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Udinese-Catania: analisi del match

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01/04/2014 5:00

Udinese-Catania è la fotografia della stagione corrente. Una foto in bianco e nero, purtroppo, che mette in luce ed in primo piano la sfortuna, innanzitutto, ma anche i limiti di una rosa incompleta che vive con disagio l’imbarazzante confronto con la stagione precedente.
A breve, qualsiasi sarà lo scenario che si paleserà, sarà già tempo di bilanci e di pianificare il prossimo futuro a tinte rossoazzurre.


Lo score delle due compagini  



 



Chiusa la breve parentesi 3-5-2, Maran riparte dal nuovo 4-3-3. Nuovo perché per presidiare le corsie esterne, stavolta, il tecnico di Rovereto pensa ad Izco e Monzon, centrocampisti laterali di sacrificio, tecnica e spinta. Plasil è confermato a centrocampo dopo il convincente secondo tempo contro il Napoli mentre in avanti c’è nuovamente spazio per Keko, tra i meno opachi nel corso delle ultime uscite stagionali. Bergessio, al rientro dalla squalifica, guida l’attacco etneo.
Catania (4-3-3): Andujar; Bellusci, Gyomber, Izco (dall’86’ Peruzzi), Monzon; Lodi, Rinaudo, Plasil (dall’81’ Fedato); Keko (dal 64’ Leto), Barrientos, Bergessio. 


Nel 4-3-3 del primo tempo, il Catania gioca ai 60 metri ma i reparti sono straordinariamente coesi  



Molto bloccati sulle fasce, i bianconeri mantengono un baricentro di squadra molto contenuto 



Ad un passo dalla matematica salvezza, Guidolin si affida nuovamente al 3-5-2, modulo tattico largamente utilizzato questa stagione, fatta eccezione per una breve parentesi di quattro turni durante i quali optò per una retroguardia a quattro. Con Fernandes non al meglio della condizione, il tecnico di Castelfranco Veneto accorda fiducia a Nico Lopez, che segnò il suo primo gol in Serie A la scorsa stagione proprio contro il Catania con la maglia della Roma. Sulle corsie esterne, Basta rientra dalla squalifica mentre Gabriel Silva vince il ballottaggio con Widmer. A centrocampo si registra il ritorno da titolare per Giampiero Pinzi, regista di squadra insieme ad Allan.
Udinese (3-5-2): Scuffet; Danilo, Domizzi, Hertaux; G. Silva, Basta (dal 61’ Badu), Allan, 
Pereyra (dall’81’ Widmer), Pinzi; Nico Lopez (dal 45' Fernandes), Di Natale. 


Durante la ripresa gli etnei sono particolarmente sbilanciati in avanti, con Plasil quarto attaccante aggiunto  



Nei secondi 45’ l’Udinese passa al 4-3-1-2 per poi tornare al modulo base nel finale  



Dopo la fine della prima frazione di gara, Nico Lopez rimane negli spogliatoi. Al giocatore uruguaiano, tra i peggiori in campo, Guidolin di certo non avrà perdonato la ghiotta occasione fallita a pochi metri da Andujar. Al suo posto Bruno Fernandes, centrocampista offensivo portoghese.
Al minuto sessantadue Badu subentra a Dusan Basta ed i bianconeri passano formalmente al 4-3-1-2. Poco più tardi, dall’altra panchina, Maran sostituisce un volenteroso ma inconcludente Keko con Leto. Non cambia nulla da un punto di vista tattico.
Tra l’81’ e l’87’ i restanti tre cambi: Fedato e Peruzzi per Plasil ed Izco rispettivamente, e Roberto Pereyra per Widmer nell’Udinese che torna al 3-5-2.

Tanti tiri ma poca concretezza. Mancano i piazzati  



FLUSSI DI GIOCO

Rinaudo regista basso, Lodi e Plasil sulla trequarti con e senza palla  



 



Udinese-Catania è la fotografia della stagione. In bianco e nero, purtroppo. Lo specchio di una stagione disgraziata, fatta di rammarico ed occasioni perdute. Per limiti propri, innanzitutto e per una eredità pesante – quella della scorsa stagione – che ha fatto perdere di vista, per buona parte della stagione, la giusta dimensione delle cose. Il Catania gioca bene per gran parte della gara e vincerebbe pure, se le partite si decidessero ai punti, come nella boxe. Lodi gode di grande libertà in mezzo al campo, ma non incide particolarmente nell’arco dei novanta minuti. Sulla trequarti, in mezzo, nel tentativo di fare fantasia alla manovra gioca spesso Barrientos, sollevato da eccessivi compiti di marcatura da una disposizione tattica avversaria da un baricentro molto contenuto. Convince la scelta tattica di Maran: Izco e Monzon lungo le corsie laterali hanno offerto il giusto supporto ad un centrocampo già molto tecnico, assicurando in mediana la parità numerica che ha consentito a Plasil di sganciarsi dai blocchi per inserirsi centralmente.
Davvero poco da rimproverare all’undici del tecnico di Rovereto, fermato solo dalla sfortuna e dalla giornata di grazia del bravo baby-portiere Scuffet.


La manovra bianconera passa da Allan ma si affida alle ripartenze 



I numeri della manovra dell’undici di Guidolin 



Nella manovra bianconera, il brasiliano Allan si distingue come regista di squadra. A ridosso della difesa, gioca con tutti i compagni, spesso cercando l’imbucata centrale e proponendosi di frequente con sapienti movimenti senza palla.
Sulla trequarti i flussi passano per i piedi di Roberto Pereyra, vero jolly di centrocampo che opera alle spalle della coppia Nico Lopez-Di Natale. Nel corso della prima frazione di gara gioca spesso tra le linee, trasformando il 3-5-2 in 4-3-1-2, perfezionato nella ripresa con l’ingresso in campo di Badu per Basta.
I bianconeri giocano meno e peggio del Catania, affidandosi alle solite ripartenze e rinunciando per buona parte della partita alla conduzione del gioco.
Senza Di Natale, che a giugno appenderà le scarpette al chiodo, si dovrà necessariamente pensare a soluzioni alternative e valide la prossima stagione. Le piacevoli conferme arrivano invece tra i pali, dove l’Udinese si gode le prodezze del diciassettenne Scuffet, secondo portiere esordiente più giovane nella storia della massima serie.


IN & OUT: PLASIL E GYOMBER

Dentro la manovra etnea, convincono i suoi movimenti senza palla  



Pesa l’errore della mezz’ora in una gara condotta poi senza eccessive sbavature 



EPISODI

Il Catania si affida agli inserimenti di Plasil, qui stoppato da Scuffet che devia sulla traversa 




Sull’occasione poi sbagliata da Bergessio, è ancora il centrocampista ceco a bucare la retroguardia avversaria 



L’Udinese si affida unicamente alle ripartenze. Qui malamente sfruttata da Nico Lopez 



Sul gol dell’Udinese, la difesa etnea è schierata. Ma Monzon su Pereyra e Bellusci su Di Natale sono poco attenti
 



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