Foggia-Catania 3-0: Disarmante inferiorità

AAA reazione cercasi.

AAA reazione cercasi. 

Lezione di calcio da parte della squadra di De Zerbi. In vista del rush finale è già tempo di consultare le famigerate tabelle..

Aiutato ancora una volta dai risultati di giornata, il Catania spreca l’occasione di conseguire un minimo di tranquillità in più e crolla al cospetto di un avversario che gioca con una consapevolezza da categoria superiore. A nulla servono dunque la sconfitta del Monopoli contro il Cosenza e il pareggio del Catanzaro a Messina, se non ad accorciare di un’ulteriore giornata la distanza che separa gli etnei dalla fine di un campionato che, se finisse oggi, consegnerebbe al team allenato da Moriero una salvezza diretta, priva della spiacevole coda dei playout. Non si poteva certo pretendere che una squadra in crisi d’identità da parecchi mesi (specialmente lontano dalle mura amiche) come quella rossazzurra andasse a fare risultato a Foggia, contro una delle compagini più brillanti del girone, che nelle ultime settimane ha mostrato segni di ripresa dopo un periodo di appannamento che aveva provocato eccessive rimostranze da parte di una frangia della tifoseria locale. Pretesa a maggior ragione eccessiva se si pensa che il Catania si è presentato in Puglia senza due titolari come Calil e Bombagi. Ciò che si può e si deve pretendere dai ragazzi di Moriero, invece, è un atteggiamento diverso: la superiorità tecnica dell’avversario ci può stare, l’incapacità di produrre una benché minima reazione no. E’ un segnale preoccupante in vista delle “cinque finali” che restano da disputare.

Copertura difensiva vanificata dall’inconsistenza delle quattro mezzepunte
Tanto costantemente prevedibile Pippo Pancaro, quanto puntualmente sorprendente Checco Moriero. Il tecnico leccese cambia ancora una volta le carte in tavola, a prescindere dalle assenze forzate. Dopo aver accantonato il fido 4-2-3-1 e rilanciato il 4-3-3 nei derby isolani, il trainer rossazzurro decide di ripristinare il proprio schema preferito, determinando uno schieramento “a specchio”, dal momento che anche De Zerbi, a sua volta cultore del 4-3-3, dispone i suoi attraverso tale modulo. Il 4-2-3-1 di Moriero è però zeppo di mosse tecnico-tattiche stuzzicanti. Il Foggia punta sulla vivacità di Sarno e Chiricò sugli esterni? “Schieriamo dei centrali in marcatura sulle fasce” deve aver pensato l’allenatore del Catania alla vigilia del match: così, a destra va Pelagatti (che finisce col marcare Floriano, sorpresa della formazione iniziale rossonera) e a sinistra Bergamelli su Chiricò. L’attenzione alla tenuta difensiva è confermata in mediana, dove trovano spazio i frangiflutti Di Cecco e Castiglia, ma è smentita dall’impiego di tutti e quattro i giocatori offensivi rimasti a disposizione: Calderini, Russotto, Falcone, che formano la batteria dei trequartisti, e Lupoli, alla sua prima occasione dal primo minuto, al posto dello squalificato Calil. Un’idea complessiva interessante, perché la (teorica) rapidità dei quattro dovrebbe consentire di pungere in contropiede.

Inferiorità globale e costante mista a gravi errori individuali
Ma non accade nulla di tutto ciò. Sin dal primo minuto il Foggia gestisce il pallino del gioco facendo ammattire la compagine etnea. Quel che fa rabbia di Bergamelli e compagni è che non solo, da un lato, sono succubi del palleggio rossonero, ma anche, dall’altro, che non riescono mai a ripartire con costrutto. L’inferiorità è imbarazzante sia sotto profilo tecnico che sul versante atletico. I giocatori in maglia rossonera sembrano avere la palla incollata al piede e in fase di non possesso attuano un pressing feroce che costringe i primi portatori di palla etnei (nella maggior parte dei casi i difensori centrali Ferrario e Bastrini) a lanciare, pardon, spazzare in profondità, riconsegnando il pallone agli avversari. Tutto ciò è inconcepibile ed irritante. Il vantaggio di Floriano, agevolato dalla palla persa da Di Cecco che consente a Sarno di tentare la conclusione da fuori (ed anche dalla successiva scarsa reattività di Pelagatti), ne costituisce ovvia conseguenza. La pochezza delle soluzioni proposte dai “quattro tenori” in avanti per replicare all’1-0 dei padroni di casa induce Moriero a cambiare nell’intervallo, inserendo Musacci per il bocciato Lupoli e tornando ancora al 4-3-3, con Russotto e Calderini ad alternarsi nel ruolo di falso nueve. Dopo qualche minuto De Zerbi risponde inserendo il centrocampista Gerbo per l’esterno Floriano: anche il Foggia passa al 4-3-3. Cambia ben poco e finisce col risultare inutile anche il tentativo da parte di Moriero di ripristinare una difesa composta da terzini di ruolo. Proprio Musacci, che dovrebbe prendere in mano le redini del gioco, finisce col favorire ed esaltare le caratteristiche della squadra avversaria che non concede tregua al regista e quando recupera palla (quasi sempre) affonda che è un piacere: inevitabile il raddoppio di Iemmello, nato proprio da un errore dell’ex Parma che si fa “scippare” colpevolmente la sfera da Chiricò. A quel punto il match praticamente finisce, si va avanti d’inerzia e nervi e per fortuna i rossoneri si fermano al pregevole 3-0 di Agnelli, ennesimo “episodio” condizionato da errori individuali (nella circostanza commessi da Bastrini, Castiglia e Liverani).

Dal “bonus” Lupa Castelli alle prime tabelle da consultare
Per fortuna, dopo una batosta del genere il calendario offre al Catania l’opportunità di riscattarsi prontamente (almeno si spera). Domenica prossima la formazione etnea, priva di Bergamelli (ammonito in regime di diffida) ma con Calil e Bombagi nuovamente a disposizione, sfiderà la Lupa Castelli Romani, cenerentola del girone, reduce da 9 sconfitte consecutive, che ha all’attivo una sola vittoria in tutto il campionato. Per quanto tutto possa accadere nel calcio è da ritenere che i rossazzurri non possano non approfittare del “bonus” di cui a turno beneficiano da mesi tutte le avversarie, sebbene un atteggiamento diverso rispetto a quello di stasera, o dei primi tempi contro Martina Franca ed Akragas sia imprescindibile per assicurarsi tre punti di vitale importanza. Le cinque giornate che mancano all’appello rendono opportuno il ricorso alle famigerate, temute, ma indispensabili tabelle. Dopo i laziali, gli etnei affronteranno fuori casa il Benevento capolista nell’unico altro match proibitivo del finale di stagione; dopo di che, Melfi in casa, Paganese in trasferta, ed Andria tra le mura amiche. Avversarie assolutamente alla portata, contro le quali la squadra allenata da Moriero avrà il dovere di racimolare i punti necessari per evitare il sorpasso del Monopoli che, da par suo, affronterà Ischia, Casertana, Catanzaro, Juve Stabia e Matera. Calendario più difficile, apparentemente, per i pugliesi, ma attenzione: la condicio sine qua non per evitare i playout è contare sulle proprie forze e sui propri risultati, non sulle disgrazie altrui.