Baronchelli a CC.COM: ''Futuro Catania? Se è vero ciò che leggo meglio la D''

 

Ai nostri microfoni l'indimenticabile capitano rossazzurro Beppe Baronchelli

Alla vigilia dell'asta per la vendita del ramo d'azienda sportivo del Calcio Catania, la nostra redazione ha voluto sentire il commento di uno dei capitani storici della formazione rossazzurro, ovvero Beppe Baronchelli difensore del Catania dal 2000 al 2003.

Caro Beppe, ci sentiamo alla vigilia di una data importante che può segnare il futuro del calcio a Catania. Che sensazioni hai?

Io dico sempre quello che penso e ti dico che se l’unico soggetto interessato è quello che leggo sui giornali, preferirei che anche l’asta di domani andasse deserta. La mia è una sensazione legata all’etica e ai fatti di cronaca e ti dico che piuttosto meglio ripartire dai dilettanti.

So che continui ad essere in buoni rapporti con Riccardo Gaucci. Pensi sia da escludere un suo interesse per rilevare il titolo sportivo?

Penso che lui vorrebbe ma non ha la forza di poter affrontare un investimento importante. Tornare a Catania per recitare un ruolo precario, significherebbe cancellare l’ottimo ricordo che Riccardo ha lasciato nel capoluogo etneo. Gli sarebbe piaciuto ritornare in una piazza in cui ha trionfato ma credo che non ha trovato il supporto ed il sostegno economico necessario per fare un investimento importante per rilanciare il calcio a Catania.

Ma, a tuo avviso, cosa sta rendendo poco appetibile la piazza di Catania? In altre città sono arrivati investitori stranieri mentre qui, chi si era avvicinato, è andato via.

Se penso a Tacopina mi viene molto rabbia. Era arrivata la persona giusta per poter rilanciare il Catania e, invece, forse per orgoglio o forse per altro, non si è stati in grado di fare tutti il passo necessario verso la direzione giusta. Poi è chiaro che probabilmente la situazione debitoria del Catania allontana un eventuale investitore interessato perché dietro ad un fallimento posso nascondersi delle insidie che, ad esempio, posso materializzarsi con un decreto ingiuntivo da parte di un creditore terzo che vuole rifarsi sulla mia società. Pertanto, dico che dal punto di vista imprenditoriale è molto più semplice prendere la squadra in Serie D, investire le proprie risorse non per risanare debiti ma per creare una società forte e, e poi provare a tornare nel più breve tempo possibile tra i professionisti.

Passando al campo, ancora una volta la squadra si ritrova a giocare all’indomani di un evento così importante. Come pensi stiano vivendo queste ore i calciatori e tutto lo staff tecnico?

L’ho già detto settimane addietro, questi ragazzi stanno dando il massimo in ogni partita. L’allenatore è stato bravissimo a compattare il gruppo, isolandolo dai problemi esterni e questo ha permesso di ottenere sempre buone prestazioni. Poi, è chiaro, il risultato è la conseguenza di tanti fattori ma la squadra è viva e non c’è nulla da recriminare. Nell’ultima gara persa contro la Paganese, ho visto che la gente ha applaudito a fine gara perché, nonostante la sconfitta, la prestazione c’è stata e il pubblico di Catania sa riconoscere molto bene questo aspetto.

Per finire, cosa ti auguri possa accadere domani alle ore 16 (orario di apertura delle buste)?

C’è qualcosa che mi fa restare ottimista ed è Il fatto che domani, 4 Marzo, è l’anniversario della morte del nostro Presidente Angelo Massimino e chissà che da lassù il Cavaliere non stia guidando qualcuno per salvare il Catania. Questo è il mio augurio poi da tifoso orgoglioso ti dico che la soluzione asta deserta non mi spaventa perché ripartire dai campi dilettantistici non sarebbe un problema per un club come il Catania che ha fatto grande la sua storia anche attraverso battaglie vinte sui quei campi.