Catania-Cittadella 2-3: Tramortiti

Squadra alle corde.

Squadra alle corde. 

Gli etnei complicano il discorso salvezza cedendo, fisicamente e mentalmente, a un indomito Cittadella.

Sprecato il match point adesso bisogna ricorrere alle tabelle
Sarebbe bastato un pari per affrontare con più serenità l’ultima settimana di questa infinita stagione fallimentare. Ma un Catania con la testa tra le nuvole sin dalla sfida del “Rigamonti” col Brescia non poteva sperare di strapparlo ad un avversario come l’odierno Cittadella, una squadra affamata che si giocava l’ultima chance di permanenza in cadetteria. E così adesso ci si avvia verso l’ennesima vigilia da “ultima spiaggia”, con calcolatrice e tabelle alla mano, che dicono che anche un solo punto al “Cabassi” potrebbe bastare per tagliare il più che sospirato traguardo. Ma anche con un’innegabile certezza: QUESTO Catania non è in grado di far punti in nessun campo professionistico italiano. Forse non servirà il Catania delle cinque vittorie consecutive, d’altronde si va a giocare contro una squadra senza più motivazioni, ma che non va comunque sottovalutata, perché la capolista è stata in grado di “affossare” il Modena due settimane fa, resta comunque la squadra migliore del campionato e, inoltre, recupererà Pasciuti e Mbakogu, mentre gli etnei dovranno fare a meno di Rinaudo. Servirà quindi, quanto meno, il Catania dei quattro pareggi consecutivi, una compagine non in grado di pungere oltremodo ma capace di lottare con le unghie e con i denti per il minimo sindacale.

Foscarini vince la sfida delle soluzioni originali
Sia Marcolin che Foscarini adottano delle scelte sorprendenti. Il primo, che ha a disposizione tutti i titolari, manda in panchina Maniero, con l’intento di allargare il gioco sulle fasce grazie al posizionamento molto largo di Rosina (a destra) e Castro (a sinistra). Il tecnico del Cittadella, che deve rinunciare all’uomo di punta del suo attacco (Sgrigna), vara un atipico 4-3-1-2, in cui l’attaccante Stanco funge da riferimento sulla trequarti, dove si muove da “factotum”: si fa trovare pronto sui rilanci della difesa per far da sponda ai compagni, difende il pallone e prova a smistarlo ai centrocampisti che si propongono. Una soluzione che metterà in difficoltà Marcolin per tutta la partita, e a cui il tecnico bresciano non porrà mai rimedio. Così Minesso è libero di svariare da una fascia all’altra per sostenere Gerardi, a sua volta in grado di trovare più spazi tra Schiavi e Ceccarelli e pungere con il tap-in che regala il vantaggio ai suoi. La soluzione proposta da Marcolin, invece, non produce risultati, perché le sovrapposizioni di Del Prete e (soprattutto) Mazzotta ottengono al massimo la conquista di calci d’angolo poi non sfruttati, mentre Calaiò è puntualmente raddoppiato dalla coppia di centrali difensivi ospiti e non riesce a dialogare col resto della squadra. Per fortuna su calcio piazzato Rosina conferma di essere in grado di imbeccare al meglio i saltatori, e fra questi ancora una volta Schiavi si distingue positivamente, realizzando il terzo gol stagionale.

Testa e gambe premiano il Cittadella
Se il Catania del primo tempo è irritante, quello della ripresa riesce addirittura a far peggio. Le difficoltà di palleggio dei rossazzurri incoraggiano il Cittadella che con abnegazione cerca di presentarsi dalle parti di Gillet. Ancora una volta è Minesso dalla sinistra a mettere in mezzo un pallone pericoloso, e il subentrato Kupisz si “mangia” Mazzotta e insacca. Una squadra alle corde, senza testa, da un lato; un team affamato e concentrato dall’altro. Pareggiare in queste condizioni sembra un’impresa impossibile. Marcolin ci mette del suo sostituendo Rosina (e non Sciaudone, assai più negativo) in luogo di Maniero, e buttando poi nella mischia il solito impalpabile Chrapek. In questo clima gli etnei riescono solo ad arrivare sul fondo, ma il Castro di turno spreca puntualmente il jolly crossando malamente o non inquadrando la porta. La buona combinazione che porta Maniero a conquistare un rigore a 5 minuti dal termine arriva come una manna dal cielo. E Calaiò è ancora una volta implacabile. Ma il Catania non fa i conti con sé stesso. Una volta ripresa la partita, è vittima del suo stesso rilassamento, e sull’ennesimo assalto disperato degli ospiti, incassa l’inevitabile gol, che mantiene vive le speranze del Cittadella. E preoccupa ulteriormente una città a cui, a inizio stagione, era stata promessa l’immediata risalita in massima serie, con annesso successivo inseguimento di un posto di Europa League…