05/12/2013 8:00
Mihajlovic, il ‘Rambo di Vukovar’
Grinta e carattere da vendere le armi migliori di Sinisa Mihajlovic, nato a Vukovar il 20 febbraio 1969, grande trascinatore e motivatore prima da giocatore e successivamente anche da allenatore. Giunto a Catania nel dicembre 2009, come sostituto dell’esonerato Atzori, Mihajlovic riuscì nella titanica impresa di risollevare le sorti di un Catania che sembrava destinato ad una retrocessione quasi certa. Trentasei punti in 23 partite, condite dal tredicesimo posto nella classifica finale e da svariati record che resero quella straordinaria rimonta indelebile nei cuori e nelle menti di tutti gli sportivi catanesi. Un exploit da record che proiettò ‘Miha’ sul grande palcoscenico degli allenatori di serie A. Tra i candidati alla successione di Mourinho sulla panchina nerazzurra Mihajlovic alla fine finì su quella dei viola. Conclusa amaramente l’esperienza viola, il ritorno in patria alla guida della Nazionale serba. Fallita la qualificazione ai mondiali del 2014 ‘Miha’ lascia la Serbia per ritornare, da allenatore, in quella Samp che lo vide calciatore negli anni novanta.
Maxi Lopez, avvio a bomba prima del vuoto
Scherzi del calendario. Nel giro di una settimana Maxi Lopez affronta il suo recente passato italiano: prima il Milan, poi la Sampdoria. Esperienza doriana dai due volti: inizio scoppiettante prima del vuoto, frutto di un lungo periodo vissuto in infermeria seguito da un altro, altrettanto duraturo, ad inseguire la forma migliore. Giunto a Genova nell’estate del 2012, con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto, Maxi inizia l’avventura blucerchiata alla grande, con una rete nella gara d’esordio alla Juve Stabia in Coppa Italia. Debutto con gol anche in campionato contro il Siena. Nella gara seguente, giunge una doppietta nella trasferta di Pescara. Quattro gol in tre partite. Le premesse di una stagione col botto, però, s’infrangono nella gara interna con l’Atalanta: infortunio al menisco esterno del ginocchio sinistro e conseguente operazione. Diversi mesi fuori dai campi fino al ritorno al gol contro il Cagliari a marzo. Diciotto presenze e cinque reti non bastano per la riconferma genovese.