Un po' Gila no

Maran, meglio i titolari...

Maran, meglio i titolari... 

L'editoriale del martedì di Max Licari articola un'analisi approfondita della sconfitta di Bologna e delle possibili scelte di Maran in vista del difficile match con il Parma al "Massimino".

Turn-over da rivedere
Dobbiamo partire da un dato di fatto semplice e scontato: il Catania può perdere a Bologna. Solo da tale presa di coscienza si può cominciare a imbastire un’analisi seria della debacle subita dai rossazzurri al “Dall’Ara” al cospetto di una delle compagini, a mio parere, meno “brillanti” del massimo campionato di calcio italiano. Se, invece, ci intestardiremo a partire da presupposti completamente errati, ebbene, non potremo giungere a nessuna conclusione “succosa”, ma soltanto a generalizzazioni banalizzanti da baretto di periferia basate sulla solita, sconfortante dicotomia tutto bianco/tutto nero, campioni/brocchi, Capello/Gagliardi, Champions/Serie B, etc. Il Catania, in quanto squadra costruita per raggiungere l’obiettivo della salvezza, può andare incontro ad alti e bassi, può perdere con chiunque se in giornata negativa, può battere Juve o Inter se al massimo delle proprie possibilità psicofisiche. Se andiamo, infatti, a vedere il percorso di team similari, dal Torino all’Atalanta, dal Parma al Bologna stesso, ci accorgiamo che il trend “base” è quello. Inoltre, non è che si possa dire che i tre punti lasciati in Emilia costituiscano il finale di una tragedia greca, giacché la classifica continua rimanere buona, attestandosi gli uomini di Maran a metà del guado, con 8 buoni punticini, a 5 dal terz’ultimo posto, unico punto di riferimento da tenere sulla base degli obiettivi iniziali. È vero che alcune squadre di bassa classifica, come Palermo o Pescara, risalgono e che la graduatoria si accorcia, imponendo di rimanere ben vigili, ma è altrettanto riscontrabile come altre si attardino in crisi di una certa gravità (Chievo, adesso affidato a Corini, e Cagliari, per esempio). Quindi, il problema non è che si sia perso a Bologna, ci può stare (e i rossoblù si propongono come autentica “bestia nera” dei rossazzurri, considerato lo “storico” dei risultati), ma “come” si è perso. È proprio questo benedetto “come” che “ancor m'offende”, citando il Sommo Poeta. Si è trattato di una sconfitta immotivatamente larga e inutilmente brutta da vedersi, figlia di errori nelle scelte iniziali e “svagatezze” di varia natura durante la stessa gara. E’ chiaro, innanzitutto, che il turn-over non ha funzionato. Quando ho visto la più che sorprendente formazione iniziale schierata dal tecnico di Rovereto, mi si perdoni, non ho potuto fare a mano di pensare che stessimo andando a cercarcela... Poi, il calcio è bello perché pronto a smentirti in qualunque occasione, ma non si è verificato ciò in questa circostanza... In ogni caso, se compi determinate scelte, te ne assumi tutte le responsabilità. Nell’occasione, Maran ha proposto le sue “convinzioni” e non è andata bene. Capita. Tuttavia, alcune domande sorgono di getto. Il turn-over serve per far riposare qualche giocatore. Bene. Si era giocato mercoledì sera e può starci che nell’ambito di tre partite consecutive si faccia una considerazione del genere. Ma perché scegliere i laterali Bellusci e Marchese, tra i più in forma (da 7 in pratica in tutte le partite giocate), per di più sapendo e risapendo che è proprio sulle fasce “basse” che il Catania ha uno dei suoi più visibili “talloni d’Achille” in fatto di alternative? Mi si “riperdoni” ma, quando ho visto in campo Alvarez e il redivivo Capuano, ho peccato di presunzione presagendo “problematiche” (uso un eufemismo provvidenziale) di molteplice complessità. Che per una volta il “far peccato”, come corollario, abbia andreottianamente condotto a centrare il bersaglio, non costituisce in alcun modo una consolazione, ma incrementa l’arrabbiatura. Inoltre, la panchina di Gomez, giocatore essenziale, a favore di Castro, si è purtroppo rivelata un ulteriore motivo di “defaillance” per la compagine etnea. Lucas, che comunque si era in genere ben proposto da subentrante nelle partite precedenti, ha “bucato” la prima da titolare, sembrando un tantino svagato in copertura (da un suo errore, in combine con Capuano, nasce il vantaggio di Guarente) e poco lucido in fase di rifinitura (in un paio di occasioni poteva far meglio sotto porta). Ora, non è che una prestazione opaca possa “marchiare” un giocatore. Può capitare, e del resto hanno giocato tutti male a Bologna, nessuno escluso. Castro mi sembra un ragazzo di buona prospettiva, magari per adesso soggetto alle normali oscillazioni da adattamento al calcio italiano tipiche dei nuovi arrivati. Però, c’è un però. Non sarebbe stato il caso di inserirlo, come peraltro “sempre” fatto da Maran, in mediana al posto di Almiron, assicurando così al centrocampista argentino, fra i più affaticati, un turno (o mezzo turno) di riposo, piuttosto che impiegare lo stesso centrocampista argentino e sostituirlo per la quinta volta consecutiva, andando incontro ai “mugugni” che abbiamo notato al “Dall’Ara” all’atto dell’uscita dal campo? Non lo si sarebbe ritrovato forse un tantino più pimpante in casa contro il Parma? Tutte domande figlie del “senno di poi”, ma comunque legittime. Legittime in quanto, analizzando il rendimento esterno del Catania, in specie le due ultime prestazioni, non vorrei che, "Gila e ri...Gila", il patrimonio di nuova credibilità conquistato nel corso della scorsa stagione (non considero le ultime otto gare, chiaramente), si dissolvesse, facendo ripiombare il sodalizio rossazzurro nel solito "tran tran" riassumibile nello slogan: "Leoni in casa, pecore in trasferta". Un piccolo salto di qualità in fatto di personalità da mostrare in campo avverso lo si è fatto negli ultimi tempi, non torniamo indietro...

