Primavera, Final Eight: Milan-Catania 1-0

Addamo e Brugaletta

Addamo e Brugaletta 

Il Catania ci mette cuore ed impegno, ma deve soccombere al Milan che vince con il minimo scarto. Il portiere Messina il migliore dei rossazzurri.

Davvero una bella partita, combattuta a fasi alterne da entrambe le squadre. Il Catania tira il bilancio di un intero sfavillante campionato, ma non è certo la partita unica dell'esordio nelle Final Eight quella che soppesa i reali valori dei nostri ragazzi, che lasciano immutata in noi la consapevolezza che per il futuro si può lavorare su ottime basi. Si era già scritto nell'articolo di presentazione del match che, forse unico punto a sfavore, il Catania non aveva l'esperienza di altre squadre blasonate nell'affrontare le fasi finali del campionato. Così è stato, il Milan vince grazie alla sua organizzazione. Certo il Catania, davvero basso nei primi 45' ha dato modo ai rossoneri di passare in vantaggio e anche di sfiorare il raddoppio, ma si è rifatto ampiamente nel secondo tempo senza tuttavia arrivare in rete. I ragazzi di mister Dolcetti incontreranno nelle semifinali l'Atalanta (4-1 sulla Fiorentina), squadra già incontrata in questa stagione, che si è piazzata prima nel girone davanti al Milan.


Il Milan primavera approda alle semifinali delle Final Eight vincendo sul Catania con il risultato minimo, 1-0, grazie al gol di Cristante da calcio piazzato. Il primo tempo della partita è caratterizzato dalla grande aggressività e determinazione del Milan cui si contrappone un Catania troppo attendista e schiacciato verso la propria area. Già nei primi istanti della partita Messina compie il primo salvataggio miracoloso in acrobazia con la gamba sinistra, deviando la palla tirata a botta sicura da Henty. Ancora Messina (il migliore dei suoi) si oppone a Petagna (si dice debba diventare il vice-Pazzini) che aveva indirizzato un bolide verso la porta rossazzurra. Spiace molto che il gol rossonero arrivi sugli sviluppi di un calcio piazzato. Lo specialista Cristante spara un raso terra all'indirizzo della barriera proprio dove due degli uomini che la compongono saltano come per intercettare un pallone alto, consentendo invece al pallone di insaccarsi alle spalle dell'incolpevole Messina.

Primo cambio chiamato da Pulvirenti, esce un Addamo non ancora in partita, entra Garufi. Ecco che un moto d'orgoglio pervade i cuori e le menti dei giovani del Catania, che reagisce sul finire del primo tempo imbastendo qualche buona azione che però manca sempre di precisione. Succede invece che il Milan quasi arrivi al raddoppio grazie all'altra punta Ganz che colpisce un palo clamoroso da ottima posizione. Gli ultimi sussulti sono del Catania con una punizione di Maran per la spizzata di Cabalceta verso Barisic che ancora di testa dentro l’area di rigore spedisce la palla alta sopra la traversa.

Nel secondo tempo, com'era giusto che fosse, la squadra rossazzurra ritrova l'orgoglio e la forza per rincorrere il pari. I nostri cuciono le loro trame con buona tecnica ma la difesa rossonera (seppur la meno brillante delle finaliste, con ben 38 reti subite) blocca grazie all'attenta organizzazione ogni varco utile tanto a Petkovic quanto ad Aveni. In effetti i rossoneri non riescono ad essere così letali come nella prima frazione, ma il portiere Narduzzo non è che poi sia così impegnato, visto che il Catania costruisce nuove azioni ma all'attimo decisivo conclude poco. Peraltro i rossoneri tamponano l'aggressività dei catanesi, preferendo le ripartenze di Ganz e dell'esterno Henty.

Dal fronte d'attacco rossazzurro Petkovic non riesce stranamente a concludere un'azione, incaponendosi troppo su dribbling improbabili, Aveni l'unico insidioso ma spesso in ritardo sui suggerimenti dei compagni, Barisic non riesce a raccordare attacco e centrocampo, dove il gran movimento di Diop ottiene almeno il risultato di schermare la difesa. Piove a dirotto e il campo pesante rende ancor più gravoso il compito del Milan che ora si vede costretto a difendere l'esiguo vantaggio con il fiato alla gola. Petagna adesso fa fatica ad impensierire un sontuoso Cabalceta che sembre avergli preso definitivamente le misure. Ecco un veloce contropiede di Aveni in favore del terzino De Matteis (classe 95) che segue l'azione dalla sua difesa e arriva a tirare nella porta avversaria impegnando il portiere Narduzzo in calcio d'angolo.

A 20 minuti dalla fine, mister Pulvirenti ordina il cambio all'insegna del tutto per tutto. Fuori Diop, dentro il catanese Caruso, un altro attaccante per un centrocampista. Fino alla fine della gara i rossazzurri spingono con orgoglio alla ricerca del gol del pari. L'innesto di Simone Caruso, veloce e scattante, purtroppo sotto-utilizzato, spinge verso l'alto le quotazioni dell'attacco e i nostri vanno continuamente vicini alla rete del pareggio. Ultimo cambio per i rossazzurri, entra Zekovic al posto di Barisic. Sono Petkovic e lo stesso Caruso a sfiorare il gol, quando il primo tira alla perfezione da fuori area ma trova i pugni del portiere, sulla respinta il nuovo entrato risponde con un diagonale che esce accarezzando il palo. Ormai nei minuti di recupero il Catania spinge ancora e sembrerebbe fatta quando, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, Petkovic semina il panico nell'area rossonera e trova la botta sicura verso rete. Pinnato sulla linea nega la gioia del gol all'attaccante e la chance dei tempi supplementari al Catania e a Catania intera. Triplice fischio.



Il tabellino


MILAN-CATANIA PRIMAVERA 1-0


Marcatore: 29'pt Cristante


Milan (4-3-3): Narduzzo; Ferretti, Pacifico, Speranza, Pinato; Bastone, Cristante, Lora (38’st Benedicic); Henty (47'st Spagnoli), Petagna, Ganz (22'st' Pedone). A disposizione: Andrenacci, Boateng, Tamas, Rondanini, Piccinocchi, Iotti, De Feo, Bortoli, Claveria. Allenatore: Dolcetti.


Catania (4-3-3): Messina; De Matteis, Calbaceta, Brugaletta, Maran; Gallo, Addamo (35'pt Garufi), Diop (32'st Caruso); Aveni, Petkovic, Barisic (42'st Zekovic). A disposizione: Ficara, Bonaventura, Franchina, Cannone, Mozzicato, Katsetis, Marciano, Canale, Floridia. Allenatore: Pulvirenti.


Arbitro: Morreale di Roma