Approfondimenti

Catania-Bologna: commento "a caldo"

Di Enrico Salvaggio

06/01/2014 6:02

Bergessio porta in vantaggio i rossazzurri...

Focus sulla tattica: De Canio ritrova con Lodi la bacchetta magica, inutile girandola di punte per Pioli.
Recuperati elementi fondamentali come Spolli, rientrato dalla squalifica, e Bergessio, al rientro da titolare dopo un lungo stop, e soprattutto rientrato tra i ranghi Ciccio Lodi, colpo di mercato di inizio gennaio della società etnea, De Canio ripropone il consueto 4-3-3 affidandosi agli elementi più affidabili a disposizione. Così, davanti a Frison confermato in porta, trovano spazio da destra verso sinistra Peruzzi, Rolin, Spolli e Alvarez; a centrocampo trio di quantità e qualità composto da Izco, Lodi e Plasil; tridente offensivo sulla falsa riga della scorsa stagione (perlomeno nelle occasioni in cui mancava “El Papu” Gomez), composto da Barrientos, Bergessio e Castro.
La squalifica del proprio top player Diamanti costringe Pioli ad introdurre una piccola modifica tattica al proprio 11 titolare: Kone viene lasciato solo sulla trequarti mentre l’attacco viene numericamente rafforzato, con l’utilizzo di Moscardelli al fianco di Cristaldo, col modulo che si trasforma quindi dal 3-4-2-1 di base ad un 3-4-1-2. Nonostante le speculazioni della vigilia, trova regolarmente posto tra i pali il titolare Curci, protetto da Antonsson, Natali e dall’ex Palermo Mantovani; sugli esterni, Crespo a destro sostituisce lo squalificato Garics, mentre a sinistra viene confermato Morleo; cerniera di mediani composta da Perez e Della Rocca (che sostituisce l’indisponibile dell’ultim’ora Khrin); attacco composto come preannunciato dalla coppia Moscardelli-Cristaldo, tandem supportato da Kone.
Il primo si tempo si chiude sul risultato di 1-0 per il Catania, ma le squadre tornano in campo senza variazioni all’inizio della ripresa. Il primo cambio, forzato, lo opera De Canio, quando si ferma il gladiatore Alvarez, al posto del quale entra Biraghi che si riprende il posto da terzino sinistro.
Dopo il 2-0 su rigore di Lodi al 65’, Pioli si getta disperatamente all’attacco. Nel giro di dieci minuti entrano le punte Bianchi e Acquafresca, il primo al posto del difensore Mantovani, il secondo al posto del pari ruolo Cristaldo. In occasione del primo cambio, il Bologna passa ad un 4-3-1-2 con Crespo e Morleo abbassati sulla linea difensiva, Kone affiancato a Perez e Della Rocca in mediana e Moscardelli dietro le punte. Con tale configurazione tattica il Bologna chiude la partita, senza riuscire a dare la scossa.
De Canio invece, preoccupato dall’attacco a tre punte schierato nel finale da Pioli, all’82’ inserisce Legrottaglie per Castro e passa ad un 5-3-2 dove Barrientos gioca vicino a Bergessio in avanti. A cinque minuti dalla fine il tecnico di Matera concede la standing ovation al match winner Lodi che viene sostituito da Guarente.

Cosa va: nel palcoscenico etneo tutto gira intorno a Lodi.
Tre punti e bel gioco, binomio mai intravisto in questa stagione. E non è un caso che tale binomio ha coinciso col ritorno di Ciccio Lodi alle falde dell’Etna. Il risultato finale è stato determinato da due calci piazzati, uno dei più grossi limiti del Catania “ammirato” fino alla scorsa partita contro la Roma. E allo stesso tempo una delle più pericolose frecce nell’arco del nuovo ed allo stesso tempo vecchio n°10 rossazzurro. L’apporto di Lodi, da qui in avanti, sarà assolutamente decisivo per cercare gol e punti in situazioni di palla inattiva. Ma i progressi non si sono visti soltanto in questo fondamentale.
Il ritorno di Lodi ha restituito al centrocampo etneo quel fraseggio che era ormai diventato soltanto un miraggio della passata stagione. Chi è stato impiegato in quella posizione e in quel ruolo, come Guarente o Tachtsidis, non è necessariamente un cattivo giocatore. Ma si tratta di atleti dotati di caratteristiche differenti, che, pur sapendo giocare il pallone, non garantiscono una qualità continua per 90’ e, soprattutto, non dispongono dei tempi da regista che possiede l’ormai ex giocatore del Genoa, abile a giocare di prima, a sganciarsi quando necessario per andare in pressing e recuperare il pallone, e a trovare quasi a memoria i compagni del reparto offensivo con precisi lanci in profondità. Non essendoci il tempo di impostare un modulo diverso per far adattare giocatori spaesati nel 4-3-3 del Catania, la mossa che ha riportato Lodi a Catania potrebbe rappresentare davvero l’inizio del rilancio e di un nuovo campionato per gli etnei.
Della qualità e intensità del regista di Frattamaggiore hanno beneficiato tutti, di colpo rispolverati e tirati a lucido: da Barrientos, che finalmente ha trovato qualcuno con cui dialogare quando si propone sulla trequarti, agli esterni difensivi Peruzzi ed Alvarez che hanno impressionato anche in fase di spinta, fino ad arrivare al ritrovato Bergessio , finalmente cercato e servito a dovere. Senza dimenticare gli stakanovisti Izco e Plasil, che non hanno corso più a vuoto perché hanno potuto appoggiare sistematicamente il pallone recuperato, o difeso, al sapiente Lodi, sempre puntuale nel proporsi in questa fase (a differenza dei colleghi sopracitati, troppo timidi in questo fondamentale).

