26/01/2017 7:44
Per tutta una lunga settimana, aspettando il calcio d’inizio della prossima partita, l’intera città con stemma ’u liotru si domanda: «Ca viremu chi fa ‘u Catania.» In quest’istante migliaia di cittadini etnei stanno ancora interpellandosi: seduti nell’autobus, in fila alla posta, sdraiati alla plaja o a passeggio alla Villa. Nondimeno, inquieta come il mare in tempesta, adesso un’ondata di catanesi se lo chiede persino in ospedale, in banca, nei bar e financo in visita al cimitero. Dal lunedì alla domenica, dalle nostre parti, la domanda di rito è una sola: «Chi fa ‘u Catania?»
Di un libro che s’intitola “Il Russo-azzurro”, di questa nostra città che non ne vuole sentire di rialzar la testa, della sua squadra di football mortificata in terza serie, di cinema, di teatro e di Catania-Reggina in compagnia di un grande attore catanese sto discutendo adesso. Amabilmente.
«Le amare vicende del recente passato e dell’attualità – così Enrico Guarneri- si riallacciano a doppio filo alla situazione sociale, a livello di ordine e civiltà che in questo momento regnano a Catania. Qua non siamo a Mantova, che comunque vada, rimane tra le prime cinque della classe nella famosa lista annuale dei luoghi più o meno vivibili. Giocoforza, il calcio è lo specchio di questa situazione; la mia opinione è che nel mondo del calcio il punto di partenza per raggiungere gli obiettivi prefissati è legato ad una struttura societaria forte.
L’allenatore e la squadra vengono dopo, un po’ come succede nel cinema e nel teatro, in cui l’ottanta per cento del successo di un film o di una pièce teatrale è merito del testo. L’incidenza del grande attore o del bravo regista io le valuto pari al venti per cento -nella più rosea delle ipotesi forse possono toccare il venticinque per cento- ma il punto di forza rimane sempre la scrittura del testo. Tempo fa conobbi Lo Monaco, un dirigente assai scaltro per accontentarsi soltanto di far vivacchiare il Catania in Lega Pro. Pietro Lo Monaco è un profondo conoscitore dell’ambiente e farà di tutto per riportare in alto il Catania.
"Catania-Reggina" rappresenta una partita più che sentita e in qualche occasione fu una gara cruciale per il Catania calcio che proprio a Reggio nel millenovecentosettantacinque si guadagnò una bella promozione in B. Addirittura in un’altra stagione di qualche anno prima, il ripetuto quasi-derby ci condusse nella massima serie. All’epoca si giocava solo la domenica e con la schedina stretta in mano si ascoltava la trasmissione radiofonica “Tutto il calcio minuto per minuto”. La partita Catania-Reggina rappresentava quasi un duello tra la Sicilia e la Calabria, una vera partita di cartello che oggi si gioca e per fortuna solo sul “cartello” ci vede soccombere sui cugini calabresi. Viva u palluni ! Catania-Reggina finirà due a zero per noi. Parola di io.»
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La briga di trascriver di volta in volta le risposte più “sfruculianti” (citazione Max Licari) se l’è presa la redazione di calciocatania.com. Dopo un’interminabile successione di conciliaboli segreti, l’incarico è andato a due appassionati storici di pallone rossazzurro. L’uno bazzica da anni il mondo finanziario, per passione segue i tornei giovanili del Catania e si chiama Vincenzo La Corte. L’altro è Alessandro Russo, un medico ortopedico catanese che scrive e insegna scrittura creativa; il suo ultimo libro, pubblicato di recente per Algra Ed., s’intitola “IL RUSSO-AZZURRO“.