Piazza pulita

Solito confronto a fine gara fra tifosi-squadra: un'immagine ricorrente...

Solito confronto a fine gara fra tifosi-squadra: un'immagine ricorrente... 

Max Licari sull'ennesimo disastro di Cerignola. Giocatori inadeguati. A Lucarelli il compito della "mannaia".

Solito crollo

Inutile ricamarci sopra, questa squadra non si regge in piedi, dura massimo un tempo, si rende in ogni caso poco pericolosa e, invariabilmente, crolla nella ripresa, consegnandosi a qualunque avversario, anche il più modesto, come il Potenza e il Cerignola, contendenti affrontati nelle ultime due sconfitte esterne consecutive. Dolorosissime, peraltro. Non può, dunque, sorprendere l'ennesimo pomeriggio da tregenda, sostanziatosi in un match in cui si è tentato di giocare solamente nella prima frazione e ci si è poi consegnati al primo tiro in porta del miracolato avversario di turno. La verità è che uno come Lucarelli, prossimo allenatore rossazzurro, un "cavallo di ritorno" da alcuni atteso quasi fosse un autentico Messia, servirebbe più come attaccante che come tecnico, considerata l'assoluta sterilità di una squadra che, adesso possiamo cominciare ad asserirlo con cognizione di causa, andrà quasi totalmente rivoluzionata nel mercato di riparazione. Al di là della clamorosa deficienza di condizione atletica, sulla quale forse il buon Cristiano, insieme al suo storico preparatore, potrà in qualche maniera cercare di incidere nel tempo, questo è un organico inadeguato alla piazza di Catania, sia sotto il profilo caratteriale, sia a livello tecnico. Il compito di Lucarelli sarà quello di valutare tutti e indicare quali elementi possano essere "recuperati". Gli altri, a casa. Senza biglietto di ritorno. E, ora come ora, la triste, oggettiva realtà è che trequarti del roster etneo andrebbe "dismesso" per evidente "alienità" rispetto al glorioso blasone del Liotru. I tifosi hanno pienamente ragione: si dovrebbe provare un minimo di pudore a mettere in campo prestazioni del genere contro avversari di chiara modestia. Anche la classifica parla chiaro: il Catania si ritrova, con 15 punti in 13 gare, al dodicesimo posto, in condominio con il Monopoli, a ridosso della zona playout, distante tre lunghezze. Inoltre, a livello di numero di sconfitte, i rossazzurri, con sei battute d'arresto complessive (così come il Messina), hanno fatto meglio solo di Sorrento, Virtus Francavilla, Turris, Brindisi e Monterosi. Un andamento assolutamente disastroso che conferma l'inadeguatezza dell'organico. Non si tratta, purtroppo, di giocatori da Catania, malgrado il curriculum possa aver fatto pensare il contrario a mercato estivo concluso. Ci si era sbagliati e onestà intellettuale impone di ammetterlo. E di richiedere alla società un essenziale intervento tecnico già a inizio gennaio, non certo a fine mercato, in modo da dare il tempo all'allenatore di lavorare su schemi e amalgama.

Il Catania non è squadra. Largo ai giovani!

Ci pare emblematico un dato: il Catania ha prodotto alcune occasioni da rete, in due delle quali sarebbe bastato che Rocca e Rapisarda, due elementi di provata esperienza in categoria, avessero passato la palla indietro al compagno meglio piazzato per realizzare il gol. Questa è l'evidente dimostrazione che questo non è un gruppo, non esiste un "noi", ma solo individualismo e approssimazione. In questo senso, anche la solita prestazione "uno contro tutti" di Chiricò, il calciatore ipoteticamente di maggior classe, indica il percorso da avviare per la risalita: o ci si mette in testa che si gioca "insieme" oppure ci si può tranquillamente accomodare in tribuna in attesa di gennaio. Questo atteggiamento non solo non serve, ma è addirittura deleterio per la squadra. E, in aggiunta, è quanto più aborre storicamente il tifoso catanese. Proprio a tal ragione, ci sembrerebbe ovvio puntare sui giovani, a cominciare da Castellini, uno dei meno peggio a Cerignola. Gente che corre, che ha fame, che non pensa di esser giunta a svernare nel nostro paradiso tra Etna e mare. A dir la verità, siamo rimasti un po' delusi dalla formazione iniziale schierata al "Monterisi". Pensavamo che andassero in campo Bouah e Maffei, oltre che Castellini e Bocic. Evidentemente, il nostro grande amico Michele Zeoli non ha potuto mettere in pratica totalmente le proprie intenzioni per motivi di equilibrio nello spogliatoio. Ma non creiamo alibi, il Catania, come detto, non si regge in piedi, sarebbe ugualmente crollato nella ripresa, malgrado un primo tempo decente in cui ha concesso poco ai modesti padroni di casa, impegnati a correre e randellare in un campo in sintetico stretto e angusto. Male a centrocampo, dove Zammarini, Quaini e Rocca mostrano troppo poco a livello tecnico e i subentrati Zanellato e Deli si rivelano letteralmente inadatti atleticamente alla categoria. Male anche in attacco, dove l'assenza di Di Carmine appare terrificante. Sarao s'impegna, ma non incide e, purtroppo, si rende protagonista dell'errore decisivo che porta al 59' al gol del redivivo "bomber" Malcore, uno che non segnava da due mesi e cui i rossazzurri non riescono a proporre quasi nessuna reazione, se non il clamoroso errore di Rapisarda sopra sottolineato... Chiricò, come accennato, troppo individualista: in questa versione, non serve al Catania; o cambia "orizzonte" o a gennaio servirà altro. Anche lo stesso Bocic non è sembrato ficcante come in altre occasioni. Qualche guizzo di speranza da parte del subentrato Chiarella, non pervenuti gli altri "panchinari", da De Luca a Dubickas, probabilmente già "fuori" rispetto al futuro progetto tecnico. Insomma, un'altra pesantissima umiliazione per il centinaio di eroici sostenitori presenti in terra foggiana e per tutti coloro che hanno assistito attoniti alla terza sconfitta nelle ultime quattro gare. Malissimo.

Buon lavoro, Cristiano
Al di là dei giudizi di merito sul passato, sull'opportunità o meno di certi "ritorni" o sulle caratteristiche tecniche dell'allenatore, la scelta di Lucarelli appare chiara, comprensibile e va appoggiata. In questo momento, e in uno spogliatoio del genere, serve un grande motivatore, uno che si esalti nelle difficoltà. E lui è il meglio attualmente disponibile sulla base di questi parametri. Chi scrive non è certo un amante del calcio "pragmatico", ma Lucarelli è il nostro allenatore e verrà sostenuto "a palla" fino alla fine. Pertanto, in bocca al lupo al tecnico livornese, avrà un lavoro enorme da svolgere, a partire dalla gara interna di sabato prossimo contro un'altra compagine in grande difficoltà, la Turris. Guardiamo in faccia la realtà, si tratterà di uno scontro salvezza da vincere a tutti i costi. Focalizziamo la nostra attenzione sulla triste attualità, rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo di aiutarci l'un l'altro con forza. Solo così potremo tirarci fuori da questo piccolo incubo. Vai, Cristiano! Let's go, Liotru, let's go!!!