Maran e le necessarie conclusioni...
Insomma, la gara di Bologna costituisce un ennesimo invito all’allenatore rossazzurro, fin qui a mio avviso intelligente nel gestire il post-Montella nella consapevolezza di aver in mano una buona squadra basata su alcune individualità di caratura superiore imprescindibili per lo sviluppo del gioco, a trarre le conclusioni di tutte le eventuali piccole sperimentazioni fin qui condotte, tra le quali quelle “sciorinate” a Bologna costituiscono un “picco” che non dovrà mai più essere toccato. Anche perché, come qualcuno ha fatto giustamente notare, il Catania non gioca alcuna coppa internazionale, va in campo una volta la settimana e non necessita di un turn-over accentuato. La squadra base c’è, e questi primi sei turni l’hanno delineata chiaramente; va ritoccata solo in caso di infortuni, squalifiche o scadimenti di forma clamorosi. Bellusci, paradossalmente (ne siamo sicuri?) più incisivo da terzino destro che nel “suo” ruolo di centrale (grave l’errore commesso su Gilardino a Bologna) e Marchese garantiscono un buon rendimento sulle fasce; Izco, forse il “meno peggio” al “Dall’Ara”, può affiancare con profitto in mediana Lodi e Almiron (che va comunque fatto giocare per consentirgli di ritrovare la condizione); il trio davanti è intoccabile, ovvio. Su questa base, le alternative”in corsa” esistono. Il difensore centrale Rolin, lo vogliamo vedere prima o poi? Bellusci può fare due ruoli; Alvarez può essere impiegato anche a sinistra (obiettivamente, l’attuale Capuano appare poco utilizzabile: male sul primo e sul terzo gol rossoblù, si fa poi espellere –ingiustamente, aggiungo io- ma il diretto avversario se lo era fatto scappare –si sarebbe trattato di un’occasione potenzialmente assai pericolosa- e il fallo lo aveva in ogni caso commesso); in mezzo Biagianti e Sciacca (Salifu, per adesso, appare un “oggetto misterioso”) possono sostituire Izco; Castro può essere utilizzato in mediana al posto di Almiron e in attacco al posto di Barrientos o Gomez. Tuttavia, le scelte di Maran impongono la creazione di una nuova categoria: l’assolutamente insostituibile, al secolo “lavandina” Bergessio. Non una mia sensazione, ma un dato di fatto. Il trainer di Rovereto lo tiene sempre in campo, in pratica non impiegando mai o quasi mai Doukara e Morimoto, evidentemente non considerate alternative reali, anche sotto il profilo dell’adattabilità al modulo di gioco, al bravissimo attaccante argentino, a mio avviso il miglior elemento del Catania in questo inizio di campionato, al di là delle reti (2) messe a segno. Certo, Maran potrebbe anche pensare, in determinate occasioni, come fatto da Montella nella scorsa stagione, di passare alla difesa a tre, e avrebbe anche i giocatori per farlo: Izco e Marchese sulle fasce; Bellusci, Spolli e Legrottaglie centrali (con Rolin in rampa di lancio); Lodi, Almiron e Barrientos in mezzo a supportare Gomez e Bergessio. Lo dico subito: il 4-3-3 è sicuramente più indicato alle caratteristiche della squadra, in specie dei tre davanti, perché Gomez da seconda punta rende meno e Il 3-5-2 presupporrebbe una prima punta di peso che Bergessio non è. Ma in qualche caso, soprattutto in trasferta per ovviare alle pecche difensive mostrate in queste prime sei gare, si potrebbe anche pensare di adottarlo. Obiettivamente, 11 gol subiti, media di quasi 2 a partita, sono molti...

Parma da prendere con le molle
Ritengo quella ducale una compagine del livello del Catania. Buon allenatore, buoni giocatori (per esempio, il difensore Paletta sembra già pronto per un "top team"), grandi partite e “cadute” più meno inopinate. Contro il Milan al “Tardini” ha fatto bene e in trasferta appare assai pericoloso in ripartenza con i vari Biabiany, Amauri o Pabon. Sono, però, sicuro al 100% che il Catania tornerà a giocare al massimo e produrrà una bella prestazione contro Donadoni e compagnia. La voglia di riscatto dopo il brutto passo falso di Bologna metterà le ali ai rossazzzurri, che verranno schierati da Maran nella FORMAZIONE TITOLARE... Riempiamo lo stadio... Let’s go, Liotru, let’s go!!!