10 e rode...

 

Max Licari sulla sconfitta di Picerno. Un trend quasi "ineluttabile", un gioco ancora latitante. Niente più alibi, solo lavoro.

Decima sconfitta, un trend chiaro e quasi "ineluttabile"

Partiamo dal dato più evidente: ancora una volta, dopo essere andata sotto nel punteggio, questa squadra non è riuscita a recuperare. Accadeva con Tabbiani, si ripete con Lucarelli; accadeva con Zanellato e Ladinetti, si ripete con Kontek e Tello. E, quando un evento si ripresenta con puntuale periodicità, non può mai trattarsi di sfortuna. C'è qualcosa che non funziona nel nucleo profondo, indipendentemente da allenatori (peraltro di esperienza e idee tattiche diametralmente opposte), giocatori o circostanze. Nel recupero di Picerno si è riproposto più o meno il film di tutto il campionato fin qui disputato dai rossazzurri: gol incassato al primo (e unico) tiro serio nello specchio della porta (in questo caso da più di venti metri, un incredibile "jolly" di Gallo) e gara farraginosa, in salita, alla ricerca di un pareggio praticamente impossibile, considerata anche l'insipienza sotto rete della squadra (veramente gravi i due errori di Costantino a pochi passi dalla porta di Summa e la poca lucidità di Tello che, lanciato in solitaria a rete, si fa recuperare in extremis dal difensore lucano). Nulla di nuovo sotto il sole, dunque. Al momento, questa è la situazione, tenuto conto dell'incompletezza dell'organico (si ricorrerà al mercato degli svincolati?) a causa di infortuni, squalifiche o ingressi posticipati. L'unica speranza di non perdere in terra lucana, e lo diciamo quasi autocommiserandoci, sarebbe stato mantenere la porta inviolata o, in qualche modo, passare in vantaggio come a Foggia. Così non è stato e si è andati incontro a un destino "ineluttabile", materializzatosi nella decima sconfitta in campionato, sul campo di una buona squadra, adesso seconda in solitaria, ma non certo imbattibile. I risultati dicono che l'auspicato cambiamento di rotta, ipoteticamente rappresentato dal nuovo tecnico Lucarelli e da un robusto mercato invernale, al momento, nemmeno si intravede. La media punti è simile a quella dell'era Tabbiani e il gioco non si può dire che sia sensibilmente migliorato. Anche la classifica piange, con il Catania a quota 30, fuori dai playoff e appena un punto sopra al Messina, dato per spacciato fino a qualche settimana fa. Fanno male, lo sappiamo, ma è necessario dirsele queste cose se si vorrà nutrire qualche speranza di fornire un minimo di senso a questa finora disgraziata stagione. Speranza legata unicamente a un appiglio: l'ingresso di Sturaro nell'undici titolare e la crescita di qualcuno dei giocatori più rappresentativi. Ma si tratta più di un auspicio che di altro. Al tecnico livornese il compito di dare risposte, considerato che dalla società del presidente Pelligra e da Grella e Bresciano ha ottenuto ampio credito e un mercato per certi versi extralarge da condurre su suoi espliciti "desiderata", nonché ricevuto ampio sostegno da parte di stampa e tifoseria. Più che alla pretattica o a francamente sterili manfrine relative alla pubblicazione della lista dei convocati, si pensi a dare una fisionomia tecnico-tattica a una squadra che continua a non averne.

Scelte tattiche obbligate, condizione ancora insufficiente

Lucarelli non può far altro che partire con un 4-2-3-1 speculare a quello di Longo, in virtù delle tante assenze per infortunio (Celli, Zammarini, Cianci) o per squalifica (Haveri). Come previsto, la scelta per il ruolo chiave di trequartista ricade su Tello, più centrocampista di Peralta, con Chiricò e Cicerelli ai lati. Unica punta, Costantino, per far riposare Di Carmine. La spinta di Bouah e Castellini sulle fasce rimarrà la cosa migliore del Catania in tutta la partita. Il problema di fondo è che la lacuna fondamentale, a parte la difficoltà a fare gol, è quella di avere un centrocampo poco creativo. Manca, in sostanza, un giocatore come Gallo del Picerno che, infatti, da playmaker, domina letteralmente la mediana, fornendo l'appoggio giusto a tutti i suoi compagni. In più, come detto, azzecca l'eurogol dalla distanza che decide la gara. Il Catania, pur tentando generosamente il recupero, non possiede un elemento simile ed è costretto a ruminare calcio con Quaini e Welbeck, affidandosi spesso a lunghi lanci dalle retrovie e non sfruttando due ali come Cicerelli e Chiricò, peraltro entrambi non in grande giornata. Detto ciò, se Costantino non sbagliasse due gol clamorosi dalla breve distanza, il Catania, pur faticosamente, riuscirebbe anche a raddrizzare il match... ma non è annata. I rossoblù lucani, del resto, per vincere la partita, fanno il minimo indispensabile: buona intensità atletica, compattezza e sporadiche ripartenze (Esposito il più attivo in tal senso) che mettono in allarme la difesa etnea, pur non trovando mai la porta di Albertoni. Una sorta di "delitto perfetto" che può riuscire solo se ti trovi davanti una squadra come il Catania, in definitiva. Lucarelli non è che non ci tenti in tutti i modi; il 4-2-4 che a un certo punto disegna con l'ingresso di Di Carmine accanto all'abbacchiato Costantino ne è una riprova. Ma né l'ex perugino, né i vari Kontek, Peralta o Chiarella riescono a trovare la giocata giusta. L'emblema del torneo fin qui disputato dai rossazzurri è la punizione dal limite scagliata verso il "sette" da Castellini al 95': perfetta, a qualche centimetro dall'incrocio dei pali difesi dell'estremo difensore di casa. Così è...

Al "Massimino" contro la Casertana non si potrà fallire

Adesso la classifica piange davvero. Piuttosto che pensare al ritorno della semifinale di Coppa Italia programmato per il 28 febbraio, sarà necessario cominciare a fare punti per allontanarsi dalle zone "calde" della classifica. Per farlo, niente più alibi, solamente idee e lavoro atletico, perché questa squadra pare ancora indietro rispetto alle altre. La Casertana dell'ex Curcio, pur assemblata in fretta e furia, rimane una delle migliori compagini del girone e il suo allenatore, lo "zemaniano" Cangelosi, non è tipo che rinunci a giocare anche in trasferta. Pertanto, occhio vivo e olio di gomito! Let's go, Liotru, let's go!!!