Parma-Catania: analisi del match

 

Il pareggio a reti bianche al Tardini di Parma in numeri, statistiche e grafici.

Finisce come all’andata, senza reti. Ma stavolta sono i rossoazzurri a rammaricarsi per le tante occasioni create ma non concretizzate.
Migliora la tenuta dei novanta minuti, il carattere e la solidità di squadra. Preoccupa l’assenza di una seconda scelta in avanti, affidando a Bergessio l’intero peso dell’attacco fino al termine della stagione. Rallentano in coda (tranne il bologna vittorioso sul Torino) e la distanza dalle dirette concorrenti si assottiglia.

Lo score di Parma e Catania 



La disposizione in campo dei ventidue giocatori in avvio 



Il Catania. Il primo punto incamerato oltre lo stretto, quattordici giorni addietro a Milano contro l’Inter, aveva inviando un preciso messaggio di sfida alle dirette concorrenti, rilanciando le ambizioni della squadra che rientrava a pieno titolo tra le pretendenti alla permanenza nella massima serie.
Per la gara del Tardini, Maran deve fare a meno dell’estremo difensore Frison (stiramento di primo grado al bicipite della coscia sinistra e possibile rientro i primi di giorni marzo) e di Almiron, acciaccato e non recuperato in tempo. A casa rimane anche Sebastian Leto, fischiato durante l’ultimo incontro contro il Livorno, ufficialmente fermato da problemi di natura fisica ma secondo i più maliziosi perché in procinto di un imminente trasferimento in Argentina (Velez Sarsfield, interessato al giocatore attraverso la formula del prestito con diritto di riscatto). In panchina Maran porta il giovane Fedato, classe ’92, rinunciando a Petkovic e di fatto all’unica seconda scelta in avanti.
Andujar sostituisce il già citato infortunato Frison e ritorna titolare tra i pali; Peruzzi e Rolin sono gli esterni difensivi, rispettivamente a destra e a sinistra, mentre al centro di posizionano Bellusci e Spolli; a centrocampo Lodi è in mezzo, affiancato da Izco e Rinaudo; in avanti, spazio al tridente Barrientos, Bergessio, Castro.
Maran decide dunque di affidare ad Alexis Rolin la corsia sinistra. Per il difensore uruguaiano non si tratta di un esordio assoluto nel ruolo, giacché in passato, al Nacional de Montevideo, fu impiegato in diverse occasioni da terzino sinistro, oltre che da interno destro. L’intento del tecnico Maran è chiaro: limitare le incursioni di Biabiany, sfruttando le qualità atletiche e le giocate d’anticipo del difensore uruguaiano.

Nel primo tempo, densità di gioco massima sul fazzoletto condiviso da Izco e Barrientos 



Il 4-3-3 del Parma. Speculare ma più compatto rispetto a quello etneo  



Il Parma. I ducali attraversano un periodo indubbiamente favorevole. Dodici punti negli ultimi quattro incontri (Roma-Parma, sospesa per impraticabilità del terreno di gioco verrà recuperata mercoledì 2 o 9 aprile) e morale alle stelle. La compagine allenata da Roberto Donadoni aveva iniziato la stagione con il freno a mano tirato: appena 2 punti nei primi quattro incontri di campionato – la quarta, fu il pari a reti bianche del Massimino – ed un modulo di gioco, il 3-5-2, che aveva suscitato parecchie perplessità. Dopo la sosta natalizia i gialloblù ingranano la marcia: utilizzo del 4-3-3, certamente più offensivo e che valorizza a pieno le qualità di Biabiany, il recupero di Gabriel Paletta che rientra (14° di campionato, Parma-Bologna 1-1) dopo un lungo infortunio ed un filotto di dieci risultati utili consecutivi.
Contro il Catania il tecnico di Cisano Bergamasco conferma il 4-3-3 che utilizza stabilmente da dieci turni (eccezion fatta per Parma-Udinese 1-0, ventunesima di campionato, per la quale si avvalse di un 4-3-1-2, lasciando Biabiany in panchina, in procinto di trasferirsi in Cina): Mirante tra i pali; Cassani, Paletta, Lucarelli e Gobbi in difesa; Marchionni vertice basso del triangolo di centrocampo chiuso da Gargano, a destra e Parolo a sinistra; Biabiany, Amauri e Cassano in avanti.

