Dimostrazione d'im...Potenza!

Mister Luca Tabbiani, l'ultima in rossazzurro...

Mister Luca Tabbiani, l'ultima in rossazzurro... 

Max Licari sul disastro di Potenza. Tabbiani out, ma colpe da condividere. Adesso, ripartire!

Come proporre la cronaca di una "non partita"?

Mi si perdonerà, ma stavolta corre obbligo di deragliare volutamente dai consueti binari cronachistici che da più di vent'anni contraddistinguono i miei editoriali su questa splendida e storica realtà editoriale online, la prima testata giornalistica interamente dedicata al Catania nata sul web e della quale per tanti anni mi sono onorato di rappresentare la figura del direttore responsabile. Quando è troppo è troppo. Sarebbe deleterio per le mie coronarie e, soprattutto, per quelle dei fratelli rossazzurri che ogni settimana (e talora anche di più) si avventurano a perdere qualche prezioso minuto della propria giornata a leggere, magari ancora spinti da nostalgico affetto, le disamine che cerco di proporre con la maggiore onestà intellettuale possibile, articolare una anche "minimalistica" analisi tecnico-tattica di un match che non è esistito, che non ha mai avuto un inizio e che, purtroppo, ha avuto la scontata conclusione che chiunque abbia subito la sventura di assistervi avrebbe potuto vaticinare anche solo dopo il primo minuto di gioco. Pertanto, nessuna cronaca di quanto NON avvenuto in campo e unicamente riflessioni, inderogabili in primis da parte della società, rivolte al futuro prossimo di una squadra al momento senza capo né coda. Basti solo ricordare l'inevitabile rete siglata da Caturano al 34' su assist dell'ex Di Grazia, le due o tre ottime occasioni sprecate dai rossoblù di Lerda tra prima e seconda frazione e il nulla cosmico prodotto dagli uomini di Tabbiani durante tutto il corso del match, travolti dell'aggressività dei modesti ma baldanzosi ragazzi locali. Zero assoluto. Non avrebbe, dunque, alcun senso parlare di questa partita in particolare, se non come "segnale" definitivo in prospettiva futura, come accennato. Non lo meriterebbero i circa 400 eroici tifosi etnei presenti in terra lucana, "maltrattati" da una prestazione ai limite dell'orrorifico.

Game over. Via Tabbiani e Laneri, ma responsabilità condivise.

Cosa ci eravamo detti al termine della difficoltosa vittoria di Brindisi? Non si è fatto nulla; successo sì, ma livello di gioco  ancora largamente insufficiente; tutti in discussione anche a Potenza; serve continuità. Ebbene, adesso, anche alla luce delle parole di Grella indirizzate ad assicurare una fiducia "a termine" (un paio di gare) a tecnico e giocatori, è giunto il momento di trarre le conclusioni e adottare i rimedi del caso. La società lo ha fatto, coerentemente e doverosamente, esonerando il tecnico ex Fiorenzuola, ma si è pur sempre in ritardo di almeno una ventina di giorni. Lo dico subito, non tutte le colpe vanno attribuite a Tabbiani, sebbene, alla fine, nel calcio paghi irrimediabilmente l'allenatore. Non tutte, ma una parte sì. La verità è che il progetto "gioco" è naufragato proprio sul versante del medesimo gioco. Questa è una squadra che avrebbe dovuto proporre calcio offensivo, mentre in realtà si mostra fra le più sterili della categoria, pure in termini di punti e classifica (a quota 15, si è ai margini della zona playout). Inoltre, crea scarsamente o niente in termini di occasioni da rete, segna con il contagocce e con pochissimi uomini (solo attaccanti), sostanzialmente passeggia in campo, mostrando sempre un chiaro divario atletico rispetto all'avversario di turno. In specie a centrocampo, non si riesce a trovare mai la ricetta giusta. In cabina di regia si sono provati il deludente giovane Ladinetti, l'esperto Rizzo (non nel suo ruolo), il fortemente voluto Quaini (acquistato, però, come difensore centrale...): nessuno dei tre ha mai assicurato un minimo di logica al gioco. Sulle mezzali si sono avvicendati tutti, compresi Deli e Zanellato, due elementi di sicuro valore ma in chiaro deficit di condizione, senza trovare una quadra, senza continuità di inserimento, senza "gamba". Ma, ovviamente, non è solo un problema di mediana, pure in difesa e in attacco si è navigato a vista. Anche i più esperti, coloro che avrebbero dovuto essere i leader dello spogliatoio, hanno finora deluso o fatto meno di quanto ci si attendesse, da Silvestri a Mazzotta, da Curado a Chiricò, per finire a Marsura, nemmeno impiegato nel "naufragio" del Viviani. Gli unici a dare qualche segno di vitalità, i meno esperti: Castellini, Bouah, Bocic. E ci si chiede, per esempio, per quale motivo i primi due non siano stati schierati contro il Potenza. Ecco, almeno 'sti ragazzi corrono e i tifosi, al di là poi del risultato finale, meritano di vedere maglie rossazzurre sudare in campo! Per questo, è inevitabilmente giunta la "scossa" tecnica. Non dimenticando, tuttavia, come le colpe vadano distribuite con il comparto tecnico della società che (a meno di auspicate "risurrezioni" da qui a fine girone d'andata), con tutta probabilità, ha sopravvalutato la valenza tecnica e caratteriale di un buon numero di giocatori, "a naso" poco adatti a una piazza come Catania. Anche in questo caso, paga il direttore sportivo Laneri, sollevato dall’incarico, ma le scelte, ad ogni modo, sino state condivise da Pelligra, Grella e Bresciano, ufficialmente non nel Board del Catania FC, ma nei fatti consulente ascoltato e, non a caso, presente a Potenza. Per carità, si può sbagliare, tutti sbagliano (anche i dirigenti più osannati) e lo stesso vicepresidente Grella onestamente lo ha ammesso, ma si dovrà avere il coraggio di intervenire oltre che sul "manico", anche sull'organico, a fine dicembre, come accaduto talora in passato. Sarà necessario prendere atto della situazione e sostituire un buon numero di atleti già a partire da gennaio, in quanto non funzionali al progetto presente e futuro. Quindi, giungiamo inevitabilmente alla terza componente che deve "coassumersi" la responsabilità dell'attuale fallimento tecnico, i giocatori stessi. In campo ci vanno loro, non Tabbiani, non Grella, non Laneri. E, a oggi, hanno deluso. E parecchio. Quasi nessuno escluso. Paga il tecnico e il suo staff, ma loro hanno molto da farsi perdonare.

Due gare per la ripartenza
La gara di Coppa Italia di mercoledì contro il Picerno e quella di domenica prossima a Cerignola dovranno, perlomeno, essere percepite dai sostenitori del Liotru come occasioni di "ripartenza", con la nuova compagine tecnica (vedremo su chi cadrà la scelta della società) e, magari, differenti scelte in termini di uomini. Tutto azzerato e chi ha voglia di correre vada in campo più libero mentalmente. Questo ci si aspetta. Null'altro. Let's go, Liotru, let's go!!!