Lucarelli: 'Sono convinto di conquistare ciò che in passato ci è sfuggito per un soffio'

L'ad Grella e mister Lucarelli oggi in conferenza stampa

L'ad Grella e mister Lucarelli oggi in conferenza stampa 

Le dichiarazioni rilasciate dal nuovo mister del Catania nel corso della sua presentazione al "Massimino"

“E’ stato tutto abbastanza improvviso e veloce, anche per via di questa nuova regola che consente questa possibilità. C’è voluto pochissimo per entrare in sintonia con Vincenzo, abbiamo fatto una chiacchierata lunga a Roma (circa un paio d’ore), che abbiamo concluso dicendoci “sembra che ci conosciamo da una vita”. Ho percepito la forza anche economica di questa società, ma ne ho apprezzato più che altro il fatto di non avere l’anello al naso. Nel mare inquinato di questo calcio gli squali si moltiplicano e in Italia molte proprietà straniere cadono nella trappola. All’inizio si sbaglia spesso per troppa generosità, ma io ho avuto la sensazione che questa è una società solida, che non vuole farsi mettere in mezzo dai giochetti che ci sono in questo sport ed ha bene in mente qual è il proprio progetto.”

Sapevo dentro di me che prima o poi sarei tornato, perché era un qualcosa che mi ero promesso, anche se non pensavo che accadesse così in fretta. Dalle parole di Vincenzo ho avvertito la sua certezza di raggiungere l’obiettivo che si è preposto. Mi ha detto che il suo non è un ruolo facile, ma è anche vero che questa piazza non è per tutti. Servono non solo conoscenze di campo, ma anche il “groppone” per sopportare il peso di chiamarsi Catania ed essere sempre chiamati a vincere. Sono tornato per dare quella “sgasata” finale che in passato, per una traversa (Mazzarani) e per un palo (Barisic) ci è sfuggita. Questa volta devo fare in modo di riuscire ad agguantare l’obiettivo, magari ci vorrà del tempo, ma sono convinto di farcela.”

“Non sono mai venuto a Catania senza una situazione di difficoltà, non sono spaventato da quella attuale. La natura non ha messo qui per caso il vulcano, i catanesi hanno assorbito il suo calore. Questa squadra, secondo me, ha dei valori importanti. Alcuni di questi giocatori li aveva trattati la Ternana per la Serie B. Vincenzo mi ha dato tutte le rassicurazioni del caso sulla possibilità di migliorare la squadra in caso di necessità, ma se pensassimo oggi al mercato di gennaio avremmo perso in partenza. Il mio obiettivo è fare più punti possibili fino alla sosta, chiedendo fino a quella data un grosso supporto al nostro ambiente. E devo cercare di lavorare soprattutto sulla testa, è evidente che questi giocatori sanno giocare a calcio e devono sbloccarsi mentalmente, facendo un filotto di risultati per acquistare autostima e fiducia.” Più tardi, nuovamente interrogato sull’ambiente, aggiunge: “Ai tifosi, ma in generale a tutto l’ambiente ed anche a voi giornalisti, chiedo un aiuto almeno fino a Natale. Ho spiegato ai giocatori che i tifosi sono talmente innamorati del Catania che, se giocasse il loro figlio, ammazzerebbero anche lui in caso di risultati negativi. Bisogna cercare di isolarsi in quei momenti e non pensare che ci sia qualcosa di prevenuto nei loro confronti. Che io ricordi nessuna squadra contestata, in qualsiasi categoria, ha mai vinto la partita. Per questo chiedo il tempo di sistemare le cose e aiutarci a fare più punti possibili. Poi al 95° se avremmo meritato i fischi, sarà giusto prenderli. Ma se nell’arco della partita sbagliamo dei passaggi, stateci vicino, perché io non sono il mago Zurlì e non ho la bacchetta magica. Serve tempo. Ho detto ai giocatori di togliersi lo zainetto da 100 chili che ognuno di loro ha sulle spalle, cominciare a sorridere un po’ di più, perché arrivare al campo preoccupati non aiuta. La maglia del Catania non pesa come le altre maglie in questa categoria. Magari alcuni ragazzi che vengono da piazze più piccole possono avere un po’ più di difficoltà.”