Nel secondo tempo, la retroguardia si dispone in linea rinunciando alla spinta dalle corsie laterali  



Densità di gioco massima attorno a Marchionni ed Acquah 



I cambi. Al minuto 62 Donadoni richiama in panchina Gargano per Acquah. Non cambia nulla tatticamente ma l’intenzione del tecnico bergamasco è quella di offrire maggiore freschezza e profondità alla squadra. Dodici minuti più tardi Palladino subentra a Cassano, nel ruolo e nella posizione, così come Alvarez che prende il posto di Rolin poco più tardi (‘ 76). Ad una manciata di minuti dallo scadere, Massimo Gobbi è sostituito da Christian Molinaro, che rientra in Italia dopo la quadriennale esperienza allo Stoccarda, mentre Castro e Barrientos, tra i rossoazzurri, lasciano il posto a Plasil e Fedato rispettivamente, quest’ultimo all’esordio nella massima serie.

Migliora la percentuale di attacco alla porta. Tre chiare occasioni da gol sui 19 tentativi 



La qualità di gioco rossoazzurra è migliore, relativamente alle due fasi, rispetto a quella dell’avversario 



FLUSSI DI GIOCO E TATTICA

Come all’andata, finisce senza reti la gara tra Parma e Catania. Stavolta, però, agli etnei il pari sta stretto e si sarebbe potuto raccontare di un’altra gara se solo ci fosse stata maggiore lucidità sotto porta avversaria. O un realizzatore degno di questo nome. In avanti il Catania ha tanta qualità, dispone di validi “falsi nueve” ( centrocampisti offensivi col fiuto del gol) ma è evidente lo scarso feeling con il gol. Rapporto che va risanato prima di subito, giacché la salvezza, considerato che si è già abbondantemente oltre il giro di boa, può solo essere ottenuta attraverso vittorie e non pareggi. Il che significa metterla dentro una volta in più rispetto all’avversario.

Nel corso del match, il Catania si difende con ordine, portando tutti gli effettivi, ad eccezione del solo Bergessio, dietro la linea del pallone durante la fase di non possesso. Si gioca su ritmi abbastanza elevati su entrambi i fronti ma sono gli etnei a dettare i tempi di gioco, in particolare attraverso la costante ricerca della pressione sui portatori di palla avversari ben oltre la mediana (durante i primi quarantacinque minuti di gioco il Catania porta il pressing ai 49,7 metri, il Parma ai 39,4) che induce spesso i locali a commettere diversi errori in fase di impostazione e di palleggio. Nonostante la frenesia caratteristica di chi deve condurre la gara, il Parma riesce a mantenersi molto compatto, accorciando i reparti, rimanendo racchiuso in soli 44 metri (il Catania dieci in più) ed alzando la linea della propria retroguardia facendo della trappola dell’offside una costante (ai rossoazzurri, al termine della gara saranno fischiati 7 fuorigioco).

Lodi è il regista, Barrientos il terminale  



La manovra etnea in numeri  



Flussi di gioco Catania. Lodi è al centro della manovra rossoazzurra. Il centrocampista campano si distingue per giocate semplici ma efficaci, alcune di prima intenzione – nonostante le pessime condizioni del terreno di gioco obbligassero spesso al doppio tocco di palla – e risulta utilissimo in fase di interdizione (15 recuperi ed altrettante intercettazioni, 2 recuperi in zona area). Come tutti i componenti della mediana etnea, si presta al sacrificio, limitando il suo raggio d’azione alla sola linea di centrocampo lasciando a Rinaudo ed Izco il compito di offendere sulla trequarti avversaria. Rispetto al 3-5-2 utilizzato durante lo scorso turno contro il Livorno, migliora il rapporto di coabitazione con i compagni di reparto, non più sovrapposti nel ruolo ma oggi affidatari di precisi e distinti fazzoletti di campo.

