Approfondimenti

Catania-Parma: l'analisi del match

Di

30/11/-0001 12:00

Analisi del match

Quando la paura di perdere è più grande della voglia di vincere, allora si corre concretamente il rischio di dare vita ad un match noioso, da sbadigli. Squadre che rischiano poco, complice un terreno di gioco appesantito dalla pioggia, e giocano a farsi meno male possibile, conquistando un punto a testa che, tutto sommato, sta bene a tutte e due.
Corte e dai baricentri piuttosto arretrati, dai pressing bassi e dalle linee difensive a cinque: lo zero a zero tra Catania e Parma in numeri e grafici.

DISPOSIZIONI IN CAMPO

Schieramenti quasi speculari; Parma ad unico regista e baricentro più alto

Le disposizioni in campo iniziali. Molto simili ma con interpreti diversi

Le disposizioni in campo iniziali. Molto simili ma con interpreti diversi 



Maran deve rinunciare ai centrocampisti offensivi Castro e Leto – peserà, in termini di creatività, la loro assenza forzata - e si affida ad un classico 3-5-2 (gettonatissimo in Italia ma decisamente demodè nel resto d’Europa) che prevede l’esordio stagionale di Guarente in mediana. Centrali difensivi bloccati ed esterni di centrocampo molto più attenti alla fase difensiva e di non possesso che non a quella offensiva. A centrocampo, oltre al già citato Guarente, Almiron e Plasil si occupano della regia (il primo, in particolare, ha giocato e recuperato tanti palloni) e poco più avanti, Barrientos gioca alle spalle di un isolato Bergessio, sostituito alla mezz’ora da Maxi Lopez per infortunio.

La posizione da seconda punta del “pitu” convince poco ed i numeri della sua gara parlano chiaro: pochi palloni giocati e possesso palla dimezzato rispetto alle ultime uscite. In termini realizzativi, l’argentino fa ancora peggio: zero tiri, 1 assist non concretizzato e zero cross sui 4 tentati.

Nella ripresa, tatticamente, cambia poco o nulla. Fino al ventesimo, quando Maran richiama in panca Almiron per l’esordio in rossoazzurro di Boateng. Si passa al 4-2-3-1. Linea difensiva a quattro con Spolli e Legrottaglie in mezzo, Alvarez e Bellusci sulle fasce. A centrocampo Guarente e Plasil, quindi Monzon, Barrientos e Boateng subito dietro l’unica punta Maxi Lopez.

Il Parma, in maniera quasi speculare agli etnei, scende in campo attraverso un 3-5-2. Modulo caro a Donadoni, che a Parma non ha più cambiato dal girone di ritorno dello scorso campionato. Tante le assenze, tra i crociati: Galloppa e Paletta infortunati, Kone e Valdes non convocati perché non ancora al meglio. Il reparto difensivo è costituito da tre centrali di esperienza, coadiuvati da due esterni di centrocampo molto duttili e veloci - Gobbi a destra, Biabiany a sinistra. Marchionni è il regista arretrato mentre Acquah e Parolo sono gli interni di centrocampo. In avanti, Cassano staziona qualche metro più avanti rispetto ad Amauri, salvo poi rientrare lungo la mediana alla ricerca di palloni giocabili.

Al termine dei primi 45 minuti di gioco, Donadoni lascia nello spogliatoio proprio l’attaccante di Bari vecchia, protagonista di una gara sottotono – appena cinque giocate utili e sedici palle perse - e getta nella mischia Palladino, più intraprendente e concreto del compagno di squadra.
L’avvicendamento cambia l’assetto tattico del Parma che adesso mantiene come terminale offensivo il solo Amauri (nel corso della prima frazione di gara Cassano era solito giocare qualche metro più avanti dell’italo-brasiliano) ed affida a Palladino la regia avanzata, a pochi metri da Biabiany (più smaliziato e con un più ampio raggio d’azione nella ripresa) e sotto l’attenta copertura di Acquah.
Le sostituzioni di Obi con Parolo e Rosi per Biabiany, a 10 dal termine, non cambiano lo scacchiere pensato dal trainer bergamasco.

