Catania-Palermo: mi ritorni in ment ex

Matias Silvestre, da capitano ad avversario...

Matias Silvestre, da capitano ad avversario... 

In occasione del derby ecco una 'puntata' speciale dedicata agli ex. Un viaggio nel passato rievocando quei giocatori che hanno indossato entrambe le maglie: da Silvestre a Mascara, da Troja a Di Bella, da Zenga ad Andujar.

Catania-Palermo 3-1
Il Derby di Sicilia è sempre più vicino e dopo averne analizzato storia, precedenti e svariati dati statistici, ecco il momento legato ai quei calciatori che, nel corso della carriera, hanno indossato sia la casacca rossazzurra che quella rosanero. Tra le fila di Catania e Palermo vi sono ben quattro calciatori che hanno indossato entrambe le casacche. I tre ex rosanero sono Mariano Andujar, Ciro Capuano e Davide Lanzafame; l’ex rossazzurro, invece, è l’argentino Matias Silvestre. Quattro giocatori che all’ombra dell’Etna e del Monte Pellegrino hanno vissuto annate da una parte anonime e dall’altra elettrizzanti. Capacità di adattamento ad ambienti, distanti tra loro appena 190 km, che hanno fatto le fortune e le sfortune sia delle due squadre che dei singoli giocatori.

Andujar, rosa acerbo
L’esperienza di Mariano Andujar in rosanero è stata abbastanza fugace. Prelevato dall’Huracan nell’estate del 2005 Andujar, appena ventiduenne, inizia la stagione come terzo portiere dei rosa ‘sovrastato’ da Guardalben e da Santoni. Dopo un avvio difficile, tuttavia, nel corso della stagione, complice la cessione di entrambi i portieri e l’acquisto del giovane Agliardi, il portiere argentino trova lo spazio non avuto in precedenza collezionando in totale, tra campionato, coppa Italia e coppa Uefa, 21 presenze. Prestazioni non sempre positive che condurranno Andujar, a fine stagione, nuovamente in Argentina dove, con la maglia dell’Estudiantes, conquisterà la Copa Libertadores.

Capuano, uomo del 700
Ciro Capuano giunge al Palermo, nell’estate del 2006, dopo un autentico derby di mercato proprio tra la società rosanero e quella rossazzurra. Ventuno presenze ed un gol in due stagioni e mezza vissute, spesso e volentieri, lontano dal campo di gioco a causa di problemi fisici ed alla ‘lotta’ interna con Marco Pisano, altro terzino sinistro dei rosanero. Un solo gol in rosanero, ma di grande importanza statistica, realizzato all’Ascoli nel dicembre 2006, la rete numero 700 del Palermo in serie A.

Lanzafame, l’incompreso
L’esperienza in rosanero di Davide Lanzafame non è stata di certo delle migliori: appena 9 presenze in sei mesi (stagione 2008/09) prima di un lungo viaggio (con ritorno) tra Bari, Parma, Torino (sponda Juve) e Brescia. Poche le occasioni per mettersi in mostra con la maglia del Palermo. Molte per affermare che l’attuale numero 7 rossazzurro può essere considerato come il ‘classico’ ex dall’inesauribile voglia di rivalsa nei confronti di una piazza, come quella palermitana, che non ha creduto pienamente in lui.

Silvestre, da capitano ad avversario
Nato a Mercedes (Argentina) il 25 settembre 1984 Matias Silvestre è, senza ombra di dubbio, l’uomo più atteso dell’ormai imminente derby del “Massimino”. Centodiciotto presenze e sette reti (molte delle quali decisive) in rossazzurro rappresentano un passato ‘pesante’ difficile da cancellare. Giunto a Catania nel gennaio 2008, prelevato dal Boca Juniors, Silvestre ha dimostrato, nel corso delle stagioni, le sue indubbie qualità: sia come difensore centrale (tra i migliori della serie A) sia come realizzatore. Difensore completo e moderno protagonista di ben quattro salvezze con la maglia rossazzurra. La sua consacrazione è avvenuta proprio durante la scorsa stagione dove il suo ottimo rendimento, sia con Giampaolo prima che con Simeone poi, è rimasto inalterato. Dopo la cessione di Mascara (gennaio 2011) ha ereditato la fascia di capitano della formazione catanese. Fascia sudata, meritata ed, infine, abbandonata sei mesi più tardi. Nel modo peggiore per i tifosi etnei. Il passaggio estivo al Palermo, per coronare ‘ambizioni europee’ (ancora rimaste tali, ndr), non è stato ancora digerito dai suoi vecchi tifosi. Difficile prevedere un’accoglienza positiva da parte della gente del “Massimino”…

Ex amati, odiati e mancati
Storie di ex che si intrecciano per la gioia o, talvolta, la rabbia delle tifoserie. Spulciando nel passato non si possono dimenticare giocatori ed allenatori che hanno indossato i colori sia rossazzurri che rosanero. Giocatori e tecnici che, per uno strano sortilegio, il più delle volte, diventano ranocchi a Palermo e principi a Catania.
Tra i calciatori appare impossibile non ricordare Giuseppe Mascara che, dopo un avvio positivo in maglia rosanero, vide sfumare, a causa di un brutto infortunio, la sua carriera nella Sicilia occidentale, per poi diventare emblema e simbolo rossazzurro nelle stagioni successive.

