Approfondimenti

Juve Stabia-Catania 2-1: Ambizioni frenate

Di Enrico Salvaggio

01/11/2015 8:15

Sconfitta che deve far riflettere.

Poteva essere l'occasione per cominciare ad allontanarsi dalla zona salvezza e guardare sempre più da vicino, a dispetto della penalizzazione, quella playoff, e così consolidare la bontà del cammino finora compiuto dalla squadra di Pancaro. E' finita invece nel peggior modo possibile. La sconfitta obbliga infatti gli etnei a restare bloccati a quota 8 punti, in coabitazione col Melfi, formazione quest'ultima che ad oggi accederebbe ai playout in luogo dei rossazzurri soltanto in virtù della peggiore differenza reti. Al di là delle conseguenze pratiche e immediate di una sconfitta, di per sé amplificate dalla zavorra della penalizzazione, i rischi maggiori che possono nascondersi dietro la battuta d'arresto di Castellammare di Stabia sono di carattere psicologico. Pancaro dovrà fare in modo che i suoi facciano tesoro dell'esperienza odierna e non si concedano più gravissimi cali di attenzione e concentrazione come quelli che nel finale di gara hanno agevolato il 2-1 avversario. Dovrà inoltre lavorare sul piano mentale per evitare che i ragazzi subiscano la pressione negativa che potrebbe derivare dalla posizione di classifica, che non è consona alle ambizioni della società e probabilmente alle stesse aspirazioni individuali dei componenti dell'organico. Nulla, comunque, di eccessivamente improbo o preoccupante, almeno per il momento, anche alla luce dei recentissimi precedenti: ad ogni mezzo passo falso (come il pari contro il Cosenza o la sconfitta di Caserta) finora i ragazzi di Pancaro hanno reagito con convincenti vittorie casalinghe, e i tre punti si sa rappresentano la miglior cura psicologica che si possa prescrivere a un gruppo di atleti professionisti. Il fatto è che però, per la prima volta da inizio stagione, i rossazzurri dovranno affrontare un ciclo di partite contro formazioni di alta classifica. Ma su questo torneremo dopo...

Con Lulli e Russo il 4-3-3 non gira
Per la prima volta da inizio stagione Pancaro affronta una mini emergenza, dovendo fare a meno di due elementi (su tre) del reparto di centrocampo: l'infortunato Castiglia e lo squalificato Scarsella, ai quali si aggiunge un altro mediano "ai box", l'esperto Musacci. Il tecnico di Acri preferisce dare continuità ai suoi e varare ancora il 4-3-3, pur con interpreti dalle caratteristiche ben diverse come Lulli e Russo. Sarà un caso, ma nelle altre due partite di stagione (Monopoli-Catania e Catania-Cosenza) in cui sono state impiegate le mezzali di riserva - in quei casi per necessità legate agli incontri ravvicinati - il Catania non ha girato a dovere a centrocampo, non riuscendo a contraddistinguersi per il pregevole possesso palla messo puntualmente in mostra dai "titolari". A Monopoli infatti la partita è stata risolta dal subentrante Scarsella, oggi assente forzato. E' evidente che se Pancaro vuole puntare su un certo tipo di gioco c'è bisogno di un numero maggiore di giocatori "simili" in mezzo al campo.
Le difficoltà in fase di possesso vengono poi ampliate dalla disabitudine al sintetico, al quale si adatta alla perfezione, di contro, l'arrembante gioco espresso dalla Juve Stabia di Zavettieri, totalmente dedito alla costruzione di veloci catene sulle fasce, mirate al confezionamento del maggior numero possibile di cross nell'area di rigore avversaria. Per fortuna del Catania, che approfitta anche della bravura di Pelagatti e Bergamelli, Gomez e Nicastro non brillano per fisicità e prontezza di riflessi e Bastianoni non corre grossi pericoli, fino al gol targato Contessa che punisce la prima vera disattenzione difensiva, caratterizzata dall'assenza ingiustificata in copertura di Lulli. Dopo il gol incassato, se non altro, gli etnei dimostrano di possedere capacità di reazione, sfruttando l'abilità dei propri esterni offensivi per costruire azioni pericolose e guadagnare calci piazzati, come quello da cui scaturisce l'immediato pari dello scaltro Calil, ben servito da Falcone, tra i più in palla quest'oggi. La parte finale del primo tempo è di marca rossazzurra: Calderini prima, su lancio lungo di Pelagatti, e Falcone poi con un tiro a giro da fuori impensieriscono la retroguardia stabiese.

