Approfondimenti

Casertana-Catania 2-0: "Impintanati"

Di Enrico Salvaggio

20/10/2015 12:22

Il Catania cade al "Pinto" di Caserta.

Dopo tante celebrazioni, arriva il più classico dei bagni d’umiltà per il Catania di Pippo Pancaro, che cade per la prima volta in stagione - in campionato - al cospetto della prima della classe (con la quale condividerebbe il primato, senza penalizzazione). Si tratta della prima squadra di alta classifica che l’Elefante ha finora incontrato: anche questa è una chiave di lettura da tenere in considerazione per giudicare complessivamente il cammino fin qui compiuto dai rossazzurri. Tra le altre avversarie già affrontate, le prime squadre che seguono scorrendo la classifica sono Monopoli, Ischia e (incredibile, ma vero) Cosenza, che stazionano a pari merito al 7° posto con 10 punti. Segno che gli indubbi meriti dell’inizio di stagione degli etnei vanno controbilanciati con la caratura di tali compagini, che comunque non toglie nulla ad alcuni dati come il numero di punti effettivi totalizzati (appunto, 14 come quelli della Casertana) e di gol fatti (11, ha fatto meglio soltanto il Foggia di De Zerbi). Da migliorare il dato dei gol subiti (6, che assestano il Catania all’8° posto della speciale classifica), ma complessivamente la sconfitta di stasera non può aprire grosse crepe e sollevare grandi preoccupazioni, tenendo anche conto del fatto che in virtù dei risultati maturati sugli altri campi nella 7a giornata i rossazzurri mantengono il 13° posto (grazie alla differenza reti) e continuano a tenersi quindi fuori, per il momento, dalla zona playout. Non dalla lotta per i playout, è chiaro, ma ci sono tutti gli ingredienti per allontanarsi nel giro di 1-2 mesi da questo tipo di discorsi. Perché anche stasera, pur meritando di perdere, Calil e soci non hanno sfigurato, e se la mira dei vari Scarsella, Russotto e dello stesso attaccante ex Salernitana fosse stata più precisa in certi frangenti magari potremmo parlare di un esito diverso, che però non può essere rimpianto, di fronte all’ottima prestazione offerta dalla Casertana.

Sempre più delineate le gerarchie di Pancaro
Gli infortuni di Ferrario, Musacci e Plasmati hanno privato Pancaro di quegli ulteriori dubbi di formazione che ogni allenatore vorrebbe avere, e hanno permesso di farci ulteriormente capire come si stanno assestando in mezzo al campo le gerarchie: centrali difensivi, terzino sinistro, interni di centrocampo e centravanti (Calil) sono inamovibili. Garufo ha la possibilità di scalzare Parisi ma stasera non ha offerto una prestazione scintillante; Agazzi giocherà fino al rientro di Musacci ma conserverà il posto solo se riuscirà a progredire progressivamente; tra gli esterni d’attacco Russotto sembra il più imprescindibile, ma il mister ha dimostrato di sapervi e potervi rinunciare quando il suo contributo non è all’altezza della situazione o cozza contro le caratteristiche dell’avversario; dopo il fantasista ex Catanzaro, le prime scelte si chiamano Calderini e Falcone. In sostanza, da qui in avanti non dovremmo assistere più alla rotazione cui Pancaro è stato forzato dai recuperi infrasettimanali, ma all’utilizzo più frequente di 13, massimo 14 giocatori.

