Da Cipriani a Mascara, da Lodi a Chiricò: quando il gol è da centrocampo e dintorni...

I cecchini dalla distanza in salsa rossazzurra...

I cecchini dalla distanza in salsa rossazzurra... 

Il racconto di un insolito pomeriggio domenicale, un dialogo a distanza fra appassionati di pallone rossazzurro...


Domenica primo ottobre 2023, ore 14.07. Il telefono è impazzito. Nelle varie chat a sfondo rossazzurro il tono dei messaggi è unico: “Ma che gol ha fatto Chiricò?”. Messaggi simili anche da gruppi whatsapp dalle tematiche diverse, come quelli del Fantacalcio o della partitella di calcetto: il gesto tecnico del numero 32 rossazzurro è di quelli che generano stupore, scomodando anche illustri paragoni con il passato. Tutti entusiasti, qualcuno azzarda addirittura che a Tonga abbiano riaperto il segnale a distanza di quattordici anni dalle prodezze di Peppe Mascara.

Il sinistro in corsa di Cosimo Chiricò, scagliato da centrocampo, è un arcobaleno bellissimo, da vedere e rivedere chissà per quante altre volte. È così bello che anche la seconda rete dell’attaccante pugliese - un sinistro a giro da fuori area, roba da bongustai pallonari –, passa inevitabilmente in secondo piano.

Qualche minuto prima della seconda prodezza di giornata di Chiri-gol, attorno alle ore 15.02, un altro messaggio scuote il mio smartphone, attirando la mia attenzione: “… tanto lo so che entro stasera arriva il tuo articolo sui gol da centrocampo”.

Il mittente è Emanuele Rizzo, il catanese dai tratti nordici, ma dal cuore vulcanico. Sì, è proprio lui, il biondino che insieme ai ragazzi di Quelli del ’46 (da qualche tempo confluiti nel gruppone di “Tutto il Catania minuto per minuto”) ha ideato il Murale di via Cifali, ovvero la più bella opera d’arte moderna in città degli ultimi cento anni.

Mi provoca spudoratamente, il Rizzo; ignaro (forse no…) che basta un semplice messaggio a innescare la mia voglia di scrivere, di affondare la penna nella storia rossazzurra, facendo riemergere quelle prodezze indimenticabili: “Non so Emanuele, non sono tantissimi – rispondo in prima battuta – oltre questo, su due piedi, mi vengono in mente solo quello di Giuseppe Mascara a Palermo, il primo marzo 2009, e la punizione di Ciccio Lodi al Trapani nel maggio 2019. La bomba di Loriano Cipriani a La Favorita nel febbraio 1993, mettiamo anche quella?”

“Cipriani lo metterei” risponde Rizzo, mentre il Catania di Luca Tabbiani segna altri due gol con i soliti Samuel Di Carmine e Cosimo Chiricò: “Ora dovrai fare anche l’articolo sulle doppiette – rilancia, il biondino – non prendere impegni che hai tanto da scrivere”.

Le doppiette, signori miei, sono infinitamente tante. Egoisticamente, preferirei che uno far Samuel o Cosimo, se non entrambi, facesse un terzo gol, così da far riemergere l’articolo dedicato alle triplette rossazzurre, fermo dai tempi di Luca Moro. Ma il tema della discussione è un altro, riguarda le reti segnate direttamente da centrocampo.

“Anche Mascara nel 2006 potresti mettere” mi suggerisce Rizzo.

“Uhmm… dici il passaggio filtrante per Spinesi, lisciato clamorosamente da Agliardi, nel derby di Palermo del settembre 2006? Non era proprio centrocampo, ma chiudiamo un occhio…” rispondo.

“No, no. – puntualizza Rizzo – parlo della rete segnata al Vicenza, quella a porta vuota”.

La luce si riaccende. Certo, il gol del definitivo 0-2 con il quale il Catania di Pasquale Marino espugnò il “Romeo Menti”. Venticinque febbraio 2006, il novantesimo era passato da qualche minuto. Il Catania, in completa tenuta blu scura, tendente al nero, era in vantaggio di una sola rete, quella segnata da Mattia Biso nel primo tempo. I biancorossi di casa erano tutti riversati dentro l’area catanese, compreso il portiere Giorgio Sterchele. Corner per i locali, sotto la curva del tifo berico. Mischia in area, risolta da Davide Baiocco che avvia una veloce ripartenza, palla per Mascara che dopo aver superato la linea mediana, prende la mira, e di piatto centra gli oltre sette metri di porta, quella sita proprio sotto un entusiasta settore ospiti.

Mascarinho, Topolinik, il folletto Calatino, era avvezzo a questi colpi dalla distanza: fra trequarti e centrocampo non ci pensava due volte a calciare verso la porta. In rapida sequenza: la palombella al frastornato Soviero, in Catania-Venezia 3-0 del gennaio 2004, o il pallonetto liftato al “Friuli” nel marzo 2009, quindici giorni dopo la prodezza del “Barbera”. Di altri tentativi dalla distanza ne ricordo altri, uno nella fattispecie: Terni, ottobre 2005, tiro improvviso da oltre quaranta metri parato con difficoltà dal portiere rossoverde Berni, bravo a non farsi impallinare così come accadde qualche anno dopo al rosanero Marco Amelia.

Emanuele Rizzo, memoria rossazzurra fresca e lucida, ha ancora un’altra fiche: “Comunque Mascara da centrocampo ne fece uno nell’amichevole vecchie glorie del 2016…”

Si è innescato un giochino simpatico, quello dell'aprire i cassetti della memoria anche in senso opposto. Su due piedi penso alle reti da centrocampo beccate dal Catania. A galla, in prima battuta, ne rievoco due: quella rimediata da  Gennaro Iezzo in quel di Viterbo, nel gennaio 2001, e ancor prima la rete del palermitano Antonino Cardinale che freddò Patrizio Fimiani al Cibali in Catania-Battipagliese del settembre 1996. 

Gol da centrocampo presi? Emanuele Rizzo è preparato anche qui: "16 dicembre 1956 Catania-Honved Budapest 2-9, amichevole, rete di Puskas, e il 18 marzo 2007 Catania-Reggina 1-4 (a Rimini). Il gol di Pasquale Foggia è quello dello 0-2"

Qualche ora dopo, quando le diciotto sono scoccate da una ventina di minuti, gli invio lo screenshot della email inviata a Bruno Marchese, contenente le foto di Cipriani, Mascara, Lodi e Chiricò, necessarie per la realizzazione della grafica che arricchisce questo testo. “Appena inviate al grafico – gli scrivo – ti odio, sappilo. Talmente tanto che ti citerò nell’articolo

“Abbi il coraggio di scriverlo così” mi provoca.

Eh sì, caro Emanuele Rizzo, ti odio così tanto che sono andato ben oltre alla semplice citazione. Con affetto e immutata stima, Salvo Emanuele.