Lo schieramento del Catania nel primo tempo. La densità di gioco etnea è maggiore dietro la linea dei centrocampist

Lo schieramento del Catania nel primo tempo. La densità di gioco etnea è maggiore dietro la linea dei centrocampist 



l Catania del secondo tempo. Il gioco si sviluppa maggiormente lungo l’asse di destra

Il Catania del secondo tempo. Il gioco si sviluppa maggiormente lungo l’asse di destra 



Il Catania può vantare una rosa costituita da elementi con caratteristiche diverse tra loro, questo consentirà al tecnico di cambiare in corsa, ove ne riscontri la necessità, l’atteggiamento tattico nel corso della gara. Rispetto allo schieramento di partenza, però, il Catania appare più a suo agio con una difesa a quattro, sebbene Bellusci - per caratteristiche - ed Alvarez – alle prese con un cliente scomodo come Biabiany – non riescano ad offrire la spinta peculiare di questo schieramento tattico. Monzon, sollevato da compiti di marcatura, riesce col nuovo assetto a trovare l’affondo e Plasil e Barrientos cercano più facilmente la profondità per i compagni. Kingsley Boateng è la nota lieta. Per tecnica, condizione atletica e carattere.


FLUSSI DI GIOCO

Manca l’ultimo passaggio per un isolato Maxi Lopez

Nell’incolore pareggio senza reti, è la squadra ospite a tenere le redini del gioco. Saldo il comando della gara (28 minuti di possesso palla contro i 22 etnei), sua la supremazia territoriale (circa 4 minuti in più di possesso palla giocati nella metà campo avversaria) e chiaro il dato relativo alle palle giocate (600 quelle dei ducali, 470 degli etnei).

Catania dalle manovre orizzontali, prive di rischi e di fantasia

Catania dalle manovre orizzontali, prive di rischi e di fantasia 



La manovra della squadra rossoazzurra non è fluida e manca di utilizzo dell’ampiezza (1 solo cambio di gioco ed appena 8 cross dal fondo, contro i 18 degli ospiti) e di ricerca della profondità (solo 10 passaggi lunghi utili ed appena 24 passaggi bassi giocati nella metà campo avversaria, sui 145 tentati, hanno trovato un destinatario in maglia rossoazzurra).
Nel Catania le chiavi del centrocampo vengono affidate ad Almiron, che con 47 palle giocate e quasi due minuti di possesso palla, riesce a smistare nel corso del primo tempo diversi palloni utili per i compagni e contribuisce con profitto alla fase di interdizione (10 recuperi effettivi, 9 intercettazioni e 3 recuperi aerei). Nella ripresa si distingue Guarente, protagonista di un esordio sufficiente, caratterizzato da 56 palle giocate (39 passaggi riusciti e 9 giocate utili).

Giocate utili del Catania nel corso della gara. Nessuna, però, nella trequarti avversaria

Giocate utili del Catania nel corso della gara. Nessuna, però, nella trequarti avversaria 



Positiva la prova di Plasil, che non ama impostare il gioco (appena 1:40” il suo possesso palla) ma preferisce proporsi tra le linee e lungo la corsia destra, dove gioca 40 palloni (26 i passaggi riusciti e 11 le giocate utili). Buona la sua prova in fase di non possesso palla, confermata da 11 recuperi effettivi, 12 intercetti e 2 recuperi aerei.

La manovra degli ospiti è ordinata e senza rischi. Marchionni è il regista (3 minuti e mezzo il suo possesso palla) e gioca palloni (ben 86, con 68 passaggi riusciti) con disinvoltura, per tutti i compagni di squadra. Migliore in campo con diciassette giocate utili, due passaggi lunghi utili e 13 palloni recuperati.


. Per CalcioCatania.com è autore di 2560 articoli