Catania-Palermo: presentazione del derby

'Pitu' Barrientos, derby da protagonista

'Pitu' Barrientos, derby da protagonista 

La presentazione della gara del "Massimino" tra rossazzurri e rosanero. I temi caldi: nessun appello; come a Bergamo, meglio di Bergamo; derby crocevia della stagione.

Nessun appello
Per il “Derby di Sicilia” del 18 dicembre 2011, il numero 8 in serie A al “Massimino”, non occorro appelli alle due tifoserie di alcun tipo. Il 14 novembre 2010, a Palermo, e il 3 aprile 2011, a Catania, sia i tifosi rossazzurri che quelli rosanero hanno ampiamente dimostrato come la ‘lezione’ (sempre se così si può chiamare) è servita. Decisamente. Il comportamento encomiabile offerto dalle tue opposte fazioni nei due derby della scorsa stagione dimostra l’alto livello di maturità e di sportività raggiunto. Il derby tra Catania e Palermo si pone, così, come gara assai sentita, sfida d’alta classifica ma, soprattutto, come un’autentica ‘festa dello sport siciliano’. Prodotto siculo da vivere, gustare ed esportare al di fuori dell’isola. Buon derby Catanesi! Buon derby Palermitani! Buon derby Siciliani!

Come Bergamo, meglio di Bergamo
Il pareggio colto a Bergamo (amaro nelle modalità, dolce per la prestazione offerta) ha riproposto il vero volto del Catania forgiato da Vincenzino Montella: personalità, grinta, coraggio, aggressività, determinazione, cuore ed umiltà. Qualità importanti, basilari per chi gioca a calcio, che nell’ultimo periodo erano state letteralmente ‘offuscate’ da scialbe prestazioni. La copia sbiadita, vista soprattutto contro il Cagliari, è stata soppiantata drasticamente dal ‘ritorno’ del Catania ‘ammazzagrandi’ d’inizio stagione. Ritrovato la spirito guerriero, ecco all’orizzonte la sfida più difficile ed affascinante per confermarlo. Catania-Palermo, ovvero il “Derby di Sicilia” per eccellenza. La gara dell’anno per entrambe le tifoserie. Una gara da affrontare come Bergamo. Anzi, ancora meglio; cercando quel cinismo davanti la porta necessario per concretizzare la grande mole di gioco prodotta. Inoltre, bisogna ritornare ad assaporare il gusto della vittoria in casa dopo oltre un mese e due brucianti sconfitte. Tre se si considera anche la coppa Italia. Qualcosa di anomalo per la gente del “Massimino” abituata a veder trionfare, quasi sempre, chi indossa il rosso e l’azzurro. Per l’Elefante catanese, quindi, non c’è occasione migliore della sfida all’Aquila palermitana per ritornare a vincere. Oltretutto se si tratta di una gara d’alta quota, con i rosanero sesti (insieme all’Inter) e con i rossazzurri due gradini più sotto (con Roma, Genoa e Cagliari). Catania pronto a vincere il derby del “Massimino” per la quinta stagione di fila ed a sorpassare in classifica gli eterni rivali. La ‘freccia’ è già accesa. Nessun ciclo terribile, nessun ciclo verità. È il Derby! –32 all’AlbA: “Siate Folli, siate Affamati, siate Elefanti!”

Derby crocevia della stagione
L’atteso “Derby di Sicilia” per il Palermo arriva proprio nel momento meno propizio della stagione. Una stagione iniziata malissimo con l’eliminazione estiva dall’Europa League ed il conseguente esonero di mister Pioli. Annata che poi era stata ‘raddrizzata’ dalla mano inesperta ma, allo stesso tempo, capace dell’esordiente Devis Mangia. Un Mangia che, però, nonostante le rassicurazioni del ‘folkloristico’ presidente Zamparini, vede e sente i primi scricchiolii in una panchina non più così salda. L’altalenante rendimento tra casa e trasferta (rosanero unica formazione di A a non aver ancora segnato fuori casa) unite alle sconfitte interne contro Cesena (in campionato) e Siena (in coppa Italia) rendono il futuro dell’ex tecnico della Primavera più nero che rosa. Tutta colpa di Mangia? Assolutamente no. Il mercato estivo ha smembrato l’ossatura del Palermo di Rossi senza, però, riempire le lacune che, nella scorsa stagione, avevano palesato dei limiti evidenti. Il reparto sotto osservazione era la difesa. Arrivato Silvestre (gran colpo di Sogliano) la retroguardia rosanero non ha, però, trovato la giusta quadratura. Gli altri acquisti, Cetto e Mantovani infatti non hanno trovato spazio nell’undici base. L’inserimento di Migliaccio come centrale difensivo è solo un adattamento. Il ruolo del portiere, poi, presenta diverse incognite. Le cessioni di Nocerino e Pastore hanno tolto quantità e qualità a centrocampo ed attacco. Nonostante tutto, però, il Palermo è in piena corsa per l’Europa League. Merito di chi? Di Mangia, bravo a ricompattare una squadra che sembrava allo sbando già a ferragosto. Il derby del “Massimino” assume, in sostanza, i chiari connotati di un bivio: vincere per risollevarsi, perdere per sprofondare…