Amaramente in B

Pellegrino, unico incolpevole...

Pellegrino, unico incolpevole... 

Il commento di Max Licari esprime amarezza per la retrocessione e pone alcuni "punti di ripartenza" per il futuro...

Finita, come da copione...
Retrocedere all’atto della tua prima vittoria esterna fa male. Ma bisogna recitare il “mea culpa”. E’ ovvia e meritata. A 29 punti a un turno dal termine non ci si salva, nemmeno in un campionato di enorme scarsezza come quello che sta per concludersi. Anzi, proprio a causa di tale scarsezza, hai avuto la possibilità di giocarti l’ultima chance a Bologna. Prendersela con il Cagliari che giochicchia con il Chievo o con la Fiorentina che ne prende quattro in casa dal Sassuolo non ha senso. Questa squadra, per quello che ha dimostrato nelle ultime cinque gare (tre vittorie, 9 punti), non si sarebbe mai dovuta trovare in una posizione del genere, insieme a compagini come il Bologna che, tutti abbiamo visto, ha dimostrato di essere ben poca cosa. Quindi, l’inevitabile retrocessione deve essere considerata meritata e frutto di errori chiari commessi da società, tecnici e giocatori fin dal primo giorno del ritiro estivo, dalla campagna acquisti alla mancata definizione dei ruoli societari, dalla preparazione, alla gestione dello spogliatoio, dalla campagna di riparazione di gennaio, alla non eccezionale fluidità di comunicazione in determinati passaggi, soprattutto nei confronti dell’ambiente tifosi. La settimana scorsa avevamo avvertito di non nutrire eccessive illusioni, ma che si aveva l’obbligo morale di tentarci. È stato fatto, purtroppo non è bastato. Peccato. Si è potuto toccare con mano al “Dall’Ara” come sarebbe bastato pochissimo a questa squadra per salvarsi, essendo composta in massima parte dagli stessi protagonisti del precedente torneo, concluso all’ottavo posto. Non erano diventati brocchi improvvisamente, come si è visto ultimamente; evidentemente sono stati sbagliati passaggi fondamentali sotto il profilo tecnico e gestionale. Al di là degli acquisti più o meno indovinati (e, se una squadra retrocede, si può solo dire che perlomeno siano stati in gran parte non fruttuosi), si è constatato come, con un allenatore in grado di motivare i giocatori, prendere decisioni tecniche anche dolorose (Lodi in panca, per esempio) e in grado di metterli in campo con un atteggiamento coraggioso e confacente alle caratteristiche non difensive della squadra, si sarebbe potuto tranquillamente rimediare a una stagione comunque negativa. Salvando una categoria fondamentale ed evitando le perdite economiche ingenti che interverranno con la retrocessione in B. Andare dietro al complottismo, all’illazionismo, al giallismo, è operazione da ritardati. Il Catania, tanto per dirne una, tirandosi dietro il Bologna in B in una partita che, a un certo punto, avrebbe potuto anche “lasciare”, riaccendendo le speranze di salvezza dei felsinei, perde non meno di 5 milioni di "paracadute". Non scherziamo, quindi, con le cose serie. Nessuno è autolesionista o masochista, tantomeno Pulvirenti. Se si retrocede è perché, dal Presidente in giù, si sono fatti errori che non dovranno essere commessi in futuro. Punto. Riuscire ad accettare che nello sport, nel calcio, come accaduto da altre parti, si possa sbagliare una stagione e retrocedere, senza indulgere in dietrologie da baraccone, sarebbe un bel passo avanti. E aiuterebbe per il futuro. Così come sarà fondamentale per il futuro una corretta comunicazione da parte della società. È stata annunciata una conferenza stampa in tempi brevissimi da parte dei vertici societari in cui dovranno essere fornite spiegazioni sulla stagione trascorsa e, soprattutto, fornire le adeguate garanzie sul futuro. Capire se ci sia la volontà di tornare subito in massima serie. Solo questo conta. La chiarezza. Non è un caso, infatti, che i rossazzurri abbiano cominciato, sotto il profilo caratteriale, a macinare gioco e punti all’indomani della definizione in maniera netta di un ruolo societario fondamentale come quello dell’A.D. Che sia Giovanni, Petrino o Cosentino. L’argentino, in ogni caso, sul campo dovrà riguadagnarsi la fiducia dei tifosi, per i quali è uno dei responsabili della stagione fallimentare. Si è occupato solo del mercato, e i risultati sul campo gli danno torto. Vedremo ciò che saprà fare da A.D. in una categoria difficile e per lui sconosciuta come la B. Soprattutto, dovremo conoscerlo. Perché io non lo conosco, nessuno lo conosce, nel senso che finora non ha mai comunicato con la stampa locale, quella che segue 24 ore su 24 il Catania e, di conseguenza, con i tifosi. Compito fondamentale di un A.D. operativo. Sappiamo generalmente chi è, cosa ha fatto, che ruoli ha ricoperto. Ma vogliamo sapere chi è il Cosentino CATANESE. E lo dovrà spiegare con serenità e in profondità. Per il futuro, ci vorrà altrettanta chiarezza sotto tutti gli altri profili. Allenatore, giocatori da tenere o da vendere, strategia d’acquisto nel mercato, tra rientri, comproprietà e nuovi. Attendiamo con estrema attenzione la conferenza stampa…

Maurizio, incolpevole…
Dopo 8 anni, record storico per la società etnea, è dura accettare di retrocedere, ma bisognerà farsene una ragione e rimboccarsi le maniche. I veri tifosi saranno sempre al loro posto. E i veri tifosi nulla potranno imputare a Pellegrino. Anzi, potranno solo rammaricarsi che la mossa di metterlo in panchina non sia giunta preventivamente. La realtà delle cose è che né Maran né De Canio sono riusciti a cavare un ragno dal buco di una squadra svagata e impaurita, mentre in 5 gare, Maurizio ha fatto più punti dei predecessori! Facendoli giocare nell’unico modo che conoscono: offensivamente. Lodi in panca, 4 attaccanti e il Catania, anche in inferiorità numerica, riesce a vincere a Bologna, per giunta reagendo al pareggio di Morleo. I Barrientos, i Leto, i Monzon (prima rete in rossazzurro) cominciano a correre e a giocare, Bergessio a segnare (9 reti stagionali). Tornerà a occuparsi delle giovanili, ma quest’anno, almeno lui, non ha perso. Verrà ricordato positivamente nell’ambito di una stagione disgraziata.

Fugare i dubbi
Cadere si può, se poi si ha la forza di rialzarsi e tornare più forti di prima. È quello che vogliono sentirsi dire i tifosi del Catania dalla società. La prossima gara con l’Atalanta sarà solo un “arrivederci all’anno prossimo”, in Serie A ovviamente, oppure l’inizio di un periodo difficile? Questi sono i legittimi dubbi che dovranno essere fugati. Sostanzialmente, i supporters etnei chiedono un campionato del tutto simile a quello realizzato dal Palermo quest’anno in B. Né più né meno. Ci saranno in pratica, solo i felsinei, come piazza importante, a contendere i favori del pronostico ai rossazzurri. Speriamo che tutto venga fatto per bene e non si ripetano gli errori di quest’anno.Noi saremo sempre al nostro posto. Al di là della categoria. Sempre. Let’s go, Liotru, let’s go!!!