L’aggressività dei giocatori etnei si concretizza nella riconquista del pallone, frequente, che avviene nell’82% dei casi attraverso recuperi e solo nella percentuale del 18% per fine azione avversaria. La difesa della porta è pertanto attenta ed il Catania consente ai ducali di giocare appena 33 palloni sulla propria trequarti, limitandoli a sole tre conclusioni nello specchio (sugli otto tentativi) ed una sola, vera, occasione da rete.
La mossa tattica di Rolin lungo la corsia sinistra in marcatura sull’opposto Biabiany (il numero 5 rossoazzurro sarà durante la gara un terzino atipico, giocando appena 3 palloni oltre la metà campo), ha offerto in tal senso i benefici sperati. Limitando di fatto le incursioni dell’avversario francese e dell’esterno difensivo Cassani.

Relativamente alla fase offensiva, dove Barrientos rimane il punto di riferimento principale (41 passaggi ricevuti dai compagni e 3’:04” di possesso di palla personale), il Catania migliora nella grado di pericolosità portato alla porta avversaria (48 sono i palloni giocati a ridosso dell’area emiliana) ma denota ancora scarso feeling col gol (solo 3 tiri nello specchio sui 19 tentativi). Con 16 reti all’attivo, rimane insieme al Chievo l’attacco più asfittico del torneo ed ai più è apparso tardivo l’ingresso in campo di Fedato (unica scelta offensiva in panchina per Rolando Maran).

Marchionni è al centro del progetto, ordinato e geometrico, promosso da Donadoni  



I flussi di gioco emiliani in numeri 



Flussi di gioco Parma. L’organizzazione dei gialloblù è molto geometrica ed ha come perno centrale Marco Marchionni. Limitato durante la scorse stagioni dalla presenza di Jaime Valdes, quest’anno il centrocampista romano ha definitivamente ottenuto la fiducia di Donadoni, perfezionando l’evoluzione che lo ha trasformato da esterno di centrocampo a “regista basso” davanti alla difesa. Con un’accuratezza del 71% distribuisce palloni a tutti i compagni di squadra ma lo fa spesso in maniera scolastica, suggerendosi in poche circostanze a supporto della manovra offensiva. A differenza del Catania, il Parma gioca con due terzini di ruolo (Cassani e Gobbi) e si distende più armoniosamente sul terreno di gioco, riuscendo ad iniziare l’azione quasi sempre (nell’80% dei casi) dalle retrovie.
Nonostante un volume di gioco maggiore rispetto a quello etneo, confermato dai dati relativi al possesso palla ed ai palloni giocati, i gialloblù non hanno mai preso in mano la gara, dando la netta sensazione di non poter risultare, nei novanta minuti, veramente pericolosi.
Annullata la distanza che separa le due squadre in classifica, Donadoni perde ai punti la personale sfida con Maran, che è invece abile ad imbrigliare la manovra locale e ad impartire ai rossoazzurri un atteggiamento maggiormente propositivo.


IN & OUT: IZCO E BELLUSCI

Marianito è il migliore in campo. Buona la sua prestazione in entrambe le fasi di gioco  



Nervoso, esagera in alcuni frangenti lasciandosi trascinare dalla foga agonistica  



EPISODI

Su punizione calciata direttamente in porta da Cassano e neutralizzata da Andujar, Marchionni è lasciato troppo solo al limite d’area di rigore  



La difesa gialloblù è si concentra attorno Berghessio, dimenticandosi di Barrientos che, alle spalle di tutti, calcera in volèe di poco a lato  



Su calcio da fermo di Cassano dal limite, Gargano si sposta lasciando l’angolo di tiro libero. Cassano calcerà centrale tra le mani di Andujar  



Nel secondo tempo la retroguardia etnea è in linea, sfruttando meno la spinta di Peruzzi  



Su contropiede etneo Izco sceglie di servire Bergessio (che calcerà incocciando la traversa) piuttosto che Lodi meglio posizionato  



Dal preciso lancio di Lodi, Barrientos la gioca di prima per Bergessio (poi stoppato da Gobbi) per mezzo di una palombella. Una imbucata rasoterra sarebbe risultata più efficace