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Catania-Bologna: analisi del match

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07/01/2014 1:22

Lodi a Bergessio. Il meritato successo del Catania contro gli emiliani è il giusto premio ad una gara giocata con grande intensità. La vittoria del riscatto, quella della tifoseria mai doma, del Presidente coraggio, di Lodi e di Bergessio.
Il 2-0 del Catania sul Bologna raccontato in numeri, statistiche e grafici.

Lo score delle due compagini  



DISPOSIZIONI IN CAMPO

La posizione media dei ventidue giocatori in campo  



Il Catania. L’occasione è ghiotta. Al Massimino è di scena il Bologna, privo del giocatore simbolo Diamanti e diretta concorrente per la salvezza. I presupposti per un pronto riscatto ci sono tutti: De Canio ritrova Spolli, che rientra dalla squalifica, Bergessio adesso pronto per una maglia da titolare e Ciccio Lodi, al quale il tecnico affida subito la cabina di regia dopo appena pochi giorni il rientro a Catania.
Rossazzurri in campo attraverso il consueto 4-3-3: Frison è inamovibile tra i pali, ha dimostrato autorevolezza in area piccola e si è reso protagonista di numerosi interventi nonostante i parecchi gol subiti. In difesa Peruzzi è l’esterno destro, Alvarez – che vince il ballottaggio con Biraghi e Capuano - sulla corsia opposta. Al centro, il già citato Spolli fa coppia con Rolin. In mediana Lodi è il vertice basso chiuso da Izco a destra e Plasil a sinistra. In avanti, il tridente Barrientos-Castro-Bergessio.


Densità di gioco massima intorno a Lodi e sulla corsia di Alvarez nel primo tempo  



Il Catania nella ripresa. La densità di gioco massima è adesso sulla trequarti e lungo l’out destro  



Il Bologna. Dopo solo tre punti racimolati nelle prime sette giornate di campionato, Stefano Pioli ha rivisto il modello tattico di partenza, passando da una difesa a quattro ad una retroguardia composta da tre unità. Da allora, un valzer di moduli. Con uno o due trequartisti, ad una sola punta o in tandem, sempre a tre dietro – tranne che per il 3-0 di Firenze – con un centrocampo a quattro o cinque giocatori.
In molti, in Emilia, individuano nell’assenza di un progetto tattico stabile le sfortune del Bologna di quest’anno, incapace di ripetersi ai livelli delle due ultime stagioni.
Esonero scampato grazie alla vittoria di misura ottenuta contro il Genoa, contro i rossoazzurri Pioli conferma il modulo utilizzato nel precedente turno di campionato, affidandosi al 3-4-1-2 nonostante l’assenza di Alessandro Diamanti, trequartista naturale e top player rossoblù.
Curci recupera condizione ed è tra i pali; Antonsson, Natali e Mantovani sono i centrali difensivi; Crespo prende il posto di Garics, fermato dal giudice sportivo per somma di ammonizioni e si colloca insieme a Perez, Della Rocca – in luogo dell’indisponibile dell’ultim’ora Krhin - e Morleo in mediana; Kone è il trequartista a supporto di Cristaldo e Moscardelli.

Il 3-4-1-2 rossoblù del primo tempo. In fase di non possesso si compatta in 4-4-2.  



Lo spregiudicato 4-4-2 emiliano della ripresa  



Al minuto sessanta, Biraghi rileva un generoso Alvarez e prende in consegna Moscardelli, adesso dirottato da Pioli lungo la corsia destra, fronte d’attacco rossoblù. Sull’altra panchina, sette minuti più tardi, si siede Mantovani che lascia il posto a Rolando Bianchi. Il Bologna adesso è schierato attraverso un 4-4-2 particolarmente offensivo e porta sempre quattro uomini a ridosso dell’area di rigore etnea. Poco più tardi, per ulteriore peso e centimetri all’attacco, Pioli sostituisce un impalpabile Castaldo con Acquafresca.
De Canio corre ai ripari ed all’82’ richiama in panchina uno sfinito Castro, protagonista di una prova generosa ma sin troppo leziosa, per Nicola Legrottaglie, ridisegnando l’assetto tattico della squadra. Il Catania dispone adesso di cinque unità difensive, attraverso un difensivo 3-5-2. A tre dal termine, standing ovation per l’uomo gara Lodi che lascia il posto a Guarente.

FLUSSI DI GIOCO E TATTICA

Possesso e accuratezza nel fraseggio: le armi vincenti rossoazzurre  



La manovra etnea in numeri  



Il numero dieci rossoazzurro prende per mano l’intera squadra e lo fa con la naturalezza di sempre, come se non avesse mai lasciato il Massimino cambiando casacca. Con lui, il Catania ritrova una idea di gioco e le giuste proporzioni tra i reparti, adesso compattati armonicamente in quarantacinque metri. La qualità del gioco cresce notevolmente, se paragonata a quella relativa alle ultime uscite stagionali, e lo confermano i dati che si riferiscono al numero di passaggi riusciti, 345 in totale e a quello delle giocate utili, 122 in totale. Tante quanto ne colleziona, in media a partita, una big del campionato. L’accuratezza nel fraseggio parimenti migliora, attestandosi al termine della gara al 60%, dieci punti percentuali in più rispetto alla media stagionale.
I flussi di gioco scorrono e partono dai piedi educati di Ciccio Lodi ed hanno in Barrientos il vero riferimento sulla trequarti. Imbeccato con insistenza dallo stesso centrocampista campano (in 10 occasioni), Izco (11) e Bergessio (13), il Pitu cerca di giocare il più possibile tra le linee rossoblù, accentrandosi spesso al fine di lasciare spazio all’esterno Peruzzi e mettere in difficoltà la retroguardia avversaria.
Quando il raggio di azione di Lodi è limitato dalla copertura di Kone (accade spesso nel corso dei primi quarantacinque minuti di gioco) è allora Plasil a tornare in mediana, per ricevere palla e dare il via all’azione.

