Catania-Roma: presentazione della gara

Mister Montella, condottiero rossazzurro!

Mister Montella, condottiero rossazzurro! 

La presentazione dell confronto del "Massimino" tra rossazzurri e giallorossi. I temi caldi: da un derby all'altro; una partita da 'Stile Catania'; Roma americana in rampa di lancio

Da un derby all’altro
Nella prima gara interna del 2012 il Catania di Vincenzino Montella riceve al “Massimino” l’arrembante Roma di Luis Enrique. Una sfida che dall’infausto 19 novembre 2006, giorno del 7-0 per i giallorossi (con Montella in rete), ha subito una sorta di trasformazione, divenendo ancor più sentita rispetto a prima. Sfida molto affascinante considerata, per rivalità tra le due tifoserie, quasi come un derby. Infatti i match contro la Roma, nell’hit parade dei tifosi rossazzurri, si collocano proprio al secondo posto dietro solo alle sfide contro il Palermo. Dopo il successo sui rosanero, che aveva archiviato al meglio il 2011 casalingo degli etnei, ecco sulla strada dei rossazzurri un altro ‘derby’ …da vincere!

Una partita da ’Stile Catania’
Il passo falso di Bologna, nella prima gara del 2012, non ha indebolito le convinzioni e le certezze che la ‘banda Montella’ aveva disseminato lungo la prima parte di stagione. Un passaggio a vuoto, con ancora troppo ‘panettone’ da smaltire, ci può stare. Uno, ma non due: che sia ben chiaro. A due turni dal giro di boa la classifica è delle migliori: ottavo posto con 10 punti di margine sulla terzultima è una situazione assai soddisfacente e confortante. Guai però a cullarsi troppo sugli allori di metà stagione. A spezzare possibili sogni (o anche sonni) deleteri ecco l’affascinante e, allo stesso tempo, sentitissima sfida alla Roma. Gara dai mille spunti, con mister Montella (dal glorioso passato in giallorosso) pronto ad affrontarla nei miglior dei modi e senza alcuna voglia di rivalsa o vendetta derivanti dalla mancata conferma sulla panchina capitolina. Proprio contro la Roma, avversaria in passato di battaglie epiche, occorre ritrovare il sorriso con una prestazione coriacea in pieno ‘Stile Catania’ : cuore, coraggio, carattere, grinta, umiltà e determinazione passando da trame di gioco interessanti ed esaltanti. Dopo il trionfo dello scorso maggio, che permise agli etnei di tagliare la storica quota di 46 punti, il ‘popolo del Massimino’ chiede ai propri eroi un’altra gara (battaglia) da uomini veri. Un’altra notte di gloria e se il cielo dovesse fare i ‘capricci’ tanto meglio: il Catania s’incendia con la pioggia! – 28 all’Alba:”Siate Affamati, siate Folli, siate Umili, siate Elefanti!”

Roma americana in rampa di lancio
Anno zero nella sponda giallorossa della capitale. Archiviata la lunga ‘gestione Sensi’, fatta di trionfi (pochi ma importanti) e di mancati fallimenti, si respira l’aria nuova della rifondazione a Trigoria. La nuova società americana, capitanata dal presidente Tom DiBenedetto, ha dato quell’iniezione di vitalità (in termini di eurodollari) ed entusiasmo tanto attesa lungo il Tevere. L’avvio, però, è stato decisamente pessimo con l’eliminazione dall’Europa League e diverse (ed impreviste) scoppole rimediate in campionato: il prezzo da pagare per una rifondazione. Una rifondazione ‘parziale’ visto che i senatori più rappresentativi (Totti, De Rossi, Taddei e Perrotta) sono rimasti per accogliere ed 'istruire' ragazzi promettenti come i vari Lamela, Bojan, Osvaldo, Josè Angel, Pjanic e Stekelenburg. Un mix esplosivo affidato alle mani poco esperte del tecnico spagnolo Luis Enrique, ennesimo ‘prodotto’ della ‘cantera azulgrana’. Progetto ambizioso ed affascinante ma, allo stesso tempo, non privo di insidie. L’impressione dilagante però è che questa Roma, dopo un inizio altalenante, possa divenire nelle stagioni seguenti, una tra le squadre più importanti del panorama calcistico italiano. I risultati ottenuti, a cavallo tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, ovvero un pareggio e quattro vittorie (una delle quali in Coppa Italia), rendono il giusto valore e merito al lavoro profuso. Pur essendo ancora un ‘cantiere aperto’ la Roma che giunge al “Massimino” non è più un’ “accozzaglia” di giocatori di talento, ma una formazione che lentamente comincia ad avere una propria identità.