Cosa non va: troppa foga e nel finale troppa prudenza.
Finalmente il contenuto di questa rubrica è quasi del tutto nullo. Alcuni interventi rudi, come quelli di Spolli e Rolin, potevano essere evitati, anche per evitare le conseguenti ammonizioni. Ma in una gara delicata al pari della classifica attuale, ci può stare. Come ci può stare che De Canio risvegli il Bologna, fino a quel momento ingabbiato nel possesso palla rossazzurro, passando nel finale alla difesa a 5 e chiudendosi con una prudenza forse eccessiva nella propria area al cospetto di un avversario fino ad allora impalpabile, e che crea le uniche palle gol proprio nel finale. Ma ci sta anche questo: guadagnando punti e risalendo la classifica, giocatori e allenatore potranno ritrovare la giusta lucidità (mancata sotto porta in alcuni contropiedi) e il giusto coraggio.

Migliori in campo: Lodi e Kone.
Assist su punizione per il gol di Bergessio; palo preso su punizione; rigore del 2-0 trasformato; assist per Barrientos che colpisce il palo. Basterebbero questi quattro, principali, fotogrammi del match per incoronare Ciccio Lodi come uomo partita. Ma come abbiamo ampiamente già analizzato c’è molto altro. L’ambiente, già caricato emotivamente alla vigilia dal suo ritorno, non può che guardare con più fiducia al proseguo della stagione dopo questa scintillante prestazione, che quasi fa dimenticare l’ottima prova di tutti gli altri compagni (su tutti Peruzzi e Alvarez guizzanti sulle fasce, e Barrientos e Bergessio che duettano a suon di colpi di tacco), che sono parsi molto più sicuri nelle giocate rispetto alla prima parte di stagione.
Nel Bologna da premiare la prestazione di Panagiotis Kone. Il greco si è preso la responsabilità di caricarsi la squadra sulle proprie spalle vista l’indisponibilità del vero leader dei felsinei Diamanti, e gli va dato atto che è stato l’ultimo a mollare, e l’unico a proporsi anche nei frangenti in cui i compagni sono spariti dal match. Tra i pochi a salvarsi tra i rossoblù anche l’esterno sinistro Morleo che, al di là dello sfortunato episodio in cui ha regalato il rigore agli etnei, ha spinto con continuità e tenacia sulla fascia creando l’unico pericolo per la porta difesa da Frison quando nel finale ha servito Acquafresca solo in area di rigore.

Peggiori in campo: Castro e Crespo.
Come è capitato in occasione di brutte sconfitte del Catania, in cui era stato difficile scegliere un peggiore tra gli avversari, oggi si ripete lo stesso “giochino” della scelta di chi ha brillato meno, pur senza demeritare, ma stavolta, fortunatamente, tra i colori rossazzurri. In questo senso la scelta ricade sul “Pata” Castro, che ha confermato la propria qualità in fase di dribbling, ma è stato allo stesso tempo forse il più degno rappresentante della mancanza di lucidità dettata dall’eccessiva foga odierna dei ragazzi di De Canio.
Tra i felsinei va bocciato su tutta la linea l’intero parco attaccanti: impalpabile Cristaldo, impreciso Moscardelli, poco tempo a disposizione per Bianchi e Acquafresca che non sono andati oltre un tiro in porta a testa. Chi è parso, però, un giocatore del tutto inadeguato alla categoria è stato lo spagnolo ex Siviglia e Padova Jorge Crespo, riserva nel ruolo di esterno destro, che ha dimostrato ciabattando più volte, anche fuori dal campo, i pochi palloni giocati, di non poter sostituire adeguatamente lo squalificato Garics, che a sua volta non è certo un fenomeno.


Enrico Salvaggio - Dopo una saltuaria collaborazione con CalcioCatania.Com tra il 2006 e il 2008, è rientrato in redazione a pieno regime nel 2013, occupandosi dei commenti alle partite e di approfondimenti di carattere tecnico. Laureato in giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 2017, anno in cui si è aggiudicato la borsa di studio “Norman Zarcone” istituita dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Dal 2 Aprile 2020 è il vicedirettore del sito. . Per CalcioCatania.com è autore di 851 articoli