Catania-Parma (1-1): un Catania Modesto

Campagnolo, prestazione deludente...

Campagnolo, prestazione deludente... 

Il commento al match del "Massimino" tra etnei e ducali. I temi "caldi": gara incolore; almeno un portiere...; Siena, altro scontro diretto.

Gara incolore
Pareggio giusto, fatto il conto delle occasioni da rete prodotte complessivamente dalle due squadre. Giusto e incolore, nell’ambito di una partita bruttina, poco tecnica e non certo dai ritmi arrembanti. La classifica, quindi, si muove per entrambe le compagini, le quali fanno un ulteriore passettino avanti verso la tranquillità. Il problema è, tuttavia, che trattasi di scontro diretto casalingo per i rossazzurri che confermano il non scintillante trend tenuto nel 2012. Ancora un piccolo “buco” al “Massimino”, dopo quelli più gravi con Chievo e Cagliari, a conferma di come, a fronte di un rendimento esterno leggermente migliorato rispetto allo scorso campionato (sebbene ultimamente si debba tornare “In sensi” anche lì...), lo stadio sito nel quartiere Cibali abbia ultimamente perso la sua fondamentale caratteristica di bunker. Il primo tempo del Catania può essere giudicato sufficiente, seppur macchiato dai 5’ finali in cui il Parma ha prima colpito un palo con Floccari di testa e poi pareggiato con una ciabattata di Modesto a due all’ora accompagnata in porta dal modesto Campagnolo. I rossazzurri aveva no in qualche modo messo in difficoltà la non certo ermetica difesa ducale con le imbucate di Barrientos e Gomez e la velocità di Bergessio, alla fine il migliore dei suoi, non solo per la rete del vantaggio (quarta stagionale) siglata a metà prima frazione su buona imbeccata di Biagianti. Peccato che, come al solito, i rossazzurri siano sempre poco concreti davanti alla porta, come nel caso emblematico del solito Gomez su ottimo assist del “pitu”. Lì si doveva tirare in porta, non allargarsi sull’esterno... Nella ripresa, meglio il Parma ed evidente calo fisico del Catania, incapace di imbastire azioni pericolose e in difficoltà soprattutto a centrocampo dove Biagianti, Lodi e Izco non riuscivano ad articolare trame di gioco fluide, se non in occasione di qualche calcio piazzato come di consueto ben piazzato dal capocannoniere rossazzurro. Meglio, obiettivamente, Galloppa, Morrone e Modesto in mediana. Montella, che aveva messo in campo il 4-3-3 più logico a contrastare il 3-4-3 di Donadoni, scegliendo bene Alvarez (migliore della difesa) al posto del deludentissimo Marchese di Udine, ha evidentemente pagato a caro prezzo le assenze per squalifica di due pezzi fondamentali come Legrottaglie e Almiron. Ma non è solo questo. Evidenti, per esempio, le difficoltà di Campagnolo (su cui è da fare una riflessione) e di Potenza, francamente inguardabile in fase di appoggio. Malgrado l’assist, lontano da buoni standard di rendimento Biagianti e lo stesso Lodi appare in un momento di appannamento. Inoltre, mi pare che le sostituzioni nella ripresa siano giunte troppo tardi. In specie l’ingresso di Catellani, che ha comunque poi conferito maggiore vivacità all’attacco etneo, si sarebbe potuto materializzare prima, mentre mi sembra evidente come Suazo, entrato in campo a 9’ dalla fine, ancora sia lontanissimo dalla condizione migliore. E, alla fine, se il neoentrato Okaka (al debutto in maglia biancocrociata) non avesse sbagliato (come al solito, Roma docet) una palla a tu per tu con Campagnolo nel finale, staremmo qui a commentare l’ennesima sconfitta interna in uno scontro diretto. Non il massimo, dunque. I fischi finali dello scarso pubblico del “Massimino” (biglietti a 10 euro...) possono sembrare ingenerosi, ma nel calcio ci stanno. Bisogna migliorare. La condizione fisica, innanzitutto. E l’attenzione, sia in difesa, sia in attacco.

Almeno un portiere...
I miei dubbi stanno materializzandosi. Pensavo che, qualora Campagnolo cominciasse a fare qualche errore di troppo, la situazione potesse divenire delicata. Oggi, l’ex secondo di Andujar ha preso un gol maldestro e ha sbagliato tanti rinvii di piede, mostrando scarsa tranquillità. E il pubblico ha cominciato a rumoreggiare. Ora, io ho un’idea abbastanza precisa: anche così, con questa rosa, il Catania ha tutte le possibilità di salvarsi tranquillamente, dato che 22 punti (senza la gara con la Roma) “questa” squadra nel girone d’andata li ha pur fatti; e, secondo una proiezione realistica, 18 o 19 sarà difficile che non li faccia in quello di ritorno. Chiaramente, si tratta di ripetere lo stesso campionato dello scorso anno, né più né meno, ravvivato da un gioco sicuramente più piacevole, ma sotto il profilo numerico in pratica similare. È ovvio come, per fare qualcosa di più, a questa squadra manchino gli esterni bassi, un centrale difensivo e una punta di peso. Ma, ripeto, solo in vista di un “salto” di qualità funzionale a una posizione di classifica diversa da quella relativa a una “tranquilla salvezza”. Però, il Catania un pericolo lo corre. Si sa, quello del portiere rimane un ruolo delicato. Se Campagnolo dovesse entrare in crisi tecnica irreversibile, sarebbero dolori, non avendo alternative credibili. E con un “buco” grosso in porta si rischia. Si rischia tanto. Pertanto, a mio avviso, seppur si faccia la scelta di rimanere così, un estremo difensore va preso entro il 31 gennaio. Per forza.

A Siena, altro scontro diretto
Il Catania, adesso, è atteso da una doppia trasferta pericolosa, imperniata su due scontri diretti: Siena e Cesena, due squadre agguerrite e affamate di punti. Giocando come in questo inizio anno (se si eccettuano i 45’ con la Roma al “Massimino”), non si va lontanissimo. Necessario recuperare gamba e convinzione. In Toscana rientreranno Legrottaglie e Almiron, ma non basteranno senza una rinascita complessiva dell’intera squadra. E, magari, potrebbe anche scendere in campo qualche “nuovo”. Chissà? Let’s go, Liotru, let’s go!!!