Jeffer...vescente naturale!
Max Licari sul netto successo ai danni del Canicattì. Ottimo Rizzo, Jefferson mattatore. Bene Russotto.
Il timbro di Jeff...
Dieci punti di vantaggio dopo appena un paio di mesi di campionato rappresentano già una verità, magari scontata alla vigilia, nondimeno oggettivamente evidente: troppa la differenza qualitativa e quantitativa di organico fra il Catania e le altre pur volenterose compagini militanti nel girone I della nostrana Serie D. Ci guarderemmo bene, ovviamente, dall'affermare che il torneo sia ormai concluso e "in ghiaccio" per i rossazzurri, ma non si può disconoscere come il trend risulti piuttosto delineato. Il cliché di tutte le gare fin qui giocate, in specie al "Massimino" (ma non solo), appare immutabile: fin quando l'avversario regge sotto il profilo atletico, più o meno la partita rimane in bilico; appena sopraggiunge il naturale decremento della capacità fisica complessiva dello stesso opponente, si rompono gli argini e gli uomini di Ferraro cominciano a dilagare. Il buon Canicattì, sceso in campo a Catania con grande voglia di ben figurare, non si è sottratto al comune destino. Buon primo tempo, segnato da feroce applicazione in marcatura e prontezza nei raddoppi, soprattutto sulle corsie laterali, tuttavia non portato in porto a reti bianche, in virtù della segnatura a frazione scaduta di Rizzo; ripresa in apnea, condotta in salita per la necessità di dover cambiare il piano gara alla ricerca del pareggio e conclusa nettamente sotto nel punteggio. Del resto, se a mezzora dalla fine hai la possibilità di cambiare De Luca, Sarao e Sarno per Russotto, Jefferson e Giovinco, difficilmente puoi essere contrastato da avversari peraltro in debito d'ossigeno. La doppietta del capocannoniere brasiliano, autentico mattatore dell'incontro, le grandi giocate dell'esterno romano, la maggior verve in mediana garantita da Palermo, subentrato a Lodi, le numerose occasioni da gol certificano lo strapotere del team del Liotru e appongono un marchio sempre più rossazzurro sul campionato. I quasi 15.000 accorsi allo stadio, a fine match, giustamente giubilanti, cantano: "E la capolista se ne va...". Non a torto.
Attacco "over", la scelta del duo Ferraro-Zeoli
Grande deve essere stata l'emozione di Michele Zeoli, alla "prima da primo (allenatore)" al "Massimino", a causa della squalifica rimediata da Ferraro in quel di Cittanova. Quasi un cerchio che si chiude per lo storico difensore dell'ultima promozione in B targata Catania. I tecnici etnei scelgono una difesa "under", con Boccia a sinistra (anche quando, a fine match, esce Rapisarda per Somma) e Castellini centrale, in modo da poter scatenare un attacco "over" composto dal trio Sarno-Sarao-De Luca. Il Catania, come sempre, comincia all'attacco, cercando di trovare le giuste distanze tra mediana e reparto offensivo, alla ricerca dei tagli di Sarno e De Luca dalle corsie laterali. La buona disposizione dell'undici di Bonfatto, assai compatta dietro la linea della palla e con un ottimo Santo Privitera (catanesissimo playmaker di lungo corso in questa categoria) davanti alla difesa, impedisce a Lodi e compagni di trovare trame di gioco pericolose per la porta di Scuffia, malgrado il pallino delle operazioni rimanga sempre in mano al Catania e Bethers non sia mai impegnato da Iezzi, Manfrè e Scopelliti (da registrare, in tutta la partita, solo una zuccata di Manfrè pericolosamente a lato al 37'). Tuttavia, al 21' il Catania avrebbe l'occasione di passare su calcio di rigore. Netto il fallo in area di Pettinato su Sarao, incredibile l'errore del direttore di gara che fischia frettolosamente la massima punizione, non concedendo il vantaggio del tiro successivo di Rizzo, concluso in rete. Come spesso accade in questi casi, il rigore viene fallito da Lodi. Obiettivamente, una defaillance pesante quella del signor Cappai di Cagliari. Un errore dal dischetto che, in qualche modo, offusca le idee del Catania, che non riesce a trovare la via della porta agrigentina, anche per la non eccelsa giornata del trio d'attacco. Risolve tutto la punizione al 46' battuta da Sarno, deviata di testa sulla traversa da De Luca e appoggiata in gol da Rizzo, ancora una volta "cavaddu di cussa", fra i migliori in campo. Sostanzialmente, la gara finisce qui, giacché nella ripresa, fin dal primo minuto, si nota un piglio completamente diverso da parte dei rossazzurri, più pressanti e abili ad allargare sulle fasce, dove Rapisarda e Boccia accompagnano maggiormente l'azione d'attacco. I cambi fanno il resto. Indubbio l'impatto dinamico di Palermo, subentrato al 55' a Lodi, cambio che garantisce maggior velocità e capacità di incursione centrale alla mediana. Rizzo, come sempre, passa a fare il Lodi e il neoentrato sostituisce nel ruolo lo stesso ex messinese. Impatto ancor più evidente risulta quello del duo Russotto-Jefferson i quali, al 67', confezionano il raddoppio che chiude tutti i conti. Il 3-0 finale, siglato di testa dallo stesso centravanti brasiliano (che, con la doppietta odierna, assurge, assommando 7 reti, allo status di capocannoniere del girone in condominio con Randis e Vitale) su cross di Rapisarda, è la ciliegina sulla torta di un match meritatamente vinto dagli etnei, cui non sarebbe nemmeno mancata la possibilità di siglare qualche gol in più.
A Lamezia, la sfida che può "uccidere" il campionato
Domenica prossima a Lamezia, compagine che viaggia, come detto, al secondo posto a ben dieci punti di distacco, il Catania avrà la possibilità concreta di scavare un abisso già difficilmente colmabile tra sé e i più prossimi inseguitori. Un'occasione ghiotta che gli uomini di Ferraro non devono farsi sfuggire, giocando una gara tosta e di sostanza nella quale l'unica cosa che conterà davvero sarà il risultato. Ci sarà da prepararsi al meglio e presentarsi psicologicamente in linea con l'obiettivo da perseguire. Il supporto dei magici tifosi dell'Elefante non mancherà. Come sempre. LET'S GO, LIOTRU, LET'S GO!!!