Approfondimenti

Verso il nuovo Catania: i movimenti in città

Di Massimiliano Giliberto

23/04/2022 4:46

"Melior de ciner surgo": Catania risorge dalle proprie ceneri

Sono passati appena 14 giorni da quel 9 Aprile 2022 che ha segnato la fine di 75 anni di storia del Calcio Catania 1946 e il dolore e la tristezza per questa grave perdita è ancora forte nei cuori e nelle menti dei tanti sostenitori rossazzurri. L'esclusione del campionato, con la conseguenza che da oltre 20 giorni i tifosi rossazzurri non hanno più potuto assistere a partite con il Catania in campo (domani ci sarebbe stato il derby di fine campionato contro il Messina) ha smosso in varie forme un movimento di rinascita etnea per cercare di riportare al più presto un pallone rotolare sul prato dello stadio Angelo Massimino. Così, mentre si attende la risposta della FIGC sulla richiesta del Comune di Catania di iscrizione al prossimo campionato di Serie D, in città sono diverse le iniziative per cercare di far rinascere un grande Catania dalle proprie ceneri così come riporta la scritta sulla porta Ferdinandea in Piazza Palestro "Melior de Ciner Surgo".

La prima iniziativa, in ordine di tempo, è stata quello di un paio di tifosi rossazzurri che, attraverso un gruppo su Telegram "Magico Catania Group" (ad oggi contenente oltre 400 amici rossazzurri) ha intrapreso la strada del marketing pubblicitario, ovvero inviare attraverso Pec una lettera promozionale a diversi multinazionali o singoli imprenditori, chiedendo di prendere in considerazione l'idea di investire nel calcio a Catania. Una richiesta formale, alla quale sono arrivati sia risposte negative ma anche un "vi faremo sapere", non per elemosinare denaro da stranieri ma solo una richiesta di sposare un progetto che poggia proprio sulla passione dei tifosi rossazzurri.

Altra iniziativa, stavolta legata a figure professionali etnee, quella condotta dall'avvocato Enzo Ingrassia (legale molto vicino alle questione rossazzurre soprattutto sotto la gestione Massimino), che con lo slogan "un Amore per Catania" ha creato un comitato chiamato "Catania rossazzurra", costituito secondo le norme del codice civile con le seguenti finalità:

1) Diffusione dell’azionariato popolare.
2) Ingresso con capitale minoritario con compiti di vigilanza e controllo.
3) Impegno per lo sviluppo del settore giovanile composto da giovani del territorio.
4) Diffusione della cultura sportiva.

Tutto ciò, come riporta il comunicato dell'avvocato, per garantire “un aiuto a chi riterrà di partecipare al bando competitivo che il Comune emanerà al fine della successiva attribuzione del titolo sportivo da parte della Federazione. Aspettiamo una compagine sociale che abbia capacità patrimoniali, economiche, imprenditoriali e gestionali tali da poter dare concrete risposte alle legittime aspettative dei tifosi!”

Altra azione avviata da un movimento popolare quella che porta la firma di 45 soggetti (tra questi il giornalista Luigi Pulvirenti, Mario Conti, Piero Italia e tanti altri veri tifosi rossazzurri) che hanno sottoscritto una lettera alla città che parte sempre dal forte sentimento di amore per la squadra della nostra città.