Pancaro ci prova, ma i suoi lo tradiscono
Ci sarebbero i presupposti per assistere a una rimonta etnea, e in effetti per buona parte della ripresa è il Catania a prendere in mano le redini del match, agevolato dal fisiologico calo della Juve Stabia che arretra il proprio raggio d'azione. I rossazzurri tuttavia non riescono ad imbastire trame offensive, e a 20' dalla fine Pancaro dimostra di voler gettare il cuore oltre l'ostacolo passando al 4-2-3-1, con Barisic che rileva Lulli e va a fare il centravanti, dietro la batteria di trequartisti Falcone-Calil-Russotto (subentrato a Calderini al 57'). Proprio Russotto con le sue serpentine sembra l'elemento in grado di poter fare la differenza e costruire le occasioni decisive ma a conti fatti non va oltre la conquista di qualche buon calcio piazzato. Zavettieri frattanto si tutela arretrando l'esterno Contessa nella posizione di terzino, accentrando Liotti e schierando così un 5-4-1 che consente ai suoi uomini di rifiatare e non soffrire oltremodo l'avanzata etnea. Quando, però, le "vespe" corrono il rischio di abbassarsi eccessivamente e concedere così troppo spazio al Catania, il tecnico di origini calabresi torna immediatamente sui propri passi e inserisce il centrocampista De Risio al posto del difensore Liotti, passando a un 4-3-3 che agevola le caratteristiche degli esterni Gatto e Nicastro in fase di ripartenza. Ne esce un finale di gara molto equilibrato e combattuto, in cui nessuna delle due squadre sembra essere in grado di portare a casa la vittoria. Tutto ciò fino al pasticcio di Garufo, che concede un calcio di punizione agli avversari: se "l'infortunio" del terzino destro, per quanto grave, può rientrare tra i possibili "eventi" di una partita, assolutamente ingiustificabile è il successivo atteggiamento dei compagni di squadra, che assistono inermi all'affamata avanzata sulla corsia destra dei padroni di casa, che con il coltello tra i denti confezionano l'azione che decide il match: inserimento in sovrapposizione di Romeo (un difensore centrale al quale Nunzella e soci permettono di trasformarsi, per pochi secondi, in Marcos Evangelista de Moraes, meglio noto come Cafu) e cross al bacio per Bombagi che insacca con una bella conclusione volante.

In arrivo un "ciclo terribile"
Una sconfitta che non ci voleva che precede il primo, vero, "ciclo terribile" della stagione rossazzurra. Una dietro l'altra, il Catania dovrà affrontare l'Akragas (5a in classifica), il Messina (attualmente 3°) e il Foggia di De Zerbi, secondo della classe che dopo la vittoria contro i giallorossi maturata quest'oggi si consolida come vera candidata alla promozione del girone C, sebbene vanti un punto in meno rispetto alla Casertana (che però non sembra vantare un organico altrettanto solido). Senza dimenticare che i rossazzurri, senza penalizzazione, sarebbero a pari merito con gli stessi satanelli. Rialzarsi sarà quindi più difficile che nelle ultime uscite ma, al contempo, qualora Calil e compagni riuscissero nell'impresa, ne uscirebbero ancor più fortificati. Intanto, che si proceda un passo alla volta. Si comincia dalla formazione allenata da Legrottaglie, contro cui il Catania recupererà Scarsella e proverà a vendicare la sconfitta di Coppa Italia di Lega Pro schierando una formazione decisamente meno sperimentale di quella scesa in campo ad Agrigento. Se in quell'occasione gli etnei sono riusciti, tra mille difficoltà, a giocarsi la partita e creare almeno due-tre clamorose palle gol (unite al rigore parato da Vono a Russotto), perché non dovrebbero ambire ai tre punti davanti al proprio pubblico? Tra sette giorni toccherà proprio a loro rispondere alla domanda, e speriamo che la risposta sia positiva...


Enrico Salvaggio - Dopo una saltuaria collaborazione con CalcioCatania.Com tra il 2006 e il 2008, è rientrato in redazione a pieno regime nel 2013, occupandosi dei commenti alle partite e di approfondimenti di carattere tecnico. Laureato in giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 2017, anno in cui si è aggiudicato la borsa di studio “Norman Zarcone” istituita dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Dal 2 Aprile 2020 è il vicedirettore del sito. . Per CalcioCatania.com è autore di 851 articoli