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Atalanta-Catania (0-0): Stoppati dalla Dea

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30/11/-0001 12:00

Castro manca di un soffio l'appuntamento con il goal

Ancora uno 0-0 in terra orobica
Si conferma tabù lo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” di Bergamo per i colori rossazzurri, terreno di gioco mai espugnato nella massima serie. In tredici confronti, infatti, gli etnei hanno raccolto soltanto sette pareggi (cinque dei quali per 0-0, compreso quello odierno) e sei sconfitte. A dir la verità, però, il Catania visto quest’oggi, senza infamia e senza lode, è andato abbastanza vicino a sfatare il ‘tabù orobico’, nonostante un 'manto' di gioco ridotto in condizioni pietose che ha ampiamente condizionato le manovre palla a terra dei funamboli rossazzurri. Escludendo la prima mezzora di partita, contrassegnata da una prolungata fase di studio a metà campo, e gli ultimi dieci minuti della ripresa, che hanno registrato uno sterile forcing dei bergamaschi, le redini dell’incontro sono state sempre in mano della formazione di Rolando Maran. Un buon Catania, schierato dal tecnico di Rovereto col 4-2-3-1, con Castro dal primo minuto, bello fino agli ultimi sedici metri. Troppo lezioso e sempre alla ricerca del fraseggio, poco concreto e ‘cattivo’ nei pressi di un Consigli sempre vigile. L’Atalanta di Colantuono? Davvero poco cosa: bruttina, confusionaria e mai realmente pericolosa dalle parti di un Mariano Andujar finito sotto le telecamere di “Chi l’ha visto?”. Proprio così, infatti in pochi si ricordano un intervento degno di questo nome sfoderato dal numero 21 argentino. Frutto della pochezza offensiva degli orobici, frutto dell’ottima fase difensiva del reparto rossazzurro, magistralmente condotto da uno spumeggiante Spolli e dal ‘figliol prodigo’ Marchese, al rientro dopo due settimane passate in tribuna. Lo 0-0 finale premia oltremodo una scialba Atalanta e consegna un punto d’oro al Catania insieme ad una buone dose di rimpianti. Rimpianti derivanti dalla mancata conquista di due punti ampiamente alla portata che, in considerazione dei passi falsi di Fiorentina, Milan, Lazio e Roma, avrebbero potuto dipingere una classifica (già splendida) da sogno. Il settimo posto in graduatoria, da oggi condiviso con l’Udinese, e il +15 sulla terz’ultima posizione, occupato dal Pescara (abruzzesi imbattuti a Palermo) rappresentano una fotografia da ammirare e custodire gelosamente.

Spolli, leader difensivo
Nel Catania che coglie un punto prezioso nell’ostico terreno bergamasco (simile ad un campo di patate) emerge con decisione l’ottima prestazione in blocco della retroguardia rossazzurra. Orfano di Nicola Legrottaglie, costretto ai box da un attacco influenzale, il reparto arretrato etneo è stato condotto magistralmente da un Nicolas Spolli nelle vesti di leader autentico. Ottima la prova dell’argentino, così come quella di Bellusci, Alvarez e del rientrante Marchese, quest’ultimo entrato in campo dopo 24’ al posto dell’infortunato Capuano. Buona la prova dei quattro difensori che proteggono un Andujar che, nelle ultime sei giornate, ha mantenuto inviolata la propria porta in quattro circostanze (contro Torino, Roma, Genoa ed appunto Atalanta).

Poche alternative in avanti
Al di là del transfer di Cani, atteso per la seconda metà del 2020, ciò che risalta osservando l’ultima mezzora della gara di Bergamo è la palese mancanza di alternative ai vari Gomez, Barrientos, Castro e Bergessio. In panchina, infatti, il solo Doukara (ancora troppo acerbo per la massima serie) è davvero poca cosa. Un discorso affrontato più volte prima e durante il mercato di gennaio che ai più potrebbe apparire monotono e poco pertinente. Cosa fare allora? Concedere qualche chance a qualche giovane della Primavera etnea (nella fattispecie il bomber Aveni) che ben si sta comportando nel campionato di categoria. Soltanto questione di tempo: siamo sicuri che, tra qualche settimana, questa ipotesi si concretizzerà.

Col Bologna per “chiudere i giochi”
Trentasei punti dopo ventiquattro giornate rappresentano un bottino assai soddisfacente per un Catania ormai ad un passo dal traguardo salvezza, nonché primo obiettivo stagionale. Tra sette giorni i rossazzurri di Maran, reduci dalle trasferte di Napoli e Bergamo, torneranno al “Massimino” per sfidare il ‘poco sicuro’ Bologna di Pioli. Contro i felsinei, quest’oggi bloccati in casa da un coriaceo Siena, occorre conquistare quei tre punti che permetterebbero di chiudere anzitempo il discorso salvezza; un discorso, in verità, già chiuso da tempo e mai messo realmente in discussione nel corso di questa stagione.-4 all’Alba!


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