Catania-Akragas, ex: incroci pericolosi

Di Grazia e Rigoli: ieri akragantini, oggi catanesi...

Di Grazia e Rigoli: ieri akragantini, oggi catanesi... 

Focus sui doppi ex passati e presenti di Akragas e Catania

TRE COLONNE DEL PARADISO ROSSAZZURRO
Nelle ultime stagioni le storie dell’Elefante e del Gigante si sono incrociate così tanto da generare un numero di ‘nuovi’ doppi ex abbastanza notevole. Il Big Bang è stato attestato tra la primavera e l’estate del 2015: dal 26 aprile - giorno che ha segnato la promozione in D dell’Akragas di Davide Baiocco (impareggiabile combattente in campo, già rossazzurro qualche anno prima) - all’infausto 20 agosto che ha fatto piombare il Catania in terza serie. Un derby che ritorna, dopo quelli disputati negli anni quaranta, infarcito di facce già viste in entrambe le città siciliane.

L’8 novembre dello stesso anno l’Akragas si presenta al “Massimino” con un bel pezzo di storia rossazzurra assai recenti. Tra campo e panchina ci sono tre pilastri del Catania di Serie A: il difensore napoletano Ciro Capuano, il centrocampista argentino Sergio Bernardo Almiron, mentre in panchina c’è Nicola Legrottaglie, per un totale di 278 presenze in tre (rispettivamente 122 per Ciro, 81 per Sergio, 75 per Nicola). Numeri che pesano come un macigno. A completamento del plotone rossazzurro in forza al Gigante ci sono tre ex ‘elefantini’ ormai lanciati nel calcio dei grandi: il difensore croato Dragan Lovric (tra le giovanili del Catania dall’estate 2013 al giugno 2015, rientrato tra le fila etnee durante l'estate appena trascorsa per poi essere mandato in prestito nella Serie B croata), l’attaccante Fabio Aveni, messinese di Barcellona Pozzo di Gotto (il percorso giovanile) e la punta palermitana Matteo Di Piazza, l’unico tra i ‘giovanotti’ a scendere in campo. Al sestetto akragantino il Catania risponde con un trio di difensori: Tino Parisi (ad Agrigento tra il 2012 e il 2014), l’agrigentino di Grotte Desiderio Garufo, rimasto in panchina, e Andrea De Rossi, ‘costretto’ alla tribuna perché non presente nella lista campionato degli etnei. Finisce senza vincitori né vinti, anche se l’1-1 finale arride più agli ospiti…

Il sinistro chirurgico di Andrea Di Grazia 



Un girone più tardi, è il 20 di marzo, all’Esseneto di Agrigento va in scena un derby pieno di colpi di scena. Tra i padroni di casa, rispetto alla gara di andata, gli ex rossazzurri in campo sono dimezzati: oltre alle conferme di Ciro Capuano e Matteo Di Piazza, quest’ultimo riscopertosi bomber, in biancazzurro c’è anche un catanese marca liotru: Andrea Di Grazia da San Giovanni Galermo, letteralmente esploso nella Valle dei Templi. Proprio in quella giornata, il giovane elefantino, si prende una succosa rivincita verso una dirigenza che gli aveva preferito calciatori più navigati (come Calderini…). In chiusura di primo tempo u carusu insacca la sfera alle spalle di Liverani al termine di una brillante azione personale. Gol dai mille significati, esultanza interamente dedicata al papà che non c'è più. Chi non piange ma ride di gusto è il palermitano Di Piazza: il sigillo del momentaneo 3-0 è il suo.