“In questa prima fase il “corto muso” può essere una partenza, perché squadra, ambiente e società hanno tutti bisogno del risultato. Dobbiamo tirare fuori le unghie e i denti, ho bisogno di gente che ci crede ed è quello che ho detto al gruppo. Non sono il tipo che all’11a giornata getta la spugna, il campionato è lungo. La situazione potrebbe essere simile a quello che è accaduto, nell’arco di due stagioni, a Catanzaro, con Vivarini in panchina, ma sappiamo che a noi non piace aspettare un anno e mezzo: per questo vogliamo provare a buttarci nella mischia già in questa stagione.” Più tardi ritorna sul concetto di programmazione a lungo termine: “Se ogni anno cambi tanti giocatori e ne fai arrivare tanti di nuovi non fai risultati. C’è da battezzare un gruppo storico di giocatori e difenderli fino alla fine, senza criticarli alla prima partita sbagliata. C’è da creare un’anima di squadra, con la programmazione, che è quello che ho trovato a suo tempo a Terni, dove al mio arrivo ho ereditato un gruppo che la società aveva difeso anche in momenti difficili.”

“Non conosco altri modi di risolvere i problemi se non attraverso il lavoro. Intanto mi piacerebbe recuperare tutti gli infortunati. Una idea sulla possibile fisionomia della squadra, una volta che torneranno tutti a disposizione ce l’ho, ma la tengo per me. Questa è una squadra che dà parecchie soluzioni dal punto di vista tattico. Il ruolo di Chiricò? E’ quello in cui gioca già, devo lavorare con lui per migliorare alcune situazioni di gioco che possono dare dei vantaggi alla squadra. Tabbiani? E’ un allenatore interessante, ha fatto delle buone cose a Fiorenzuola ed ha delle belle idee. Serve che siano accompagnate dai risultati, ci siamo passati un po’ tutti. Cura tanto la parte tattica e ho trovato una squadra molto ricettiva da quel punto di vista. Aprire le porte dell’allenamento? Non ne abbiamo parlato, ma è una cosa che si può fare. Rispetto a sei anni fa porto molta più esperienza, ero diverso e col tempo sono maturato, ho vinto, ho fatto tre anni di Serie B, affrontando allenatori bravi, adesso sono un allenatore differente dal punto di vista delle conoscenze. L’allenatore deve essere un po’ un sarto, rendersi conto del materiale che ha a disposizione e valorizzarlo il più possibile, senza essere legato concettualmente a determinati moduli. Non voglio essere condizionato nelle scelte da ciò che è stato fatto finora, perché secondo me questa squadra non ha espresso il suo potenziale. Sono tutti in discussione: chi ha giocato di più deve dimostrare di meritare di mantenere il posto, chi ha giocato di meno deve proporsi, tutti partono alla pari.”

“Scommesse sul raggiungimento degli obiettivi? Ne ho già fatta una con Vincenzo: l’eventuale terzo anno di contratto, che abbiamo condizionato a determinati eventi. La città non l’ho mai abbandonata: due o tre volte all’anno sono tornato molto volentieri. Le avversarie più quotate? Va riconosciuto merito alla Juve Stabia di aver fatto squadra, sopperendo a concorrenti sulla carta più forti, ma in questo campionato non contano i nomi né dei giocatori né delle squadre, bisogna sporcarsi le mani. Anche l’Avellino col cambio di allenatore ha messo la marcia più alta e a Benevento il direttore sportivo ha fatto un lavoro ottimo di ricostruzione dopo la retrocessione. C’è anche la Casertana che avendo avuto la possibilità di operare sul mercato più avanti, è riuscita a prendere giocatori di livello per la Serie C. Il campionato esprime più squadre che possono lottare per vincere.”

“In società, oltre a Lodi e Biagianti, ci sono altri personaggi potenzialmente molto importanti (Scaltriti, Franchina, Passanisi) che fanno da trait d’union con la storia del Catania della matricola. Era qualcosa di necessario: lasciare un’anima di ciò che è stato e cercare di integrarla con una nuova società, con nuovi orizzonti. In un mondo del calcio che è molto schizofrenico, compresi gli addetti ai lavori, ho molto apprezzato la calma olimpica che Vincenzo ha avuto nel prendersi del tempo per fare la scelta, nonostante le critiche e la spinta della piazza.”

“Io ho sempre pensato al “noi” e non all’”io” e ho fatto delle richieste affinché si possano creare delle basi tutti i giorni. Se riuscissimo a fare gruppo non solo in campo ma anche fuori, faremmo Bingo, per fare una battuta.”