46 miliardi di danni!!!

 

A seguito dell'incredibile richieta di risarcimento presentata dalla Juventus al TAR, nei confronti della FIGC, ecco il provocatorio pensiero di chi, in passato, ha subito danni maggiori per 'reati' assai minori.

444 cosa?
Nuovo modulo tattico? Estremizzazione del 4-2-4 del tecnico juventino Antonio Conte? Quattro+quattro+quattro=dodici. Dodici giocatori di movimento anziché dieci... I conti non tornano. L’aver appreso dell’assurda richiesta di risarcimento danni chiesta dalla società Juventus alla Federcalcio italiana, dopo un’istintiva risata di perplessità e stupore, ha scatenato in me una sorta di repulsione. Un rigetto che ha proiettato il mio pensiero a ritroso nel tempo, nell’infuocata estate 1993. Giorni di fuoco e rabbia per tutti gli sportivi catanesi. La Società Juventus chiede 444 milioni di euro per gli innumerevoli danni subiti. Forse la dirigenza della ‘Vecchia Signora’ avrà ragione perché, in fin dei conti, stiamo parlando pur sempre della società più titolata d’Italia. Forse. Perché qualche dubbio sulla legittimità di questa richiesta, però, c’è. Qualche. Riavvolgiamo il nastro della storia e rivisitiamo gli eventi e le varie tappe di queste due ‘disavventure giudiziarie’ prima di azzardar facili sentenze.

Illecito sportivo vs ritardo di pagamento
Estate 1993. La società etnea, nella figura del compianto Presidentissimo Angelo Massimino, presenta con un giorno lavorativo di ritardo la fidejussione necessaria a garantire l’iscrizione al campionato di serie C1. La Federcalcio, nella figura del presidente Antonino Matarrese, punisce il ritardo spedendo gli etnei oltre i confini del dilettantismo, ovvero l’Eccellenza.
Estate 2006. A seguito dello scandalo ribattezzato “Calciopoli” la Juventus viene retrocessa in serie B per illecito sportivi. Alla società bianconera vengono revocati gli scudetti 2005 e 2006, con quest’ultimo che viene assegnato a tavolino all’Inter. Cinque anni più tardi la sentenza definitiva condanna Luciano Moggi come principale colpevole mentre la società bianconera, nella figura del presidente Andrea Agnelli, presenta un ricorso al TAR contro la FIGC e l’Inter per disparità di trattamento. Questa la richiesta juventina: Svalutazione del marchio 'Juve' (110 milioni), perdita sul mercato (60), mancata partecipazione alle coppe europee (79), minori introiti tv (41), calo del titolo in borsa (133) e ritardo nella costruzione del nuovo impianto (20).
Domanda: quanti milioni di danni avrebbe dovuto chiedere la società Calcio Catania 1946 per esser stata maltrattata e sbattuta volgarmente, senza alcuna esitazione e ripensamento, nella polvere della serie C per un ‘ingenuo’ ritardo di pagamento di una fidejussione ? Quale risarcimento potrebbe ripianare anni bui, sofferenze infinite ed una lunga e lenta risalita a recuperar il paradiso perduto (con tanto di interessi). Quale somma potrebbe risanare la ferita (mai rimarginata) lasciata dalla scomparsa del Cavaliere Angelo Massimino, rubato dall’asfalto bagnato di Scillato in uno dei tanti viaggi della speranza fatti per amor dell’Elefante. Potrebbero bastare 46 miliardi di euro? Forse son pochi perché i soldi, nella vita, non sono tutto. Perché non esiste una cifra che possa compensare quanto perso e subito dal 1993 al 2006. Probabilmente il Catania, in termini di storia e trofei vinti, non avrà lo stesso prestigio bianconero, ma se si parla di MANCANZA DI PARITA’ DI TRATTAMENTO non si può non rievocare quanto subito in quella calda estate di diciotto anni addietro. Due storie diverse ma non troppo. Due storie diverse accomunate, però, dall’assurdità che vige nella (presunta) giustizia sportiva italiana, dove ci sono figli e figliastri, dove ci sono due pesi e due misure.

Scudetto 2006? Al Catania!!!
Ultima provocazione: perché non assegnare il tanto chiacchierato scudetto 2006 al Catania, promosso nella massima serie con pieno merito il 28 maggio d cinque anni fa. Ripensandoci, però, forse è meglio di no. Perché il Catania ed i catanesi non elemosinano vittorie, piangendo e reclamando come i (presunti) potenti. Al Catania non ha mai regalato niente nessuno. Ogni successo è giunto soltanto grazie al sudore della propria fronte dopo battaglie in campo, con le lotte amministrative delle infuocati estati 1993 e 2003 annesse. Quello scudetto tanto discusso in verità non dovrebbe esser neanche assegnato. Il tricolore sulle maglie rossazzurre? Per adesso è solo un sogno, ma la forza dei fatti, della concretezza e del lavoro riusciranno a realizzarlo. Un giorno sarà così.