Nel Catania l’unico ex biancazzurro è il picciotto di casa, Desiderio Garufo, che a differenza della gara di andata, vissuta interamente in panchina, naufraga con tutto l’undici etneo per tutta la durata del match. Le reti di Falcone e Nunzella non servono a rendere meno amara una sconfitta assai cocente. A dirigere quell’orchestra akragantina, non più Nicola Legrottaglie ma un certo Pino Rigoli da Raccuja…

EX ATTUALI
In estate, dopo aver conquistato una brillante salvezza ormai insperata, Pino Rigoli ha trasportato i suoi spartiti dal palcoscenico akragantino a quello etneo. La ‘prima’ è stata suonata con successo nella gara di Coppa Italia giocata in agosto al Massimino proprio contro la sua ex squadra (vittoria del Catania per 2-0). Oltre al tecnico di Raccuja, tra i rossazzurri ci sono altri due ex biancazzurri, ovvero i già citati Tino Parisi e Andrea De Rossi: difensori che difficilmente scenderanno in campo. Discorso inverso per gli agguerriti ex etnei in forza all’Akragas. In difesa ecco lo stabiese Luigi Carillo, una presenza in rossazzurro: dieci minuti contro lo Spezia nella debacle degli etnei in Liguria (3-0 per i bianconeri) nella Serie B 2014-15. In avanti spazio al palermitano Salvatore Cocuzza, prelevato dalla società etnea nell’estate del 2006 dal Catanzaro ed aggregato alla formazione primavera rossazzurra. Batteria di ex completata dal già citato Fabio Aveni, che dopo le disavventure dello scorso anno (rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro) confida in un pronto riscatto. Tra i doppi ex, una presenza anche tra i dirigenti: Christian Argurio, attuale ds degli etnei in passato per un breve periodo in biancazzurro: dal luglio al settembre 2015.

Davide Baiocco, freschissimo ex  



MI RITORNI IN MENT...EX
Classica carrellata finale con gli altri ‘doppi ex’ di Catania e Akragas. Tra i pali, l’unico rappresentante dei portieri è il taorminese Francesco Bifera, in biancazzurro nella stagione 1992-93, al Catania nella fortunata stagione 1998-99 coronata con la promozione in Serie C1. Tris in difesa: Giorgio Michelotti e Pier Giuseppe Mosti, entrambi ad Agrigento come guida tecnica rispettivamente nel 1973-74 e nel 1993-94. Giuseppe Sampino, quest’ultimo tra i protagonisti del vittorioso campionato di CND nel 1994-95.

In mediana ritroviamo Enzo Garavoglia, Alvaro Biagini (ad Agrigento come tecnico sul finire degli anni settanta), Vittorio Schifilliti, Pietro Puzone, Pasquale Marino (all’Akragas dal 1984 al 1986), Santo Ardizzone, Giuseppe Catalano, Sem Addamo (il percorso giovanile) e Davide Baiocco, quest’ultimo protagonista di una promozione sia a Catania (dalla B alla A nel 2006) sia ad Agrigento (dalla D alla Lega Pro nel 2014-15). Ristretto l'elenco degli attaccanti: Enzo Bellini, a Catania nelle vesti di calciatore prima (1937-40) e tecnico poi (1955-56, in biancazzurro come allenatore negli anni sessanta; Luigi Faita, rossazzurro nella C 1947-48 (16 presenze e una rete), con il Gigante nel 1949-50.

Nomi importanti tra gli allenatori, dove primeggia l’icona di Carmelo Di Bella. Catanese, classe 1921, Don Carmelo, prima di allenare con successo il Catania (tra il 1958 e il 1966, 1971-73 e 1976-77), ha vissuto il biennio 1952-54 sulla panchina biancazzurra, conseguendo una promozione dalla Prima Categoria alla Promozione (1952-53) e un brillante terzo posto nella stagione seguente. Altro nome altisonante è quello di Egizio Rubino, protagonista di due le promozioni col Catania, rispettivamente in Serie A nella stagione 1969-70 e in B nel 1974-75. Una promozione anche alla guida del Gigante biancazzurro, in Serie C1, conseguita al termine della stagione 1982-83. A seguire Angelo Busetta, all’Akragas nella stagione 1992-93 (in C2) in sostituzione di Mauro Zampollini, al Catania nel 1994-95 e nella parte iniziale della stagione 1996-97. Chiude la carrellata Giuseppe Caramanno, allenatore akragantino nella stagione 1975-76, al Catania nel campionato di Serie C1 1991-92.