Il “pantano” del Pinto compromette il fraseggio etneo
Uno dei maggiori punti di forza del Catania questa sera si è trasformato in limite ed ha in parte determinato la sconfitta contro la Casertana. Ci riferiamo al possesso palla ostinato e al fraseggio palla a terra che sin dai primi allenamenti il tecnico di Acri ha inculcato ai suoi. In un terreno di gioco dalle pessime condizioni, contro avversari abituati più degli etnei alla sportellate, a lungo andare la ricerca del gioco di qualità non ha giovato. Il reparto che ha più risentito di questa differenza di impostazione è stato senza dubbio il centrocampo: Scarsella e Castiglia hanno lottato con esiti alterni (meglio il secondo, per caratteristiche), mentre Agazzi, mediano un po’ troppo “leggerino” ha patito parecchio il forcing dei vari Agyei e Mancosu. La frittata è stata completata dal fatto che gli esterni Mangiacasale e Tito hanno goduto degli spazi lasciati da Russotto e Calderini, proiettati in avanti, potendo quindi andare all’uno contro uno sulla fascia. Da un’azione del genere, condotta proprio da Mangiacasale, è nato il gol dell’1-0. I centrali difensivi e il portiere Bastianoni non hanno poi brillato per reattività, in particolar modo in occasione del 2-0, ma il limite più grande del Catania di stasera risiede probabilmente nel fatto di non aver saputo sfruttare le proprie armi: contro una difesa a 3 come quella campana è stato delittuoso non portare a termine le ripartenze inevitabilmente concesse dai rossoblù. Almeno in un paio di occasioni, già nel primo tempo tempo (Calderini servito da Russotto, Scarsella a tu per tu con Gragnaniello) i rossazzurri avrebbero dovuto e potuto inquadrare la porta, non consentendo alla pur viva Casertana di concludere la prima frazione di gioco addirittura con un doppio vantaggio. Il festival dei gol “mangiati” è poi proseguito nella ripresa con le conclusioni imprecise di Calil e Barisic. Considerando che si tratta – repetita iuvant – del secondo miglior attacco della categoria, una serata storta la si può anche perdonare, purché non si ripeta.

Romaniello fa le nozze coi fichi (non tutti) secchi
Indipendentemente dagli errori etnei, comunque, onore al merito della capolista, che conferma le buone impressioni che ha destato da inizio campionato: Romaniello ha a disposizione pochi giocatori di qualità superiore alla media (su tutti, almeno stasera, un imprendibile e ispirato Mancosu), ma li sfrutta alla perfezione, esaltando le loro caratteristiche con un 3-5-2 che valorizza la propositività degli esterni, gli inserimenti delle mezzali e le sortite personali delle punte Negro e Alfageme che abbinano alle qualità fisiche una discreta tecnica di base.

Riprendere la marcia, aspettando le sfide di Trinacria
Non tutte le domeniche (o sabati, o lunedì, di questi tempi…) si incontrano però avversari di questa caratura. Domenica sarà di scena al “Massimino” il Martina Franca, squadra per statistiche simile a Matera e Cosenza (pochine le reti fatte, non tantissime quelle subite), attualmente a pari punti proprio col Catania (ma un gradino sotto per differenza reti). Una partita che gli etnei affronteranno con l’obbligo morale di portare a casa i tre punti, anche se proprio il Cosenza ha già dimostrato quanto tale “impresa” non sia sempre così facile, a dispetto del differente tasso tecnico. Testa bassa, lavoro, concentrazione, sono gli ingredienti per riprendere un cammino interrotto, tutto sommato non bruscamente, a Caserta. All’orizzonte si profilano già le attesissime sfide contro Akragas e Messina, “conterranee” che stanno lasciando a bocca aperta il pubblico della Lega Pro con il loro attuale piazzamento in zona playoff. A tali, insidiosissime, sfide, non si deve arrivare impreparati: un motivo in più per trarre il massimo dai match contro Martina Franca e (a seguire) Juve Stabia. Senza dimenticare l’incontro di Coppa Italia, un gustoso antipasto del confronto con la squadra di Legrottaglie. L’autunno (caldo) sta per entrare nel vivo…


Enrico Salvaggio - Dopo una saltuaria collaborazione con CalcioCatania.Com tra il 2006 e il 2008, è rientrato in redazione a pieno regime nel 2013, occupandosi dei commenti alle partite e di approfondimenti di carattere tecnico. Laureato in giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 2017, anno in cui si è aggiudicato la borsa di studio “Norman Zarcone” istituita dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Dal 2 Aprile 2020 è il vicedirettore del sito. . Per CalcioCatania.com è autore di 851 articoli