La dodicesima notte

La delusione di Cristiano Lucarelli

La delusione di Cristiano Lucarelli  

Max Licari sull'ennesima sconfitta esterna a Taranto. KO meritato, preoccupante sterilità offensiva. Coppa, ultima chiamata...

Un record che fa rabbrividire

Dodici. In questo caso, non un numero fortunato, non il classico "dodicesimo uomo in campo", ma il numero di sconfitte fin qui subite dal Catania in campionato. Shakespearianamente, la "dodicesima notte" del Liotru. Un record eguagliato. Solo nell'infausta stagione del fallimento, la 2021/22, i rossazzurri avevano incassato, nell'ambito di un torneo di Serie C, altrettante batoste. E mancano ancora diverse gare... Un andamento, francamente, inaccettabile per una piazza come la nostra. Fra girone d'andata e girone di ritorno, in buona sostanza, non è cambiato nulla. Con Tabbiani o Lucarelli, con i vecchi giocatori e con quelli nuovi, il trend rimane identico, ancorato a una terribile costante: si prende gol al primo tiro e mai si riesce a porre rimedio alla situazione, finanche un semplice pareggio, considerato che di "ribaltoni" non se ne deve nemmeno discutere. La gara dello "Jacovone", fondamentale a livello umorale in vista del big match di Coppa Italia di mercoledì sera, ricalca esattamente questo copione e lascia letteralmente interdetti tutti i tifosi che, in qualche modo, avevano sperato in un inizio di riscossa dopo la bella vittoria interna al cospetto della capolista Juve Stabia. Nessuna continuità né di prestazione né di risultati, questo il dato oggettivo che viene fuori dell'ennesima debacle in terra pugliese. Il Taranto, umile e operaio (e privo del suo miglior attaccante, lo squalificato Kanoute), pur non sciorinando mirabilie, ha meritato la vittoria e il momentaneo secondo posto in classifica in virtù di maggiore aggressività, grinta, determinazione, voglia di vincere. Dopo aver segnato su azione da corner dopo dieci minuti con De Marchi (in probabile offside, ma non suoni come alibi), ha controllato la solita, sterile reazione degli uomini di Lucarelli, per poi legittimare il successo nella ripresa con una traversa di Ferrara e altre due o tre potenziali occasioni da rete in ripartenza. Complimenti ai Luciani, ai Valietti, ai Calvano, ai Bifulco, ai Fabbro. Complimenti a mister Capuano, capace di creare un "piccolo miracolo". L'intera rosa del Taranto, forse, vale quanto i soli stipendi di Chiricò, Di Carmine, Sturaro e Tello. Ma, in questa categoria, gli ingaggi e i nomi contano poco (parole dello stesso allenatore rossoblù raccolte da chi scrive nel postpartita); conta correre, in primis. E il Catania non lo fa dagli albori di questa stagione. Un Catania che, di contro, ha esibito la solita abulia in fase offensiva, un palleggio in mediana approssimativo e una scoraggiante incapacità di rendersi "tambureggiante" nei pressi dell'area di rigore avversaria, tutti difetti assai noti e, fin qui, costanti nel tempo. Indipendentemente dal modulo e dagli uomini, intendiamoci, avendo peraltro il tecnico livornese confermato il 4-2-3-1 delle ultime prove e articolato un turnover meno "spinto" di quanto si pensasse. In campo sono andati i Castellini (sebbene a destra), i Monaco, i Quaini, i Welbeck, i Tello, i Chiricò, i Cicerelli, tutti titolari la domenica precedente. Nulla da fare. Solito atteggiamento messo in mostra in tutte le trasferte degli ultimi tempi, non a caso puntualmente perse (a eccezione di Foggia). E, così, non si va da nessuna parte. Così non si forniscono impressioni positive e stimoli ottimistici ai quasi ventimila che gremiranno il "Massimino" fra tre giorni, nella "partita delle partite". Per nulla. Anzi. La precaria posizione di classifica (ai margini della zona playout e ora distante da quella playoff), fra le peggiori nell'intera storia etnea, alimenta dubbi, polemiche e perplessità che sarebbe stato meglio evitare. Una scelta azzeccata? La saggia decisione di Lucarelli di non parlare alla stampa nel postgara, in modo da evitare pericolosi fraintendimenti.

Un attacco "muto"

La dura realtà: l'ultimo gol di un attaccante risale alla splendida segnatura di Cicerelli contro il Monopoli. Inutile ricordare l'ultima rete di una punta centrale... la verità, testimoniata dai numeri (i rossazzurri "vantano" uno dei peggiori reparti avanzati del torneo), è che gli attaccanti non segnano, anche a causa degli scarsi rifornimenti provenienti da dietro. Cianci e Costantino hanno prodotto un gol e Di Carmine è spesso ai box. Così, difficile pensare di poter svoltare. Allo "Iacovone", Lucarelli ha messo dentro tutti, dall'inizio o in corso d'opera, senza risultati. Se Sturaro appare ancora in ritardo di condizione, ma lo si poteva immaginare, se Ndoj ancora non è pronto, gli altri invece dovrebbero cominciare a dare qualche risposta lontano dalle mura amiche, dove serve personalità per portare a casa punti importanti. Ancora questo "passo" non è stato compiuto e siamo quasi a marzo... In questa gara, hanno deluso tutti, nessuno escluso. Lucarelli ha tentato di cambiare anche più di un modulo, passando nella ripresa al 3-4-3 ("a specchio") e poi al 3-4-1-2, senza risultati. Uniche "accensioni", un buon tiro dai 25 metri di Welbeck e una ciabattata di Cianci, deludente da ex e alla "prima" da titolare, a pochi passi dal bravo Vannucchi. Troppo poco. Troppo.

Coppa, (pen)ultima fermata

Inutile girarci intorno, la semifinale di ritorno di Coppa Italia in programma mercoledì sera costituisce l'ultima chiamata stagionale per un progetto fin qui balbettante. Vincere e approdare in finale significherebbe regalarsi una residua speranza, oltre che concorrere per un trofeo da esporre nella non nutritissima bacheca rossazzurra. Per farlo, non basteranno i ventimila del "Massimino". Potranno essere un fattore, un sostegno, un grimaldello canoro, ma non scenderanno in campo. In campo dovranno andare coloro che stasera hanno deluso, magari con un Di Carmine in più, ma sostanzialmente loro. E non sarà facile ribaltare l'uno a zero dell'andata, soprattutto in considerazione dell'eccellente stato di forma dei romagnoli e dell'altalenante e ondivago andamento dei medesimi etnei. L'auspicio è che questi ragazzi capiscano l'importanza di questo frangente. L'unico, in effetti. Let's go, Liotru, let's go!!!