L’atteggiamento di squadra è risoluto ma equilibrato. Il baricentro si attesta ai 60 metri (sia nel primo che durante il secondo tempo), consentendo una supremazia territoriale del 60% (dodici minuti netti contro gli otto avversari) mentre il pressing, mediamente, è portato ai 48 metri. Niente più follie nella pressione all’avversario, dunque, come era spesso accaduto durante la maggior parte delle gare sin qui disputate, ma una ragionata distribuzione di spazi ed energie.

Catania: l’analisi dei tiri. Migliora la percentuale di pericolosità alla porta avversaria 



Specie durante il primo tempo, il Catania riesce con continuità ad imbastire l’azione partendo da dietro - nel 73% dei casi la manovra prende il via dal limite dell’area di rigore etnea - percentuale destinata ad abbassarsi nel corso della seconda frazione di gara, a risultato virtualmente archiviato. La profondità è ampiamente ricercata per mezzo del fraseggio sulla trequarti felsinea ed è praticamente raddoppiato, rispetto alle partite sin qui disputate, il dato relativo ai passaggi bassi tentati nella metà campo avversaria: 200 nell’arco dei novanta minuti. L’utilizzo dell’ampiezza è buono, nonostante un solo cambio di gioco durante il match, ed è reso particolarmente efficace dalla spinta offerta dai terzini che hanno permesso sovente la conquista del fondo – prevalentemente a sinistra nel primo tempo e più spesso lungo la corsia destra durante la ripresa - riuscendo a collezionare 18 cross utili su azione sui 26 tentati. Migliora il dato relativo alle iniziative personali, dribbling utili ed accelerazioni, frutto certamente di una acquisita fiducia nelle capacità tecniche individuali e al contempo accrescono i valori relativi al grado di pericolosità di squadra. Sessantaquattro palle giocate in zona area avversaria (il Bologna ne gioca meno della metà, 27, a ridosso dell’area di rigore del Catania) e una percentuale di attacco alla porta del 52% (6 tiri nello specchio sui 19 tentativi). Migliora, manco a dirlo, anche l’efficacia sui calci piazzati in attacco, ora del 56,3% contro una media stagionale al di sotto del 40% circa.

L’ottima prova della mediana rossoazzurra deve leggersi anche in chiave difensiva. Nonostante Lodi rappresenti il perno della manovra etnea, il suo contributo in termini di copertura territoriale è fondamentale. Insieme ai compagni di reparto Izco e Plasil costituisce una cerniera solida, impenetrabile, che spegne lungo la linea di centrocampo le azioni avversarie. In tre, sono protagonisti di 31 recuperi effettivi, 40 intercettazioni e 7 recuperi aerei. Ma è l’intero pacchetto arretrato etneo ad esprimersi ad alti livelli, riconquistando palla agli avversari, complessivamente, attraverso recuperi nell’84% dei casi e solo nel 16% delle occasioni per fine azione avversaria, ovvero per demeriti dei rossoblù.

Kone è il regista in luogo di Diamanti, ma sono poche le giocate utili  



L’assenza di Alino Diamanti non basta a giustificare l’opaca prova della compagine felsinea. Nonostante un possesso palla del 47% (acquisito per lo più nel corso della seconda frazione di gara), la qualità del gioco rossoblù è scadente. Kone ritrova il naturale ruolo di trequartista ma non riesce ad incidere sulla manovra ed è spesso impreciso (42% di precisione nel passaggio) mentre Della Rocca, in mediana, è quasi sempre ingabbiato da Izco e Barrientos.
Il baricentro di squadra si aggira attorno ai 54 metri ma il pressing è moderato, ai 43 metri e mezzo, così che la supremazia territoriale relativa è ben al di sotto rispetto a quella di marca rossoazzurra. In fase di non possesso, l’albanese naturalizzato greco Panagiotis Kone – indicato dal media statunitense Espn come il giocatore più falloso d’Europa 2013 con 91 falli all’attivo - francobolla Lodi, tentando così di rallentare la manovra etnea. Al contempo, Crespo si porta lungo la linea dei difensori costituendo una retroguardia a quattro.
In fase di possesso palla il Bologna porta cinque uomini nella metà campo avversaria e cerca di sfondare, specie nel primo tempo, lungo l’out sinistro, affidandosi alle incursioni di Morleo. Bene nei primi 15 minuti di gara, i flussi di gioco rossoblù si spengono e perdono incisività durante il resto dell’incontro.

IN & OUT: LODI E CASTRO

Il Catania ritrova il protagonista in cabina di regia  



La prestazione del giocatore argentino è generosa ma poco incisiva  



EPISODI

Bologna in fase di possesso palla. La difesa è a tre. Crespo sulla linea di centrocampo 



In fase di non possesso la retroguardia rossoblù è a 4, in linea  



La tecnica di Lodi ed i movimenti senza palla del Pitu 



Sull’azione del penalty, Castro è bravissimo tra le linee ad imbeccare Peruzzi  



Su cross di Izco, il Catania porta tre uomini a limite dell’area avversaria. Rolin calcia di poco a lato  



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