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Tripudio rossazzurro a fine partita

Tripudio rossazzurro a fine partita 

Max Licari sulla vittoria nel match contro l'Acireale. Prova di maturità, solidi difesa e centrocampo. Classifica blindata.

Prova di maturità...

Chi è rimasto a casa non ha avuto ragione. Bel pomeriggio di festa al "Massimino", tutt'altro che funestato dal mal tempo e beneficiato da un manto erboso in ottime condizioni. La pioggia, abbondante durante la giornata di sabato, ha sostanzialmente risparmiato Catania centro in questo pomeriggio domenicale dedicato a un match importante per la classifica di entrambe le compagini: il Catania per continuare la marcia solitaria in vetta alla classifica, l'Acireale per allontanarsi dalle paludi dei bassifondi della graduatoria. Di conseguenza, da questa partita, alla vigilia, ci si aspettava una sola cosa: il risultato. Ed è arrivato, puntuale, a mantenere invariato il notevole divario intercorrente tra i rossazzurri e il Lamezia, ovviamente considerando "scontata" (e nel calcio, si sa, può accadere di tutto...) l'affermazione dei calabri in quel di Marigliano, gara rinviata al 7 dicembre. Una prova di maturità, quella degli etnei, perché il tema tattico dell'incontro era risaputo da tempo; ogni singolo tifoso del Liotru, figuriamoci mister Ferraro o i suoi uomini, era consapevole del fatto che sarebbe stata necessaria tanta pazienza per scardinare un meccanismo difensivo comunque efficace, peraltro statisticamente capace di reggere molto bene in trasferta. Lodi e compagni sono riusciti a mantenere la calma, a far girare palla con raziocinio e a trovare il frangente giusto per sbloccare il risultato, giunto (come in occasione della sfida interna con il Locri) in virtù di una clamorosa autorete "aerea" del difensore Cannino allo spirare della prima frazione di gioco. Da quel momento in poi, per tutta la ripresa, attenta gestione delle operazioni in campo, da squadra esperta, qualche "accensione' funzionale alla chiusura definitiva dei conti purtroppo non andata a buon fine (probabilmente, l'unica "pecca" della prestazione del Catania) e, sostanzialmente, nessun pericolo affrontato, anche questo secondo copione, vista la nota abulia dell'attacco granata, fra i peggiori del campionato. Un altro tassello, in definitiva, incastonato nel mosaico denominato "promozione" che la società capitanata dallo "zio Saro" Pelligra è chiamata a completare nel più breve tempo possibile. Bravi i ragazzi a portare a termine con una certa serenità il compito assegnato, praticamente indenni da ogni fastidiosa polemica montata in settimana in relazione al divieto di trasferta imposto ai supporters acesi; bravissimi i tanti "cuori rossazzurri" presenti allo stadio, come di consueto impeccabili nel sostegno e giustamente ringraziati dai giocatori nel coinvolgente postgara. La capolista se ne va...

Ferraro, un "mantra" chiamato "continuità"; "harakiri" Acireale

Il mister campano ormai lo conosciamo: ha un compito da assolvere e pensa, concretamente, unicamente a svolgerlo con la massima sicurezza, come da solida esperienza conseguita a Giugliano. Così, non sorprende il 4-3-3 "classico" iniziale proposto da Ferraro, con la solita difesa delle ultime gare, Lodi nuovamente in regia e De Luca ad affiancare gli inamovibili Sarno e Sarao. Chi pensava a una riconferma di Palermo, visto il campo allentato dalla pioggia, sbagliava. Il tecnico granata Costantino mette in campo l'undici preannunciato alla vigilia, pieno di ex rossazzurri, con Saretto Bucolo e Joao Pedro in mezzo al campo a supportare i fantasisti Savanarola, Limonelli (anche lui ex rossazzurro) e Virgillito, chiamati a fare densità in mediana e, contestualmente, assistere l'unica punta, assai fisica, Arquin. L'idea degli ospiti appare subito palese: tutti dietro la linea della palla, spazi stretti e, ogni tanto, qualche ripartenza in grado di mettere in apprensione Lorenzini (ancora una volta gigantesco) e soci. Gli etnei approcciano il match con la giusta mentalità, cercando di trovare qualche pertugio senza mai rischiare contropiede potenzialmente letali. L'occasione di Vitale ( stoccata sopra la traversa da buona posizione) al 20', Sarno al 35' (tentativo di pallonetto dal limite dell'area bloccato dal "contestato" Giappone) e De Luca al 41' (girata di testa alta da centro area) sono prodromiche al vantaggio catanese, giunto al 46' in virtù di un clamoroso autogol di Cannino che, pressato da De Luca su di un cross dalla destra del solito Rapisarda, devia incredibilmente di testa verso la propria porta, beffando lo stesso Giappone. Considerato il cognome dell'estremo difensore acese, una autentico "harakiri". Nella ripresa, Costantino tenta di mescolare le carte, mettendo dentro al 57' la coppia Patanè-Tumminelli, ma con scarsi risultati offensivi, anche perché gli ospiti rimangono sempre ben attenti a non prendere imbarcate difensive. Ferraro, dopo aver sostituito lo stanco Sarno con Russotto (poi, fra i migliori) al 56', decide di giocare con il doppio centravanti, inserendo al 63' Jefferson per De Luca, "rei" di aver fallito il colpo del KO qualche minuto prima, appoggiando da due passi il facile tap-in servitogli da Russotto proprio in bocca al miracolato Giappone. Contestualmente, "blinda" la mediana con il più muscolare Palermo al posto di un comunque positivo Lodi. I rossazzurri legittimano la vittoria con almeno tre potenziali occasioni, perlopiù generate dalla verve di Russotto, compreso un chiaro fallo da rigore non fischiato quasi al 90' a un difensore acese (netto l'intervento su Castellini) dal mediocre arbitro cuneese Tona Mbei. Mai impegnato seriamente Bethers, malgrado sicuramente sufficiente per organizzazione e dedizione sia da considerarsi la prova dell'undici granata. Vittoria ineccepibile del Catania e classifica ulteriormente "blindata".

A San Cataldo una gara da approcciare nel modo giusto

In terra nissena era cominciata l'avventura rossazzurra stagionale con una sfortunata esibizione conclusasi con una sconfitta ai rigori in occasione del primo turno di Coppa Italia di Serie D. In buona sostanza, l'unica delusione fin qui "subita", e le virgolette appaiono d'obbligo, dai tifosi del Catania. La situazione, adesso, è completamente diversa, così come il divario tecnico fra le due squadre appare assai ampio. Tuttavia, non è il caso di sottovalutare nessuno, giacché a San Cataldo sarà come sempre difficile scardinare il meccanismo difensivo locale. Questo Catania, finora, non ci ha mai deluso... LET'S GO, LIOTRU, LET'S GO!!!