lodi, uno con cui parla lo stesso linguaggio tecnico. Se l'alchimia si confermerà anche in futuro, ci sarà da divertirsi.

A Firenze stesso coraggio
Adesso, ci sarà da confermare condizione e attitudine al gioco anche a Firenze, trasferta difficile in casa Mihajlovic. Finora in trasferta il Catania ha incamerato un punto in due partite, incassando 6 reti. Non un ruolino impressionante. Ma il salto di qualità si farà solo quando sarà sfatato questo benedetto tabù delle gare esterne. Con questo tipo di squadra, con giocatori così esperti, non sarebbe utopico attendersi qualcosina di diverso. Ma aspettiamo, non creiamo illusioni eccessive, considerato che a Catania sei da B dopo una sconfitta e da Champions dopo una vittoria, specialmente se conseguita contro una "grande". L'importante è mantenere calma, umiltà e pensare di scendere in campo per fare la partita con personalità. Il resto verrà. Let's go, Liotru, let's go!!!