Saraonda...

Manuel Sarao, un gol e un

Manuel Sarao, un gol e un "assist" a Brindisi... 

Max Licari sulla corroborante vittoria di Brindisi. Sarao decisivo, ma nessuna esaltazione, olio di gomito e pedalare...

Ossigeno
Oggi contava solo vincere e avviare un itinerario di risalita capace di allontanare i tanti, legittimi dubbi sull'effettiva valenza dell'organico approntato in estate dalla società rossazzurra. Lo si è fatto, con le difficoltà immaginate e preventivate, ma lo si è fatto. Una missione non certamente impossibile compiuta, almeno, profondendo sul terreno di gioco quello che nelle ultime gare non si era visto: la "garra" da Serie C. Contro un avversario assai modesto, difatti, il Catania ha fatto valere, alla fine, la sua innegabile superiorità tecnica, disputando la partita "sporca" cui accennava il vicepresidente Grella durante la cruciale conferenza stampa tenuta al "Massimino" lo scorso martedì pomeriggio. Nulla di trascendentale, intendiamoci. Per circa un'ora si è continuato a notare la solita "orizzontalità" sterile che contraddistingue le prestazioni di capitan Silvestri e soci da inizio campionato. Né si può affermare, nessun commentatore dotato di un minimo di raziocinio potrebbe farlo, che gli etnei siano usciti dalla crisi tecnica, che Tabbiani non sia ancora in discussione, che determinati giocatori, anche importanti, siano sul punto di "sbocciare" definitivamente. Nessuna esaltazione, nessun repentino "ribaltone di pancia" legato alla mera considerazione del risultato, per carità. Si può solo esprimere, da innamorati del Liotru, una moderata soddisfazione susseguente a una vittoria indubbiamente fondamentale, nonché auspicare il raggiungimento di una continuità tecnico-caratteriale di prestazione fin qui mostratasi pura utopia. Parliamoci chiaro, se contro il Potenza al "Viviani" non si porterà a casa un risultato positivo, non si sarà fatto nulla. Lo sa Tabbiani, lo sanno i giocatori, lo sa la società, lo sanno i giornalisti, lo sa la componente più rilevante, i magici tifosi rossazzurri. Prendiamoci, dunque, questa bella boccata d'ossigeno in classifica, questi quindici punti (pochi, pochissimi, ancora...) che ci fanno tirar su almeno il naso dal pantano in cui siamo andati a immergerci... e pensiamo a pedalare. E a sostenere. Sostenere forte.

Ricompattarsi
Chi scrive, in particolare, cerca di predicare da sempre equilibrio, sia in tempi tempestosi come quelli attuali, sia durante la (auspicata) piacevole bonaccia targata "volemose bene" dei periodi felici innervati di vittorie e sorrisi. Non è tempo di divisioni, di inutili e fantomatiche contrapposizionitra tra inesistenti categorie "filo e antisocietarie" di nostalgica memoria. Non è tempo di farsesche ed egoiche "rivincite" personali nei confronti di questo o quel "nemico" virtuale. È tempo di unità, perché ciò che conta in assoluto, ciò per cui siamo disposti a sacrificare tanto del nostro tempo, non è Pelligra, non è Grella, non è Tabbiani, non è il giornalista o lo pseudo opinionista di turno, non è il tifoso che la pensa diversamente da noi; è il Catania, è Catania, sono i nostri colori, le nostre tradizioni, il nostro sangue.

Sarao decisivo
Mister Tabbiani, contestato dai tifosi e messo in discussione dalla stessa società, sceglie la via più semplice: 4-3-3 d'ordinanza e chi ha più "gamba" più ne metta. Si spiegano così le scelte dei ragazzi Bouah e Castellini sulle corsie laterali basse, di Lorenzini al centro della difesa con Silvestri, del robusto Quaini in regia, del redivivo Sarao in avanti insieme a Chiricò e al recuperato Marsura. Danucci (squalificato) sceglie un 3-5-2 imperniato sulla solidità di Bizzotto, la verve di Galano e la combattività dell'unica punta Bunino. Il Catania, come di consueto, comincia a ruminare gioco orizzontale cui non si abbinano le necessarie verticalizzazioni funzionali ad abbattere il muro dei locali, tutti dietro la linea della palla e abbastanza rinunciatari nelle ripartenze. L'impressione è che il Brindisi, in netta difficoltà, cerchi di portare a casa il risultato positivo minimo, pensando quasi esclusivamente a distruggere le già sterili trame etnee. A parte la già accennata combattività, nel primo tempo da apprezzare solo qualche tentativo di percussione palla al piede di Bouah, fra i migliori dei suoi, bravo talora ad accentrarsi per trovare il corridoio centrale e talune "idee" (tuttavia, rimaste sempre tali...) di Chiricò, protagonista di una partita non indimenticabile. Al fantasista ex Crotone è lecito, da Potenza in poi, chiedere qualcosa in più, essendo nettamente il miglior giocatore a disposizione di Tabbiani. Una prima frazione praticamente "muta", nessun tiro in porta da parte di entrambe le compagini e tanta, tanta sterilità di gioco. Nella ripresa, il tecnico etneo cambia subito il deludente Marsura con il ben più tonico Bocic e Castellini con Mazzotta. Qualcosa comincia a cambiare. Il pressing brindisino cala, Rocca e Zammarini riescono a supportare meglio le ali Chiricò e Bocic e il Catania dà l'impressione di rendersi più ficcante. Ma solo dall'ora di gioco in poi si nota in modo evidente questo cambiamento. Prima è Chiricò a presentarsi dalle parti di Albertazzi non trovando la stoccata finale e poi, al 71' è lo stesso fantasista originario della provincia brindisina a riuscire, per la prima volta, ad andare sul fondo e crossare: non a caso si materializza dal nulla il gol su incornata di Sarao, che si produce nella specialità della casa, la girata aerea, in questo caso nel "sette", imprendibile per l'estremo difensore di casa. Gioia incontenibile e significativo abbraccio in panchina da parte di tutta la squadra all'allenatore. Un segnale? Danucci cerca di correre ai ripari, inserendo forze fresche, ma quattro minuti dopo Albertazzi la combina grossa, facendosi pressare dal generosisimo centravanti milanese e consegnando palla a Bocic per il facile tap-in a rete. Il raddoppio chiude vittualmente la gara, non avendo il Brindisi le risorse tecniche per rimettere in sesto la baracca. Da segnalare, piuttosto, il buon ingresso in campo di Zanellato, bravo in alcune verticalizzazioni che avrebbero potuto condurre il Catania alla terza rete. Ininfluente l'ingresso nel finale di Dubickas. In conclusione, un bel risultato, corroborante, ma la convalescenza ancora appare tutt'altro che alle spalle.

A Potenza obbligatorio trovare continuità
Se, veramente, la società vorrà tentare di perpetuare questo percorso, il match domenicale di Potenza diviene un crocevia importantissimo. Non dare seguito alla vittoria del "Fanuzzi", magari (come preteso dallo stesso Grella) aggiundendoci qualcosa in più a livello di prestazione, farebbe ripiombare Tabbiani e la squadra nel baratro della contestazione, mettendo la dirigenza nell'impossibilità di garantire la continuità tecnica. Pertanto, magari con qualche cambio iniziale rispetto alla formazione scesa in campo in terra pugliese, sarà imperativo mostrare la stessa determinazione con maggiore qualità, essendo quella lucana una compagine di gran lunga più attrezzata rispetto al Brindisi e storicamente assai temibile fra le mura amiche. Forza e coraggio!!! Let's go, Liotru, let's go!!!