Boccata d'ossigeno

Samuel Di Carmine, match-winner e bomber rossazzurro

Samuel Di Carmine, match-winner e bomber rossazzurro 

Max Licari sul cruciale successo al cospetto del Taranto. Rizzo e Di Carmine decisivi. Pubblico di un'altra categoria.

Solo i tre punti
Contava solo una cosa, oggi, vincere, in qualunque modo lecito. Non il gioco, non l'estetica, non il punteggio, solo il risultato. Ed è giunto come di prammatica in queste occasioni da "dentro o fuori", con sofferenza, con difficoltà, ma meritatamente, considerato alla fine il numero delle occasioni da rete nettamente superiore rispetto ai rossoblù di mister Capuano. Il pubblico, i 17.000 del "Massimino", lo ha capito fin dal primo minuto, incitando costantemente, mai cadendo nella tentazione di lasciarsi andare a qualche fischio di sconforto anche nei momenti in cui sembrava che, per l'ennesima volta, non si dovesse riuscire a spingere quel dannato pallone oltre la linea della porta ben difesa da Vannucchi. Al termine, il gol di Di Carmine dona una boccata d'ossigeno a Tabbiani e alla squadra, seppure sia da sottolineare con onestà come la strada sia ancora lunga e nulla di definitivo sia stato fatto. Serve continuità e già da mercoledì vi sarà da battagliare per superare un ulteriore ostacolo a Teramo contro il Monterosi. E anche in terra d'Abruzzo, al cospetto dei laziali dell'ex Mbende, non si potrà assolutamente sbagliare, anche perché la classifica (rossazzurri "a metà del guado", con 11 punti in 8 partite), sebbene rinvigorita da questo cruciale successo, rimane non consona alle aspettative.

Cambio di modulo
Non sappiamo se il 3-4-2-1 utilizzato da Tabbiani per contrastare il classico 5-3-2 di Capuano possa costituire la strada giusta per pensare a una duratura rsalita in classifica dei rossazzurri, qualche legittimo dubbio è lecito nutrirlo; tuttavia, questa nuova "veste" ha indubbiamente consentito ad alcuni interpreti, apparsi fin qui un po' sottotono, di potersi esprimere con più serenità e minore dispendio atletico. Ci riferiamo in particolare a Curado, forse così più a suo agio e "coperto", Castellini, nel suo ruolo di centrale difensivo, Bouah, adatto a coprire a tutta fascia a destra e, soprattutto, a Mazzotta, "braccetto" di sinistra, cui non sono state richieste le sgroppate tipiche del 4-3-3, ma una più ragionata gestione della fase difensiva. Probabilmente, il tecnico etneo ha deciso di cambiare schema tattico per due motivi essenziali.  In primis, sulla scorta delle esperienze vissute con Crotone, Foggia e Juve Stabia, tutte formazioni impostate sulla difesa a cinque, trasformatasi poi in una sorta di "muro" contro cui si erano andati a schiantare i suoi ragazzi. In secondo luogo, in considerazione delle assenze importanti in specie in mediana, deficienze che lo hanno privato di elementi adatti a giocare a tre come Quaini e Rocca. Certo, di contro esterni d'attacco come Marsura e Bocic non ci sono sembrati propriamente a loro agio come, rispettivamente, esterno di centrocampo e trequartista di sinistra, tanto che nella ripresa l'allenatore ha cercato di utilizzarli più secondo caratteristiche, ma si tratta di un "inizio", esprimere giudizi definitivi sarebbe errato. Di certo, a differenza di quanto si potesse pensare, Tabbiani ha dimostrato di non essere monotematico o integralista.

Prima frazione "bloccata"
Il primo tempo, pur mostrando tanto impegno, ha evidenziato le previste difficoltà di attacco al fortino tarantino, assai arroccato sulla propria trequarti, ma talora pericoloso in ripartenza con Kanoute, migliore dei suoi, e Cianci. I due centrocampisti centrali, Zammarini e Ladinetti (soprattutto il giovane ex cagliaritano), apparivano lenti nel far girare palla e la coppia Chiricò/Bocic non trovava le linee di smarcamento giuste per farsi trovare pronta a supportare Di Carmine. Poche occasioni per attaccare la profondità, con il solo Bouah a proporsi con una certa continuità in sovrapposizione sulla corsia destra d'attacco. Taranto sereno nella gestione dall'ordinaria amministrazione, con i tre mediani Romano, Calvano e Zonta sempre nella posizione giusta per interrompere le trame di gioco etnee e con le fasce ben presidiate da Mastromonaco e Panico. Catania poco pericoloso, se non con una punizione dai venticinque metri di Chiricò e una girata di Di Carmine da centro area. In entrambi i casi, pronto l'estremo difensore pugliese.

Decisivi Rizzo e Di Carmine
Nella ripresa, si notava subito un atteggiamento diverso, una "rabbia" più accentuata, una voglia superiore di aggredire l'avversario. Meglio Marsura e Bocic, più interconnessi sulla fascia mancina, pressing più alto a rendere meno tranquilla la protezione difensiva al Taranto. Non a caso, il Catania al 10' confezionava un'ottima occasione con Marsura e Di Carmine, il cui diagonale da centro area sfiorava il palo sinistro di Vannucchi. Ma la vera svolta avveniva al 60': fuori Ladinetti e dentro Rizzo, il quale conferiva subito un altro passo, un'altra aggressività, un'altra attitudine al recupero palla a centrocampo. La scossa produceva immediatamente il gol partita: discesa di Castellini, cross dalla destra, sponda di Marsura e colpo di testa vincente da due passi di Di Carmine. Da questo momento in poi, il Catania appariva come "sbloccato" e, grazie anche agli ingressi di Lorenzini, Dubickas, Zanellato e Sarao, legittimava la vittoria in virtù di due "legni" (siamo giunti a una decina...) clamorosamente colti da Curado e dallo stesso attaccante lituano (davvero incredibile, a porta vuota, su assist al bacio di Zanellato) e di un altro paio di ottime palle gol fallite di un soffio (una, appannaggio di Chiricò, davvero importante), a fronte di una sola opportunità apparecchiata dal Taranto, grazie a una insidiosa girata a fil di palo del neoentrato Fiorani nel finale di match. Il fischio finale del bravo Scarpa di Collegno sanciva la fine di un piccolo "incubo" per la squadra e per i tifosi del Liotru.

A Teramo per trovare continuità
Come sottolineato dallo stesso Tabbiani, il tour de force cui verrà sottoposto il Catania da qui al prossimo mese (compreso il recupero di Brindisi, in programma il primo di novembre) presuppone l'impiego di tutti gli effettivi. E l'auspicio è che il tecnico possa recuperare al più presto i vari Rocca, Quaini, Rapisarda, Deli, Livieri. Serviranno tutti. A partire dal turno infrasettimanale di Teramo, contro un avversario modesto (il Monterosi è ultimo in classifica con soli due punti), ma assetato di punti e reduce dalla buona prestazione di Avellino, non coronata per un nonnulla dal risultato positivo. Se qualcuno pensa che si possa andare a passeggiare al cospetto dei laziali, sbaglia di grosso. Sarà difficile, come difficili sono tutte le gare di questo girone meridionale della Serie C. Inutile sottolineare come la sospirata continuità non possa non passare per un risultato pieno in Abruzzo. Ripartiamo! Let's go, Liotru, let's go!!!