Eccone il testo:
Quello che è accaduto il 9 aprile ha segnato in maniera profonda la nostra vita da tifosi del Catania, ma già il 22 dicembre qualcosa si era rotto: il fallimento del Calcio Catania spa, matricola 11700, avviava l’ultimo tratto della parabola discendente della squadra al cui tifo siamo stati educati sin da piccoli. La maglia del Catania e il sacco del devoto: Catania è sempre stata anche questo.
Quella del Catania è una storia lunga più di settant’anni diventata epopea, più che per le vittorie, per quel modo di essere coerente, orgoglioso, a testa alta, in direzione ostinata e contraria, custodendo una tradizione tramandata di generazione in generazione. Fondata sull’attaccamento alla maglia a strisce verticali colorate di rossoazzurro come simbolo di appartenenza ad una comunità, e sulla passione per quei colori come un atto d’amore continuamente rinnovato per la nostra città.
Ci siamo identificati con la squadra. Le tappe della nostra vita sono state scandite dal succedersi delle stagioni, delle gioie e dei dolori, delle vittorie e delle sconfitte; scegliendo un gradone del Massimino come se stessimo scegliendo la casa in cui andare a vivere, da condividere con le vicine e i vicini di gradone, che sono diventati la famiglia che ci siamo scelti. Uno accanto all’altro, stretti in un grande abbraccio, intonando i nostri cori, indossando le nostre sciarpe, sventolando le nostre bandiere.
Sognando che un domani avremmo trasferito questa passione ai nostri figli e alle nostre figlie, mettendogli sulle spalle la sciarpa cucita dalla nonna, iniziandoli al culto del Catania. Perché, un giorno, potessero avere la straordinaria possibilità di vivere le stesse incredibili emozioni che abbiamo vissuto noi. Magari vivendole insieme.
La cancellazione del Catania ha creato una rottura, anche rispetto a questa prospettiva. Come tifose e come tifosi è nostro dovere, di noi tutti, chiederci come fare a dare ai nostri figli e alle nostre figlie la possibilità di vivere quello che abbiamo vissuto noi.
Certo, non sarà più il Catania 1946, e per molti di noi non sarà più la stessa cosa. Ma quello che verrà dopo sarà il figlio di quel Catania, il continuatore di quella storia, il custode di quella tradizione, se tutti noi tifosi ci stringeremo attorno a lui, lo faremo crescere e fortificare per consegnarlo un domani ai nostri figli e alle nostre figlie, alle nostre nipoti e ai nostri nipoti.
Noi, semplici tifosi tra i tifosi, senza alcuna ambizione che non sia quella di offrire a tutti una riflessione, che possa diventare una opportunità per la nostra comunità, pensiamo che questo oggi debba essere il dovere di tutti i tifosi: essere i custodi della tradizione del Catania 1946 nel nuovo Catania che verrà.
Siamo convinti che l’unico modo per creare questa continuità sia quella di dare la possibilità a tutti i tifosi e a tutte le tifose di esserne parte attiva, realizzando una forma di azionariato popolare. Aperto a tutti, costruito in maniera democratica, inclusiva, partecipata, che possa essere interlocutore della nuova proprietà sui temi che riguardano l’identità e la tradizione, e quindi la custodia ed il controllo di quella identità e della continuità della tradizione. Con una quota di minoranza, senza funzioni operative, senza entrare nel merito della gestione sportiva, e senza che in questa operazione qualcuno possa prendersi meriti, visibilità, riflettori, ribalta.
Queste parole vogliono, pertanto, essere soltanto un appello: all’amministrazione comunale, affinché sia sensibile a questa istanza di partecipazione e la possa rappresentare al soggetto che verrà scelto per riprendere il percorso del calcio a Catania; a tutti i tifosi e le tifose, con la speranza che possiate aggiungere la vostra firma a quelle che trovate in calce a questo appello, se condividete l’idea che l’azionariato popolare sia il modo migliore per garantire a noi tutti che il nuovo Catania cresca forte, senza che prevalgano logiche puramente speculative. Per consentire ai nostri figli e alle nostre figlie di provare quelle meravigliose sensazioni che abbiamo potuto provare noi: indossare la maglia rossoazzurra, sventolare la nostra bandiera, salire i gradini del Massimino (che, ogni anno che passa, ci sembrano sempre di più), e, dinanzi a quel prato verde, sentirsi, infine, parte di un’unica grande emozione.
Sì, perché quella che si vive in quello stadio non è solo una partita di calcio. Non lo è mai stato. E, fin quando resterà un legame con il Catania 1946, non lo sarà mai.
Questo legame va, allora, accudito e protetto anche oggi che viviamo un momento di profondo scoramento.
Lo dobbiamo ai nostri figli, alle nostre figlie e a chi verrà dopo di noi.
Ma, soprattutto, lo dobbiamo a chi non c’è più.


Infine, ma non meno importante, l'idea di Marco Platania, fondatore del sito Catania Mood e promotore di recente della creazione di un gruppo Facebook, denominato "RipartiAmo Calcio Catania" ed aperto a tifosi, giornalisti e professionisti vicini alle sorti del Catania al fine di scambiare idee e porre in essere iniziative condivise per rilanciare il calcio cittadino. Lo stesso Platania si è attivato contattando testate e giornalisti di rilievo nazionale per sensibilizzarle verso un'attenzione ampia e giustificata nei confronti di una città, la nostra Catania, che merita di tornare nell'elite del calcio italiano così come fatto in passato con realtà come Bari, Napoli o Firenze che hanno attraversato periodi bui e tristi come quelli che stiamo vivendo noi.

Insomma, il Tribunale ha sancito la fine del Calcio Catania 1946 ma nessuno potrà mai spegnere la passione dei tifosi rossazzurri!


Massimiliano Giliberto Inizia ad avvicinarsi al mondo Catania quando tra il 2007 ed il 2008, insieme ad altri appassionati, conduce la trasmissione radiofonica “Punto Catania” sulle frequenze di Radio Delfino. Dal 2009 al 2013 collabora con la redazione di www.catania46.net mentre dal 2018 fino a settembre 2021 ha ricoperto il ruolo di collaboratore della testata online www.lagazzettacatanese.it. Nel 2005 ha frequentato il master di telecronista sportivo, organizzato dalla Formass Television e diretto da Bruno Longhi (ex giornalista Mediaset). Per CalcioCatania.com è autore di 363 articoli