Roma-Catania (2-2): Maranlandia!

El 'Papu' Gomez, devastante sulla fascia.

El 'Papu' Gomez, devastante sulla fascia. 

Il commento al match dell'Olimpico tra capitolini ed etnei. I temi 'caldi': Buona la prima, ma...; The Edge, debutto da sogno; Bergessio croce o delizia?; Al 'Massimino' contro il Grifone.

Buona la prima, ma…
Che peccato! Esordio ‘agrodolce’ per il Catania di Rolando Maran in un “Olimpico” pieno di entusiasmo nel giorno del ritorno del maestro Zeman sulla panchina della Lupa. Il 2-2 finale, risultato giusto per le occasioni create da entrambe le formazioni, lascia, però, un briciolo di amaro in bocca agli etnei. Amaro ‘Unicum’(quello in boccetta con etichetta rossa e croce dorata, tanto per intenderci), riversato nel bicchiere di ogni tifoso rossazzurro, per un pareggio giunto inaspettatamente (al minuto 91) ad opera di uno dei tanti esordienti della serata: Nico Lopez, classe 1993, talento da vendere e futuro assicurato. Una prodezza, favorita in verità dallo svarione di Alvarez e dalla poca reattività di Andujar, che spezza bruscamente il sogno di espugnare per la prima volta nella storia la casa della Roma. E dire che, anche sul 2-2, il Catania avrebbe potuto trovare un nuovo sorpasso, ma la sfortuna (sottoforma di traversa) e un briciolo di egoismo (il mancato assist ad un Antenucci completamente solo davanti alla porta sguarnita) hanno impedito all’esordiente Castro di regalarsi un debutto da mille una notte. Niente da fare. Ecco un altro pareggio, sempre con lo stesso risultato, così come accaduto lo scorso 5 maggio. Un punto che, però, dà morale e smentisce i soliti detrattori estivi, mortificando le solite frasi fatte e destabilizzanti: “Ma u Catania non accatta a nuddu?” o “Semu i stissi di l’annu scossu!” o “ A unni ama gghiri iennu cu sta squadra?”. La forza della continuità (nessuna cessione illustre unita ad acquisti mirati, tra l’altro non ancora visti ad eccezione di Castro) confermano le scelte fatte dalla ‘triade’ Gasparin-Salerno-Bonanno. Il nuovo corso è partito bene.

The Edge, debutto da sogno
L’esordiente (Maran) blocca il veterano (Zeman). Un debutto in serie A migliore di questo il buon Rolando da Rovereto non poteva immaginarlo. Primo tempo sontuoso con un pressing alto che impedisce alla ‘creatura zemaniana’ di sfornare la solita quantità industriale di gioco e di occasioni da rete, con un Catania accorto e ben messo in campo. Discorso un tantino diverso nella ripresa: etnei cinici (bravi a sfruttare il magistrale contropiede imbastito da un monumentale Lodi e concretizzato da un pungente Gomez) ma un po’ distratto in difesa. Non sempre, però, le ciambelle riescono col buco, questo è vero; ma aver limitato per buona parte dell’incontro la Roma di Zeman (eccezion fatta per i primi venti minuti della ripresa) è una soddisfazione non da poco. Oltretutto, il poco ‘cinematografico’ Maran aveva qualche conto in sospeso col tecnico boemo: l’assurda ‘staffetta’ (inaspettato esonero dopo una vittoria per 0-3 in trasferta) ai tempi di Brescia (stagione 2005/06) non era stata ancora del tutto digerita. Bene così ‘The Edge’ (palese la somiglianza fisica del tecnico rossazzurro col chitarrista degli U2): persona umile, lavoratrice, che preferisce i fatti concreti alle parole astratte. La mancata vittoria in un ‘Olimpico’ entusiasta ci può stare all’esordio. Di certo, è ancora troppo presto per azzardare un paragone col Catania di Montella, che sia chiaro. Ma l’inizio è nettamente incoraggiante. Avanti così.

Bergessio croce o delizia?
Che non fosse un goleador da 20 reti a stagione lo si era già capito da tempo. Corsa a perdifiato, continue sportellate con la difesa giallorossa e un lavoro immenso per i compagni. Tiri in porta? Ahimè, nessuno. Nei ‘compiti tattici’ del ‘Lavandina’ questa voce sembra essere ‘bannata’. È questo il sacrificante e sfiancante lavoro di un Bergessio che esce dal campo stremato e col capo chino. Già dalla passata stagione, in molti invocavano una punta in grado di tramutare in rete almeno una minima parte delle tante occasioni da rete create dalla formazione rossazzurra. Un ‘leitmotiv’ che rischia di proseguire anche in questa stagione. Domanda: al gioco di questo Catania serve una punta che lavora per la squadra (come Bergessio, appunto) od un cinico cecchino solista il cui compito è perforare le difese avversarie e basta? Gli ultimi cinque giorni di mercato (chiusura alle ore 19 del 31 agosto) ci aiuteranno a capire la risposta giusta.

Al “Massimino” contro il Grifone
Doveva essere l’atteso ritorno (da avversario) dello ‘Zio Petrus’ al “Massimino”. Non per il presidente genoano Enrico Preziosi che, dopo neanche due mesi, ha dato il benservito all’ex a.d. etneo Pietro Lo Monaco togliendo, così, un po’ di pepe (eufemismo) alla gara tra etnei e liguri. Catania-Genoa, in programma domenica 2 settembre, ha si perso una componente importante ma non di certo tutto il suo fascino e temi interessanti. Innanzitutto, sarà il debutto ufficiale tra le mura amiche (dopo l’antipasto di Coppa Italia col Sassuolo) per gli etnei di Maran. Inoltre, il Genoa di De Canio e dell’ex Seymour, vittorioso sul Cagliari con un secco 2-0, vorrà riscattare il pesante cappotto (4-0) rimediato la scorsa stagione. Altro motivo d’interesse? Conquistare quei tre punti sfumati all’improvviso nell’umida notte romana. -39 all’Alba: “Siete stati affamati, siete stati folli, siete stati umili, siete stati elefanti!”