Fabio Caserta, invece, rappresenta l’esatto contrario: scoperto dall’Igea Virtus (C2) dall’a.d. etneo Lo Monaco il centrocampista calabrese disputò in rossazzurro, tra serie B ed A, le sue stagioni migliori prima di passare, tra le polemiche, al Palermo. In maglia rosanero poche gioie e molte panchine, con quel salto di qualità mai realizzato. Casertà, tra l’altro, può vantarsi di aver segnato in un derby sia con la maglia del Catania che con quella del Palermo. Reti ‘inutili’ visto che ha perso in entrambe le occasioni.

Di Michele Paolucci in rosanero c’è ben poco da dire: sei mesi che nessuno ricorda, forse neanche lui. Decisamente più brillante la sua esperienza in rossazzurro, ovvero la miglior annata della sua carriera. La gemma è rappresentata dalla rete siglata al Palermo nello storico 0-4 rossazzurro al “Barbera” del primo marzo 2009.

Tra i doppi ex ad aver segnato in derby vi è anche Christian Terlizzi in rete, con la maglia etnea, nell’ultima sfida disputata a Palermo, conclusa proprio con la vittoria dei rosanero. Rete da ex con tanto di esultanza ‘silenziosa’.
Altro doppio ex il palermitano Giacomo Tedesco: giovane promessa nel Palermo dei ‘picciotti’ di Ignazio Arcoleo e colonna nel centrocampo del Catania tra il 2007 ed il 2009. In tempi più lontani, fine anni novanta, spazio a Luca Lugnan ed Alessandro Cicchetti: protagonisti della promozione del Catania in C1 nel 1999 ma anonimi gregari in rosanero.

Andando ancor più indietro nel tempo ecco Claudio Ranieri . L’attuale allenatore dell’Inter, prima di intraprendere la carriera di tecnico, concluse la propria attività agonistica indossando proprio le casacche delle due formazioni siciliane. Prima il rossazzurro, con tanto di promozione in A (1982/83), e poi il rosanero.
Altro passo indietro, anni 70, riecco il palermitano Tanino Troja: grande protagonista con la squadra della sua città (promozione in A nel 1972/73), deludente con quella rossazzurra (12 presenze ed una rete) nell’ultima annata da professionista.

Il giusto ‘legamento’ tra calciatori ed allenatori è rappresentato dal compianto Don Carmelo Di Bella. Nato a Catania, scomparso a Palermo Di Bella ha legato la propria vita, da calciatore prima e da allenatore poi, alle due squadre siciliane, con diversi addii e ritorni da una sponda all’altra dell’isola. Vittorie, promozioni, salvezze, retrocessioni, gioie e dolori in un mix tutto rossazzurro-rosanero.

Tra gli allenatori, invece, bisogna menzionare Silvio Baldini: protagonista di mezzo campionato (quella della promozione in A) col Palermo prima dell’improvviso ed irruento esonero. Stesso discorso in rossazzurro: avvio positivo prima di un lento declino concluso con l’esonero nella primavera del 2008.

Walter Zenga è, invece, l’esempio emblematico del ‘sortilegio’ che vede gli ex rossazzurri diventare ‘impotenti’ in rosanero. Dopo due salvezze consecutive col Catania, l’ex number one interista si presentò a Palermo con proclami scudetto. Parole al vento ed esonero all’indomani del pareggio casalingo, proprio contro il Catania, a metà novembre. Stesso discorso per Stefano Colantuono ‘grande’ a Catania, nella serie B del 2003/04; ennesima ‘cavia’, tra esoneri e ripensamenti, del Presidente rosanero Maurizio Zamparini.

Nedo Sonetti, invece, rappresenta l’eccezione. In rosanero, nella stagione 2002/03, sfiorò la promozione in serie A nel ‘drammatico’ match perso nettamente a Lecce; in rossazzurro, invece, portò alla salvezza la prima creatura di Pulvirenti. Tra i mancati ex, bisogna ricordare Marco Biagianti: autentico tormentone dell’estate 2011.