Approfondimenti

Catania-Melfi 1-0: Non è ancora finita

Di Enrico Salvaggio

24/04/2016 7:04

3 punti d'oro, ma non ancora sufficienti.

Doveva essere la partita della vita. Quella dalla quale sembrava dipendere la salvezza del Catania e, di riflesso, la stessa sopravvivenza della società. Gli etnei l’hanno disputata col giusto piglio sotto il profilo della determinazione, senza eccellere tecnicamente, ma riuscendo a portare a casa i “vitali” tre punti grazie ad una prodezza personale di Andrea Russotto, forse il giocatore che più di ogni altro divide nei giudizi la propria tifoseria. Al termine degli estenuanti 92’ è però paradossale constatare quanto non si sia ancora risolto nulla. E’ bastata la contemporanea vittoria del Monopoli a Catanzaro nello scontro diretto per scompaginare i piani salvezza dei rossazzurri. Adesso le tre sfidanti sono appaiate a quota 35: se il campionato finisse oggi toccherebbe ai calabresi dover disputare i playout, in virtù di una classifica avulsa che premia siciliani e pugliesi; tuttavia, con due turni ancora da disputare, tutto è ancora in discussione. Ma su questo passaggio torneremo più avanti, essendo doveroso prima soffermarci sull’analisi della partita odierna.

Russotto mette in discesa il match, Di Cecco e Castiglia arginano il Melfi
Il 4-2-3-1 è lo schema prediletto dal tecnico del Melfi Ugolotti. Dovrebbe valere lo stesso anche per Moriero, il quale però nella sua breve esperienza a Catania ha dimostrato di voler adattare il modulo alle caratteristiche dell’avversario di giornata (significative, in tal senso, le scelte operate a Foggia e Benevento). Contro i Lucani il tecnico leccese decide di schierarsi a specchio e rispolverare Bombagi sulla trequarti. A causa di un risentimento muscolare patito da Garufo nel riscaldamento è Pelagatti a presidiare la corsia destra difensiva. Per il resto, formazione sostanzialmente titolare col ballottaggio tra Falcone e Calderini vinto per la seconda volta consecutiva da quest’ultimo.
Per sua fortuna e contrariamente a quanto accade in genere, il Catania riesce a sbloccare immediatamente il match. Russotto si inventa una perla dal limite dell’area dopo aver preso il tempo a Giron e messo fuori causa Cason con uno stop a seguire. Neanche il tempo di cominciare, e la partita è già in discesa per gli etnei. Il Melfi non riesce a reagire, perché la cerniera di centrocampo costituita da Di Cecco e Castiglia rende inutile ogni tentativo di sfondamento provato dalla formazione ospite, che viene risvegliata soltanto dagli sporadici, ma gravi, errori individuali della retroguardia rossazzurra (su tutti un rinvio di testa sbagliato da Nunzella che si trasforma in appoggio perfetto per l’esterno avversario Canotto). Anche la difesa lucana non è da meno: un Russotto in stato di grazia mette in ambasce Giron da un lato e Annoni dall’altro, creando i presupposti per ulteriori occasioni, che però non vengono concretizzate dai compagni.

