Catania-Napoli: mi ritorni in ment ex

1 marzo 2009: la gioia sfrenata di  Mascara dopo il gol al Palermo

1 marzo 2009: la gioia sfrenata di Mascara dopo il gol al Palermo 

In vista del match del "Massimino" tra etnei e partenopei riecco Giuseppe Mascara. Riviviamo le stagioni in rossazzurro del 'folletto' calatino oggi azzurro.

Applausi per ‘Topolinik’
Tra i temi più interessanti che circondano la sfida dell’ “Angelo Massimino” tra Catania e Napoli, in programma sabato 29 ottobre alle ore 18.00, spicca tra tutti il ritorno di Peppe Mascara in uno stadio che lo ha fatto grande. Volenti o nolenti è l’argomento del giorno tra i tifosi rossazzurri ‘combattuti’ tra la voglia di alzarsi in piedi ed applaudire il ‘vecchio’ capitano o subissarlo di fischi così come si fa con il più ‘odiato’ tra gli avversari. Risposta scontata. Solo applausi per Giuseppe Mascara di Caltagirone. Prima e dopo la partita. Solo applausi. Perché non si può fischiare contravvenendo alle ‘ragioni del cuore’. Perché non si può fischiare un calciatore, un uomo, che ha dato alla maglia rossazzurra i suoi anni migliori. Perché non si può fischiare un calciatore che ha contribuito a scrivere la storia recente del calcio catanese a suon di gol e prestazioni. Perché non si può fischiare un calciatore che con la casacca rossazzurra ha giocato come prima punta, seconda punta, esterno di centrocampo, trequartista, mediano e terzino (chiedere a Baldini e Giampaolo ndr). Oppure, doveva fare anche il portiere? Tutti in piedi signore e signori ad applaudire, prima e dopo la gara, un pezzo della nostra storia. Durante i novanta minuti (ammesso che giochi ndr) nessun trattamento particolare, solo ed esclusivamente applausi per i calciatori con indosso la maglia rossazzurra.

2003/04: la prima volta non si scorda mai
Giuseppe Mascara giunge per la prima volta al Catania nell’estate del 2003 prelevato in prestito dal Genoa. È la stagione della serie B a 24 squadre, del Catania di Colantuono, Stendardo, Delvecchio e Giallombardo. Il 7 settembre 2003 l’esordio in maglia rossazzurra (col numero 20 sulle spalle) è da dimenticare: al “Massimino” il Cagliari di Zola si impone con un sonoro 3 a 0. Qualche giorno più tardi ecco il primo gol in rossazzurro realizzato alla Salernitana in trasferta. Nel 4-4-2 di Colantuno il giovane Mascara vola dispensando magie lungo la fascia sinistra: 41 presenze e 13 reti in totale, fanno innamorare la tifoseria etnea. Tredici gol, alcuni dei quali di gran classe: come i pallonetti al Venezia ed alla Ternana, il gol all’ultimo respiro al Treviso, il colpo di testa al Bari. Al termine della stagione Catania nono (con rimpianti) e Società che passa dai Gaucci a Pulvirenti. Società e non parco giocatori. Mascara lascia per la prima volta Catania per trasferirsi al Perugia. È la fine di una storia d’amore. Forse..

2005/06: ritorno e promozione
Dopo la stagione di esilio a Perugia ecco nell’agosto del 2005 il ritorno al Catania. Avvio difficile con le espulsioni di Crotone e Mantova, prima del lento ma vertiginoso rilancio suo e di tutta la squadra rossazzurra. Con 36 presenze e 14 reti (record con la maglia del Catania in una stagione) Mascara contribuisce alla grande alla promozione del Catania di Pasquale Marino in serie A. Stagione epica nella quale ‘Topolinik’ dispensa le solite magie: la tripletta al Mantova, la doppietta al Catanzaro, la rete del sorpasso a Bergamo, la punizione al Crotone sino al tripudio del 28 maggio 2006 .

2006/07- 2007/08: quanto è dura la serie A
Finalmente la serie A. Si parte bene con le reti segnate al Palermo, al Messina e la gemma all’Inter di San Siro. Ma le tre espulsioni consecutive rimediate contro Messina, Torino e Roma condizionano pesantemente la prima stagione in serie A di Mascara. La tragedia del 2 febbraio 2007 complica ulteriormente le cose con il Catania che precipita pericolosamente verso il basso. Sei reti in 28 presenze da matricola nella massima serie: la salvezza conquistata a Bologna il 27 maggio 2007 attenua ogni delusione personale. L’anno seguente, con Silvio Baldini in panchina, altra annata difficile: sfiancato in un ruolo non suo Mascara colleziona 35 presenze e solo 4 reti (gol realizzati tra l’altro tutti nel girone d’andata!) contribuendo, però, alla seconda salvezza consecutiva conquistata all’ultimo istante contro la Roma il 18 maggio 2008.

2008/09: la Consacrazione
Svestita la maglia numero 10, che lo aveva accompagnato nelle prime due stagioni di A, Mascara indossa la casacca numero 7 e, all’improvviso, emerge dall’anonimato, consacrandosi nel calcio che conta: con 12 reti in 34 giornate e la terza salvezza di fila conquistata, stavolta senza patemi, è la stagione migliore di Mascara nella massima serie. Tra le gemme della stagione: la tripletta al Torino, il pallonetto di Udine e la stella cometa (con scia luminosa rossazzurra) scagliata al “Barbera” nel 4 a 0 rifilato al Palermo il primo marzo 2009. Il 6 giugno 2009 ecco il riconoscimento azzurro: a Pisa l’esordio dal primo minuto con la Nazionale italiana nell’amichevole contro l’Irlanda del Nord.

2009/10: la stagione dei record
Con 8 reti in 34 partite contribuisce alla fantastica rimonta del Catania, di Atzori prima e di Mihajlovic poi, dall’ultimo al tredicesimo posto finale. Reti da record: il 12 marzo 2010 con un rigore da infarto beffa l’interista Julio Cesar portando in vantaggio il Catania sull’Inter e raggiungendo, a quota 29, il compianto Memo Prenna come marcatore principe dei rossazzurri in A. Qualche settimana più tardi, è 24 marzo 2010, con il gol realizzato alla Fiorentina stacca Prenna nel trono dei bomber rossazzurri nella massima serie.

2010/2011: è tempo di dirsi addio
Il resto è storia recente: 18 presenze ed una rete negli ultimi sei mesi in rossazzurro. L’ultima rete segnata al Parma, su calcio di rigore, il 12 settembre 2010. Il congedo il 29 gennaio 2011 contro il Milan (0 a 2 per i rossoneri) al “Massimino” prima del passaggio al Napoli qualche giorno più tardi. Giuseppe Mascara lascia la maglia rossazzurra dopo 149 presenze in serie A, 77 in serie B, 11 in coppa Italia per un totale di 226 presenze impreziosite da 60 reti complessive distribuite nei vari tornei.

La storia non si cancella
Tutto questo è stato il Giuseppe Mascara rossazzurro. Gol, giocate da urlo, grandi prestazioni ed emozioni vere. Per tutti quelli che gli affibbiano la scomoda ed immeritata etichetta del ‘traditore’ bisogna rileggere attentamente la storia del ‘folletto calatino’. Una storia fortemente intrecciata a quella del Calcio Catania 1946. Una storia che nessun fischio può cancellare.