Cosi di Catania (Calcio): La rinascita della comunità rossazzurra

Alessandro Russo abbracciato ai figli Matteo e Oriana

Alessandro Russo abbracciato ai figli Matteo e Oriana 

Quarantasettesimo appuntamento con la seguitissima rubrica dello scrittore Alessandro Russo

IL CATANIA SSD METTE D'ACCORDO TUTTI

Buongiorno, buongiorno.

Shalom.

Breve cronistoria della giornata di domenica nove ottobre duemilaeventidue, una data benedetta dal primo patriarca dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’Islam, sarebbe a dire Abramo.

All’incirca alle ore dodici e trenta del mattino annoto un copioso pranzo domenicale.

Alle quattordici meno qualche minuto riporto un festoso sbarco in una piazza Spedini sempre più colorata di rossazzurro in compagnia dei miei rampolli Oriana e Matteo, quattordici anni cadauno.  Allorquando,  alle tre p.m. in punto, sta per cominciare la gara tra Catania e Castrovillari principiano però le intramontabili discussioni pallonare italiche che hanno reso l’ex-Belpaese celebre in tutto il globo terrestre.

«Quest’anno - attacco - abbiamo fatto poco meno di undicimilaesettecento abbonamenti, il numero della storica e indimenticabile matricola e in più nel nostro stemma c’è scritto millenovecentoquarantasei. Non c’è alcun motivo, insomma, per essere ancora addolorati per quello che ci capitò lo scorso anno. Noi siamo sempre qui e siamo gli stessi di settantasei anni fa…»

«Papà,– mi interrompe Matti - smettila con le solite fesserie. La vecchia società nata nel quarantasei è fallita a Natale ma il presidente Pelligra ha messo subito le cose in chiaro e sta muovendosi benissimo. I nuovi calciatori che ha comperato promettono faville. Forchignone, Sarno e Chiarella hanno estro e fantasia, Ciccio Lodi invece è bravo a mettere ordine, per non parlare di come sa calciare corner e punizioni.  Secondo me, oggi dovremmo giocare con tutte e due le nostre prime punte, Sarao e Jefferson, dal primo minuto. Anche se apparentemente hanno caratteristiche tecniche simili sarebbe il caso di vederli in campo insieme.»

«Ma con questo caldo – infine ci domanda Ori - è più avvantaggiata la squadra che attacca o quella che gioca in contropiede?»

Poco prima del calcio d’inizio provo a filmare in un breve video la maestosa coreografia dei nostri tifosi nelle curve dello stadio. Lo invio a Manuela Tomaselli, una professionista con la testa sulle spalle, cresciuta a pane e ragioneria, oggi con un ruolo manageriale nel cuore della capitale. Seppur lontana dalla sua città, so che le è impossibile dimenticare quei magici momenti trascorsi nella roccaforte rossazzurra in compagnia d’amici e tifosi d’ogni età, fedeli in eterno ai colori cittadini.

«Grazie – mi risponde lei due istanti dopo - per avermi resa partecipe di questo momento. È quasi commovente il modo in cui i catanesi hanno risposto alla chiamata della nuova squadra.»

Nell’intervallo giunge un momento che definirei sacro senza peraltro rischiare di incorrere in una blasfemia. Come circoscrivere altrimenti l’affezionato ritrovo con persone reali e quindi in carne e ossa sulla rampa di scale che una domenica si e una no ci porta nei “nostri” posti numerati della tribuna B?

Il primo in cui mi imbatto ha un locale di pet-shop e tolettatura fuori città e vive in simbiosi con degli esseri speciali, i cani di cui si occupa personalmente, veri amici che non gli chiedono niente ma gli danno tanto. Un uomo vulcanico, come del resto impetuoso e passionale è il  cognome che lui porta.  «Ciao Ale – chi parla è Giovanni Montagna -  che gioia incontrarti. Anch’io come te mi reco allo stadio con prole al seguito, i miei due gemelli di diciassette anni a cui ho trasmesso la fede rossazzurra sono abbonati anche loro.  Qui con me c’è pure mio papà quasi ottantenne, guai se lo lascio a casa. Viviamo il pre-partita freneticamente e ci riempie di felicità salutare amici e conoscenti, poi prendere posto ed esultare insieme alla nostra gente. Dopo di noi, toccherà ai nostri figli stare al fianco del Catania.»

«Andare al “Massimino” – prosegue l’ortopedico Giacomo Cinnirella - insieme a mio figlio Emanuele significa ascoltare il proprio cuore ma anche incontrare tanti persone a cui sono affezionato. Anche oggi allo stadio siamo più di quindicimila; ho rivisto dopo un bel po' di tempo alcuni  amici e con loro è piacevole scambiare impressioni sulla fiducia e sull’entusiasmo che la nuova società sta portando in città.»

SARAO, JEFFERSON E SARNO ESULTANO A FINE PARTITA

Quando nel primo pomeriggio, dopo il triplice fischio,  io e i ragazzi facciamo rapidamente rientro a casa, avverto dentro una emozione pressoché indefinibile che mi piacerebbe condividere con mille persone care.

Mi siedo davanti al p.c. e mi avvio a buttar giù la prima bozza della puntata numero quarantasette di “Cosi di Catania (calcio)” che poi equivale più o meno all’articoletto che state leggendo adesso qui su calciocataniapuntocom.

Il punto cruciale che vorrei metter in risalto è che mi son accorto che io, Matteo, Oriana, Manuela, Giovanni insieme al papà e ai suoi figli, così come Giacomo con il piccolo Emanuele, ci sentiamo tutti di nuovo parte integrante di una gran bella comunità. Continuo a scrivere per circa mezz’ora ma non riesco a trovare le parole giuste per chiudere il pezzo: perdindirindina.

Repentinamente ripenso al santo ecumenico di domenica nove ottobre, cioè Abramo, che è riuscito a mettere in pace proprio tutti. 

Un po’ come, credo, stia cercando di fare oggi la S.S.D. Catania.

Alleluja.

 

Domenica 9 ottobre 2022. Catania, stadio Angelo Massimino.

5° giornata Campionato LND, girone I

Catania-Castrovillari 4-0

CATANIA: Bethers, Rapisarda, Somma (76' Ferrara), Lorenzini, Castellini; Rizzo (81’ Giovinco), Lodi (50' Palermo), Vitale; Forchignone, Sarao (57' Jefferson) De Luca (57' Sarno). Allenatore Ferraro.

CASTROVILLARI:  Caruso, Anzilotta, Moi, Stranieri (76' Mirabeli), Brignola (84' Filomia); Trovato, Cosenza (76' Aslllani), Capristo; Bonofiglio (57' Caruso), La Ragione (57' Potenza), Longo. Allenatore Pugliese

ARBITRO: Pasculli di Como

GOL: 52' Sarao, 61'Sarno,  71' (rigore) e75' Jefferson.