Approfondimenti

Catania-Pescara (1-0): 55 mila volte Ti Amo!

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30/11/-0001 12:00

Grazie ragazzi...

Chiusura tra gli applausi
Festa doveva essere e festa è stata! Tripudio rossazzurro al “Massimino” nella notte dell’ultima casalinga della stagione. Un’annata fantastica, indimenticabile e piena di soddisfazioni. Catania batte un orgoglioso e coriaceo Pescara, conquistando la dodicesima vittoria interna dell’anno (quindicesima complessiva) tagliando, inoltre, quota 40 punti casalinghi (quindici in trasferta). Decisiva la marcatura del ‘papu’ Gomez (su delizioso suggerimento di Bergessio in avvio di ripresa). Numeri da record per il Catania di Rolando Maran che, in attesa di Genoa-Inter, in programma domenica pomeriggio al “Ferraris”, balza momentaneamente all’ottavo posto a discapito dei nerazzurri meneghini. Ottavi con 55 punti, sette in più rispetto alla scorsa stagione, settima salvezza consecutiva (ottenuta già a gennaio) e senza alcun patema d’animo. Numeri da sogno che, per onestà, non rendono pienamente merito all’annata stratosferica disputata dai rossazzurri. Senza alcune (troppe!) sviste arbitrali, disattenzione nei minuti finali, i punti nel carniere potevano essere anche di più: almeno una decina, almeno. In questa notte, però, non c’è spazio per le recriminazioni e per i rimpianti, per ciò che è stato e che poteva essere. Poco importa se, alla fine, il traguardo europeo non è stato tagliato. Ciò che conta realmente è la progressiva crescita del Calcio Catania 1946 in tutti i suoi aspetti: societario, tecnico, strutturale ed ambientale. In questa notte di maggio non si può che essere felici e gustarsi questo sogno reale. Cinquantacinque mila volte Ti Amo! In pochi ricordano cosa si festeggiava il 13 maggio 1995: Drago, Mosca ed Ardizzone in rete per dire addio alla polvere del dilettantismo in quel di Gangi. Diciotto anni dopo il Catania ha preso ufficialmente la ‘patente’ per guidare nel circuito dei grandi. Grazie presidente Pulvirenti per aver regalato questa notte che racchiude un’annata mai vissuta sotto l’Etna. Grazie mister Maran per aver condotto con saggezza, maestria ed umiltà un gruppo consolidato, senza snaturarne la fisionomia. Grazie a tutti i calciatori che hanno indossato con onore la casacca rossazzurra in queste trentasette giornate. Un nome su tutti, Marianito Izco simbolo vivente della crescita della formazione etnea: da semplice comprimario a titolare inamovibile. Grazie a tutto il Popolo Rossazzurro che, finalmente, ha illuminato le tribune del ‘vecchio’ Cibali con flash ‘indirizzati’ ai giocatori del Catania e non alle solite ‘grandi’ stelle delle strisciate. Questa sera al “Massimino” non c’era né l’Inter, né la Juve, né il Milan. Quelle strisce immortalate dalle varie digitali erano solo rossazzurre! Grazie!

Maran, buona la prima (annata)
All’esordio in serie A, dopo tanti anni nelle serie minori, è andato ben oltre le previsioni. Rolando Maran di Rovereto, l’Umile, meglio del predecessore Vincenzo Montella: 55 (con una gara ancora da giocare) a 48. Sette punti in più che premiano un silenzioso lavoratore venuto dalla cadetteria. I più scettici e critici diranno che il lavoro del tecnico di Rovereto è stato facilitato dall’aver trovato una macchina collaudata, capace di andare da sola. Errato. Perché se hai una Ferrari ma non la sai guidare alla prima curva vai dritto ed esci fuori strada. Nella gara odierna Maran ha riproposto inizialemente il ‘classico’ 4-3-3 riproponendo dopo tre turni di stop Andujar e Bellusci. Costretto alla sostituzione dell’infortunato Legrottaglie, Maran ha azzeccato la mossa Biagianti, spostando Bellusci al centro ed arretrando Izco sulla linea dei difensori. Prevedibile, ed altrettanto corretta, la ‘solita’ mossa di Castro per Almiron col conseguente passaggio al 4-2-3-1. Nel finale concede, giustamente, la meritatissima standing ovation a Barrientos. Il rinnovo contrattuale, ufficializzato qualche mese addietro, è il giusto premio per un tecnico capace che, nel giorno della presentazione, aveva espresso chiaramente la volontà di voler aprire un ciclo vincente alla guida dei rossazzurri. La prima è andata bene. Molto bene.

Biagianti e Capuano, l’urlo dei senatori
Forse quella contro il Pescara è stata l’ultima gara al “Massimino” per due calciatori che, soprattutto nelle passate stagioni, hanno offerto un contributo determinante alla causa rossazzurra. Marco Biagianti e Ciro Capuano. Il mediano fiorentino, capitano ‘ufficiale’ degli etnei, ha disputato forse la sua miglior partita della stagione. Entrato a freddo al posto di Legrottaglie, il buon Marco si è gettato nella mischia con la grinta e il carattere dei giorni migliori sfiorando, tra l’altro, anche la rete. Il difensore napoletano, invece, non ha fatto rimpiangere il titolarissimo Marchese. Certo, l’avversaria era pur sempre l’ultima in classifica (già retrocessa), ma i due ‘senatori’ hanno risposto alla grande al cospetto di un Pescara che non ha regalato nulla. Grazie.

Barrientos, l’idolo del “Massimino”
“Pitu! Pitu! Pitu!”:è questo il coro più gettonato dalla tifoseria rossazzurra nella notte dell’ultima gara interna della stagione. Applausi e cori a scena aperta per Pablo Cesar Barrientos, autore di una partita mostruosa (l’ennesima di un finale di campionato stratosferico): assist al bacio, dribbling da antologia, tocco palla divino e anche spirito di sacrificio. Numeri esaltanti per un calciatore che, dopo un periodo negativo, nel quale è stato contestato apertamente (vedi le gare contro Palermo e Milan), è riuscito a riprendersi una ribalta che sembrava persa inesorabilmente. Con umiltà e forza di volontà, però, il ‘Pitu’ è riuscito a riconquistare il Popolo del “Massimino”, divenendone il nuovo idolo incontrastato. Presente e futuro.

Col Toro per chiudere in bellezza
Ombrellone, infradito e spiagge devono ancora aspettare novanta minuti più recupero. Tra sette giorni il Catania andrà allo stadio “Olimpico” di Torino per il match più importante della stagione. In attesa di conoscere cosa farà l’Inter in casa del Genoa, il pensiero dei rossazzurri è già rivolto alla gara contro i granata. Tanti i motivi per far bene in Piemonte. In primis, conquistare tre punti importanti nella corsa all’ottavo posto (obiettivo di questo finale di stagione), piazza che regala la qualificazione diretta agli ottavi di finale della prossima Coppa Italia. Un’eventuale vittoria a Torino, oltre ad incrementare ulteriormente il bottino dei rossazzurri, permetterebbe a mister Maran di eguagliare il record di vittorie esterne in serie A siglato dal Catania di Don Carmelo Di Bella nella stagione 1960/61: 4 successi. I mezzi per quest’ultimo sforzo ci sono tutti. Basta crederci, ancora. Inseguendo l’ottavo posto: “Siete stati folli, siete stati affamati, siete stati umili, siete stati elefanti!”


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