Almiron lascia il Catania

Sergio Almiron

Sergio Almiron 

Ripercoriamo la sua storia in rossazzurro, fino all'epilogo della risoluzione consensuale del contratto comunicata ieri

Due anni da protagonista, poi gli infortuni e il buio
Sergio Almiron approda al Catania durante le ultime battute del mercato dell’estate del 2011. Il centrocampista argentino, in esubero alla Juventus che aveva risolto due mesi prima a proprio favore la comproprietà col Bari, giunge a titolo definitivo e firma un triennale con la società etnea. E’ l’innesto attraverso cui si cerca di dare qualità ad un reparto pieno di “faticatori” e privo di registi, eccezion fatta per Lodi (che comunque, nei primi sei mesi disputati a Catania durante la stagione precedente, non si era ancora imposto come playmaker). Non a caso in avvio di campionato Montella affida proprio al neo arrivato n°4 la cabina di regia, ma l’ex Bari, in ritardo di condizione, non si trova a suo agio.

L’aeroplanino così rispolvera Lodi davanti alla difesa, sposta Almiron in posizione più defilata (sul centro-sinistra), trovando così quell’equilibrio e quella qualità nel gioco e nel possesso palla che farà la fortuna del Catania nei due anni successivi, in cui la formazione etnea verrà ribattezzata da più parti come un “piccolo Barcellona”. Due stagioni fotocopia per Almiron che segna 4 reti sia nel 2011/12 che nel 2012/13. Spicca il primo gol in maglia rossazzurra, un destro a giro dal limite dell’area realizzato contro l’Inter nell’ottobre 2011. Le 30 presenze della stagione 2012/13 (due in meno rispetto alla stagione precedente) denotato qualche acciacco in più ma il nuovo corso societario targato Pablo Cosentino non esita a rinnovare il contratto per una stagione ulteriore rispetto alla scadenza originariamente prevista. Per il Catania e per Almiron sarà l’inizio di una burrascosa fine della “storia d’amore”. Nella stagione 2013/14 l’argentino finisce ripetutamente in infermeria, e il suo recupero assume i contorni di un vero e proprio mistero. Ogni qualvolta il giocatore torna a disposizione e disputa scampoli di partita, come in occasione del 3-3 contro il Livorno in cui è autore del pareggio finale, ritorna subito dopo indisponibile.

Nonostante le sole 13 presenze collezionate nella stagione della retrocessione e i comprovati acciacchi, la società decide di confermarlo in serie cadetta, complice anche l’ottima forma emersa durante la preparazione estiva. I problemi fisici tornano però puntuali nel match di Coppa Italia col Cagliari che precede l’avvio del campionato: nuovo stop prolungato. Il giocatore resta indisponibile per gran parte del girone d’andata, eccezion fatta per la parentesi che va dal derby col Trapani alla sfida interna col Bologna, in cui ritrova la maglia da titolare per quattro partite consecutive e sembra avviato ad integrarsi nello scacchiere predisposto da Sannino. La situazione, sua e della squadra, precipita però nuovamente a dicembre e così l’argentino fa in tempo a disputare l’ultimo suo match col Catania in quel di Lanciano lo scorso gennaio, denotando ancora una volta un grave ritardo di forma. Durante la sessione del mercato di riparazione la società etnea procede ad una rivoluzione attraverso cui epura la maggior parte dei deludenti argentini presenti in organico.

Alla chiusura del mercato però la lista “over” rossazzurra, per la quale il regolamento della serie cadetta prevede un numero massimo di 18 elementi, risulta composta da 19 giocatori. Attraverso le prime convocazioni diramate a febbraio dal nuovo tecnico Marcolin, che reintegra Castro (precedentemente escluso), ci si rende subito conto di chi sia l’elemento finito fuori dai ranghi. Si tratta proprio di Sergio Almiron, il cui contratto scadeva al termine dell’attuale stagione. Poi il silenzio, fino a ieri dove con uno scarno comunicato stampa la società rossazzurra ha annunciato la risoluzione consensuale del contratto.