Approfondimenti

Catania-Inter (2-3): Euro suicidio!

Di

30/11/-0001 12:00

Marco Biagianti, giornata storta...

Due tempi, due partite
Quando un bel sogno diventa il peggiore degli incubi: si può sintetizzare così il rocambolesco scivolone interno del Catania per mano di un’Inter più pazza che mai. Una partita dai due volti, capace di proiettare i rossazzurri di Maran alle stelle (quinto posto solitario al termine del primo tempo) per poi rimandarli pesantemente sulla terra a riflettere sugli errori commessi. Sprecata un’occasione monumentale per scrivere una tra le più belle pagine di storia della società etnea. “Se l’avversario è moribondo va ucciso!” Così aveva tuonato il tecnico del Milan Max Allegri, al termine del derby di Milano della scorsa settimana. Così come i rossoneri, in vantaggio per una rete a zero dopo i primi 45’, anche il Catania, quest’oggi, non è riuscito ad infliggere la stoccata decisiva ad un’Inter imbarazzante e di poca sostanza. Peccato mortale, peccato di gioventù. Una lezione severa (sarebbe stato più giusto il pareggio) che alla lunga darà ai ragazzi di Maran una buona dose di esperienza e di capacità di saper gestire un doppio vantaggio al cospetto di una ‘grande’ (o presunta tale). Esperienza e gestione del risultato: le qualità che oggi hanno fatto la differenza (in negativo).

Cronaca di un suicidio…
Due tempi, due partite. Nella prima frazione di gioco l’entusiasta e speranzoso pubblico del “Massimino” si spella le mani nell' applaudire ripetutamente il più bel Catania degli ultimi vent’anni. Pressing a tutto campo, gioco fluido, padronanza del campo e due gol di vantaggio dopo appena 20 minuti: al settimo con una perla di Bergessio, bravo a deridere Juan Jesus prima e ad infilzare Handanovic poi. Tredici minuti più tardi ecco il perentorio colpo di testa di Marchese per il raddoppio. Al termine dei primi 45 minuti di gioco: Catania 2-Inter 0. Risultato netto, figlio di una prestazione straripante dei rossazzurri , bravi a ridicolizzare un’Inter decisamente imbarazzante. Un risultato che proietta i rossazzurri al quinto posto solitario. Ma per realizzare questo sogno, ancora a metà, bisogna disputare i restanti 45 minuti: un’eternità. Il tecnico nerazzurro Stramaccioni, sui carboni ardenti, toglie dalla contesa Rocchi (da pensionamento) e Kuzmanovic (impalpabile), inserendo il senatore Stankovic e l’argentino Palacio. Il secondo tempo parte con l’Inter in avanti e col Catania pronto a ripartire. Pochi minuti e Bergessio fallisce clamorosamente la rete del 3-0, calciando addosso al portiere nerazzurro. È lo spartiacque del match. Come spesso accade nel calcio ecco concretizzarsi una legge non scritta ma sempre attuale: gol sbagliato, gol subito. Palacio pennella al centro, Riky Alvarez sfonda di testa la difesa rossazzurra riaprendo i giochi. L’Inter ci crede, il Catania si sgretola. Al minuto settanta altra ingenuità della retroguardia etnea, che lascia colpevolmente Palacio libero di insaccare la rete del pareggio. Gli etnei provano a scuotersi, ma proprio in pieno recupero ecco la più cocente delle beffe: il neo entrato Cambiasso (4 reti al “Massimino”) serve all’accorrente Palacio (sempre lui) un pallone d’oro che regala all’Inter una vittoria clamorosa. L’incerottata Inter di Stramaccioni, sorretta dai ‘vecchi’ Zanetti, Cambiasso, Stankovic e dalle invenzioni di Palacio, si aggiudica così lo scontro diretto per l’Europa del “Massimino”. Tre punti pesantissimi che rimandano il paventato sorpasso in classifica, ‘cacciando’ i rossazzurri a -5 dal quinto posto occupato proprio dai meneghini. L’euforia cede spazio all’incredulità per un appuntamento con la storia mancato nel modo peggiore.

Corsi e ricorsi storici
La clamorosa rimonta subita quest’oggi riporta alla mente l’altrettanto cocente delusione rimediata a San Siro esattamente un anno fa. Il 3 marzo 2012, infatti, i rossazzurri allenati da mister Montella chiusero il primo tempo del “Meazza” con due reti di vantaggio (Gomez ed Izco) al cospetto di un’Inter (guidata dall’ex Claudio Ranieri) moribonda e poco appariscente. Nella ripresa, dopo aver fallito più volte la rete dello 0-3, ecco la rimonta interista con Forlan (decisiva la papera del portiere Carrizo) e Milito. Stesso copione di quello odierno, anche se con un risultato diverso. Due risultati diversi accomunati, però, da due rimonte inimmaginabili dopo i primi 45 minuti. Corsi e ricorsi storici recitava il filosofo Giambattista Vico. Corsi e ricorsi mai così beffardi ed amari…

Allo “Juventus Stadium” con orgoglio e rabbia
Smaltita la cocente delusione vissuta quest’oggi al “Massimino” il Catania di Maran sarà atteso, tra sette giorni, dalla Juventus campione d’Italia e capolista solitaria dell’attuale torneo. Una sfida prestigiosa ed assai attesa, resa ancor più interessante dal “fantozziano” esito della gara d’andata, nella quale i bianconeri violarono il “Massimino” in maniera balorda. Detto che l’obiettivo Europa non è ancora tramontato, visto che ancora sono ben 33i punti a disposizione, il match dello “Juventus Stadium” ha già di suo una valenza notevole al di là di qualsiasi sogno. Nessuno ha dimenticato la sconfitta dell’andata, determinata dall’indecorosa direzione arbitrale di Gervasoni di Mantova. Nessuno ha dimenticato le ‘frecciate’ a distanza tra bianconeri e rossazzurri. Orgoglio e voglia di rivalsa che si sommano alla rabbia accumulata oggi pomeriggio contro l’Inter. Inseguendo un sogno, non ancora tramontato.


. Per CalcioCatania.com è autore di 2560 articoli