Ugolotti le prova tutte, ma viene tradito da Cason; il Catania non riesce proprio a chiuderla
Nell’intervallo Ugolotti rivoluziona la sua formazione per cercare di far breccia nella retroguardia etnea: escono i deludenti Longo e Finazzi ed entrano il mediano Zane, che irrobustisce il centrocampo, ed il veloce esterno offensivo Soumarè. Tuttavia è il Catania a sfiorare subito il raddoppio con un tiro a porta vuota di Calderini che si spegne alto sopra la traversa (nella circostanza, doppio errore di Russotto che solo davanti a Santurro pecca di altruismo e serve il compagno con un passaggio troppo potente, rendendo difficile la battuta a rete). La partita si trascina senza grandi sussulti e ciò, ovviamente, fa il gioco del Catania. Moriero, ritenendo opportuno continuare a giocare “a specchio”, dopo un quarto d’ora fa entrare Agazzi al posto di Calderini. Pochi minuti dopo Bastrini, su cross dalla bandierina di Bombagi, divora un’altra grande occasione, dimostrando per l’ennesima volta quanto questa squadra abbia eccessive difficoltà nel chiudere le partite.
Ugolotti continua a mischiare le carte schierando l’ex Tortolano al posto della punta Masini e spostando l’esterno Canotto nel ruolo di falso nueve, ma la svolta definitiva al match la dà, ingenuamente, il centrale difensivo Cason, che perde la testa e si accanisce su Russotto, che nel frattempo era crollato a terra a seguito di un fortuito colpo alla testa subito da Giron. Il direttore di gara Guccini estrae l’inevitabile cartellino rosso ed il Melfi incassa il colpo incontrando ostacoli sempre più insormontabili nel proposito di andare all’assalto della porta difesa da Liverani. Tutto ciò incoraggia Moriero che toglie l’encomiabile Di Cecco e inserisce Plasmati, passando a un 4-2-3-1 in cui Calil e Bombagi si scambiano la posizione sulla trequarti ed in cui lo stesso Gianvito dovrebbe dare una mano ai compagni sulle palle alte e sui corpo a corpo coi difensori avversari per agevolare eventuali ripartenze. In realtà il materano non è in grande spolvero e le migliori occasioni nascono ancora dalle invenzioni di Russotto e dalla caparbietà dei vari Castiglia e Nunzella. I vari Calil e Plasmati, che si ritrovano a tu per tu con Santurro, però, sprecano. Poco male: il Melfi non riesce a produrre alcunché e al fischio finale di Guccini è il Catania a portare a casa i tre punti.

Il tourbillon della lotta salvezza nelle ultime due giornate
Eppure, come dicevamo sopra, non è ancora detta l’ultima parola. E’ vero che nonostante la parità di punti in classifica la squadra etnea è avvantaggiata nei confronti delle rivali, ma è altrettanto vero che basta fare un punto in meno di Monopoli e Catanzaro nelle due giornate che rimangono per ritrovarsi a dover disputare i playout a fine stagione. Analizziamo il calendario: il Catania dovrà fronteggiare la Paganese fuori casa (che ha bisogno di un punto per assicurarsi la salvezza matematica) e l’ormai demotivata Andria in casa all’ultima giornata; il Monopoli sabato prossimo affronta in casa la Juve Stabia già salva, e chiuderà il campionato a Matera contro una formazione di un certo spessore, ma senza più obiettivi (non a caso, sono stati proprio i biancazzurri a rianimare il Melfi perdendo in casa due settimane fa); il Catanzaro deve affrontare l’Ischia (già sicura dei playout) in Campania per poi giocarsi tutto nello scontro diretto col Melfi che a sua volta, per sperare nella salvezza, deve battere in casa l’Akragas nel prossimo turno. Ma attenzione: anche l’Akragas, fermo a quota 38, ha bisogno di punti per archiviare la pratica salvezza. Dunque ogni calcolo andrà rivisto in base alla concatenazione di risultati che uscirà fuori al termine del prossimo fine settimana. Ma una cosa è certa: calcoli non possono farne Moriero e il gruppo a sua disposizione. La salvezza del Catania passa dai propri risultati.


Enrico Salvaggio - Dopo una saltuaria collaborazione con CalcioCatania.Com tra il 2006 e il 2008, è rientrato in redazione a pieno regime nel 2013, occupandosi dei commenti alle partite e di approfondimenti di carattere tecnico. Laureato in giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 2017, anno in cui si è aggiudicato la borsa di studio “Norman Zarcone” istituita dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Dal 2 Aprile 2020 è il vicedirettore del sito. . Per CalcioCatania.com è autore di 854 articoli